Le partite si vincono a centrocampo o almeno così sosteneva Giovanni Trapattoni. Un vecchio adagio del calcio che il Cagliari ha deciso di seguire nella costruzione della squadra per la Serie B. D’altronde, tornando indietro al gruppo che con Maran aveva toccato con mano il sogno europeo, proprio la mediana era il fiore all’occhiello dei rossoblù della seconda parte del 2019.
Esperienza e qualità
Nel campionato cadetto appena iniziato un dato salta immediatamente all’occhio. Se nella passata stagione a mettere il proprio nome a tabellino in Serie A fu il solo Deiola – quattro volte – quest’anno nelle prime quattro giornate sono già tre i centrocampisti a essere andati a segno: Mancosu, pur se da trequartista atipico, Makoumbou e Rog. A prescindere dai gol, il primo tempo dominato contro il Modena è stato un perfetto esempio dell’importanza del centrocampo nel Cagliari di Liverani. Esperienza internazionale, tante presenze in massima serie per alcuni e conoscenza della cadetteria per altri. Un mix che può essere esplosivo, per quanto i valori sulla carta – lo ha insegnato l’ultima retrocessione – non sempre trovano riscontro in campo. Considerando chi può giocare nelle tre posizioni del centrocampo, la rosa del Cagliari somma 80 presenze nelle rispettive nazionali. In testa Nahitan Nández, 49 volte con la maglia dell’Uruguay, seguito da Marko Rog, 21 con la Croazia e da Antoine Makoumbou e le sue 10 presenze con Repubblica del Congo. Il León aggiunge alle apparizioni con la Celeste ben 88 gare in Serie A e 106 in prima divisione tra Boca Juniors e Peñarol. Rog, dal canto suo, ha raccolto 104 gare nella massima serie italiana più 70 in quella croata e 10 nella Liga spagnola. Makoumbou, al netto della qualità minore del campionato, porta in dote 57 presenze nella prima divisione slovena tra Maribor e Sezana. Dietro di loro, pur senza apparizioni nella nazionale maggiore italiana, importante l’esperienza tra Serie A e Serie B di Nicolas Viola, Alessandro Deiola e Marco Mancosu. L’ex Benevento ha disputato 58 gare nella massima serie e 260 in cadetteria in carriera, il sangavinese rispettivamente 106 e 39 e il cagliaritano 46 e 116. Infine i due giovani Kourfalidis e Lella, senza alcuna esperienza in Serie B, ma con il greco che ha 2 presenze nella nazionale Under 21 del suo Paese oltre due apparizioni in Serie A, mentre Lella ha già un discreto trascorso nel calcio dei grandi con 97 gare in Serie C tra campionato regolare, playoff e playout con la maglia dell’Olbia.
Uomo nuovo
Antoine Makoumbou è la piacevole sorpresa della prima parte di stagione del Cagliari. A non sorprendere, però, sono le qualità messe in risalto nelle quattro gare disputate fino a oggi in campionato. Le parole del giornalista sloveno Miran Zore, infatti, erano un anticipo di quanto poi dimostrato dal centrocampista congolese sul campo: “È molto bravo negli spazi stretti, è la sua migliore qualità. Un’altra sua caratteristica è che in campo appare molto sicuro di sé con la palla, non è uno che si libera della sfera appena la riceve, anzi, la tiene, aspetta di trovare la soluzione di passaggio migliore, ha creatività”, disse il collega di Nogomania ai nostri microfoni lo scorso luglio. Makoumbou è il play che è mancato al Cagliari ormai da diverse stagioni. Un compito, quello del regista, che ha svolto con tranquillità ed eleganza a prescindere dalla posizione in campo. La novità rispetto ai suoi standard è arrivata contro il Cittadella, gol decisivo per i tre punti per un giocatore che in carriera aveva segnato soltanto un’altra rete, ai tempi del Mainz in quarta divisione tedesca nel lontano 2018. L’ex Maribor è diventato fin da subito elemento chiave nello scacchiere rossoblù, la gestione dei tempi di gioco decisiva spesso e volentieri per superare la prima pressione. Adesso la sfida più difficile, quella di confermarsi ora che non sarà più uno sconosciuto per gli avversari. Non solo, ma dimostrare che la condizione atletica e mentale superiori, grazie alla stagione iniziata in anticipo con la maglia del club sloveno, non sono l’unica ragione di una prima parte di Serie B da protagonista assoluto.
Rivincita
Ancora tu, ma non dovevamo vederci più? Nahitan Nández è il più importante acquisto – seppur virtuale – dell’estate del Cagliari. Nelle prime quattro giornate le sue prestazioni sono andate in crescendo, la sua duttilità un’arma in più per Liverani. Trequartista esterno a Como sia a destra che a sinistra, interno di centrocampo contro il Cittadella, a destra nel tridente contro la Spal prima di scalare a terzino con l’inferiorità numerica, infine nuovamente scheggia impazzita del trio d’attacco nella vittoria contro il Modena. Per necessità potrebbe rivedersi in mezzo al campo, ma la strada dell’utilizzo sulla fascia sembra ormai essere stata tracciata. E quando Filippo Falco sarà arruolabile, ecco che per Nández potrebbero aprirsi le porte di un ruolo stabile da esterno della difesa a quattro. Ruolo che lo ha visto protagonista con Oscar Washington Tabarez nella Celeste – anche nell’ultima Copa America – e che in una squadra offensiva e con l’idea di dominare il gioco avrebbe nel León spinta, dribbling e cross garantiti.
Così diversi, così uguali. Marko Rog da una parte, Nicolas Viola dall’altra, anche in campo. Almeno così ha deciso Liverani nella sfida contro il Modena, il croato a sinistra e l’ex Benevento a destra a dare ritmo in un caso e tecnica nell’altro. Per Rog contro il Modena è arrivata anche la fascia di capitano e un gol decisivo per i tre punti che mancava ormai dal novembre del 2019 contro la Fiorentina. I due infortuni ne hanno segnato le due successive stagioni, ora è pronto a riprendere le redini del centrocampo e il percorso verso il pieno recupero sembra essere arrivato finalmente a conclusione. Assieme al croato anche Viola, per motivi diversi, ha avuto bisogno di tempo per ritrovare la condizione ottimale. Che, va detto, è ancora lontana pur se i miglioramenti sono stati vistosi nella partita contro il Modena. Tecnica indiscutibile, altrettanto la personalità, come per Makoumbou i compiti da play a prescindere dalla posizione in campo danno a Liverani un altro elemento in grado di condurre il gioco e cambiare passo alla squadra. Dopo l’esperienza di Bologna con poche opportunità, per Viola Cagliari diventa l’occasione unica di ritrovarsi e ritrovare la Serie A da protagonista.
Rossoblù
Dodicesimo uomo che diventa titolarissimo. È il caso di Alessandro Deiola, ogni stagione da vivere da alternativa per poi ritrovarsi tra i più presenti. Dopo un campionato che, nonostante la retrocessione, lo ha visto tra i pochi protagonisti positivi – quattro gol di cui tre decisivi – ecco l’occasione per il definitivo salto di qualità. Liverani lo conosce bene dai tempi di Lecce e soprattutto ne conosce le doti da equilibratore. Mediano davanti alla difesa più che mezzala, Deiola è la certezza tattica nonostante le qualità in impostazione facciano storcere il naso ai più. Il sangavinese cercherà di andare oltre il “nemo propheta in patria”, stesso obiettivo di Marco Mancosu. Utilizzato più da trequartista o attaccante esterno che si voglia, l’ex Lecce è stato l’acquisto a sorpresa del mercato del Cagliari. Sono bastati pochi minuti per dimostrare la propria importanza, il gol all’esordio contro il Cittadella la ciliegina sulla torta di prestazioni di alto livello. Tecnica e un’intelligenza fuori categoria ne fanno elemento imprescindibile per Liverani, ulteriore tassello di un centrocampo che sulla carta ha poco a che vedere con la Serie B.
Una mediana che non sembra avere eguali nella categoria e che rappresenta il punto di forza del Cagliari. Anche considerando due giovani come Nunzio Lella e Cristos Kourfalidis, ancora a secco di minuti in questo campionato ma che sono pronti a ritagliarsi il proprio spazio all’occorrenza. Tecnica, personalità, esperienza e voglia di rivincita, dal centrocampo passa il destino del Cagliari che va a caccia della promozione. Lo sa Liverani, che punta sulle proprie stelle in mezzo al campo per limitare le difficoltà difensive a aggiungere gol a un attacco ancora a secco. E per vincere la sfida di restituire la Serie A a una piazza ancora scottata dalla retrocessione.
Matteo Zizola