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Diego Marcolini del Cagliari Primavera | Foto Valerio Spano - Cagliari Calcio

Primavera 1 | Cinismo e consapevolezze: il Cagliari ora può correre

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Cinico e consapevole. Se si dovessero trovare due aggettivi per descrivere il Cagliari Primavera visto contro il Milan nell’ultimo turno potrebbero essere questi quelli ideali. Il 2-4 del Vismara maturato nel secondo tempo contro la seconda forza del campionato è stato figlio di quanto in parte mancato con la Roma prima della pausa, tra precisione sotto porta e la piena comprensione di quanto ogni risultato possa essere nelle proprie corde.

Situazione

Il fatto che il Milan non avesse con sé un Camarda che visto l’impatto in Primavera 1 ha meritato la chiamata in prima squadra e Abate avesse da pensare anche alla Youth League, non dà forma a degli alibi che indebolirebbero il risultato dei rossoblù. Al contrario il 2-4 dimostra quanto il Cagliari non sia un avversario da prendere sottogamba, in grado di infastidire qualsiasi tipo di avversario grazie a qualità e personalità. L’obiettivo, insomma, che Pisacane aveva posto tra i desideri sin dall’inizio dell’anno e di cui ora riesce a intravedere la forma. Con il fattore caratteriale del gruppo che potrebbe diventare fondamentale per continuare a navigare in zone tranquille di classifica che facciano però sognare qualcosa di più. Perché anche l’ambizione a volte è spesso salutare, ancor di più in un campionato che vede una classifica piuttosto corta. Visto che, senza fare nessun volo pindarico, oggi gli isolani sono in nona posizione a quota 17, ma ad appena due punti dal quarto posto.

Cinismo

Solita difesa a quattro, qualche piccolo cambiamento tattico in mediana e nuovamente il tridente in avanti. Pisacane nella gara giocata in Lombardia ha mischiato le carte rispetto all’ultimo turno, trovando risposte soprattutto dal centrocampo in su. Carboni a metà campo ha potuto gestire al meglio possessi e ritmi della squadra, unendo in occasione dell’assist del primo gol tecnica e furbizia e dimostrando di avere con sé anche una propensione al sacrificio che giustifica ulteriormente la fascia di capitano al braccio. Ma spunti positivi sono arrivati anche da Sulev e Marcolini, con il secondo decisivo durante la fase di massima pressione milanista. La giornata è stata però caratterizzata da un attacco che ha saputo rispondere alla necessità di un salto di qualità alle richieste di maggior concretezza. Prima Kingstone, poi Konate, Vinciguerra e ancora Konate hanno confezionato un poker che sarebbe stato perfettamente equilibrato tra gli interpreti se Achour non avesse incontrato sulla sua strada il palo. Gol non solo arrivati per il mero fiuto delle punte, ma anche per un alto tasso di opportunismo contro una difesa milanista in alcuni casi poco reattiva, anche perché stressata per tutto il match da un Vinciguerra che ha attaccato ogni pallone possibile per pungere gli avversari.

Difficoltà

Sullo sfondo resta la prova di una difesa che per larghi tratti ha fatto bene, incappando però in alcuni passi falsi nel corso della gara. Al di là degli episodi – il mancato colpo di testa di Cogoni che ha evidenziato il ritardo di Arba su Liberali sul primo gol, la respinta proprio del numero 2 addosso a Catena sulla rete del 2-3 dopo l’errore in uscita di Iliev – per i ragazzi di Pisacane resta l’obiettivo nel lungo periodo di provare a difendere meglio la propria porta. È dalla gara contro il Bologna dello scorso primo ottobre che i rossoblù subiscono sempre almeno un gol a partita, dato che evidenzia qualche piccola indecisione in una retroguardia che tuttavia ha trovato i suoi equilibri migliori con Cogoni e Catena al centro, anche se dall’ex Roma è lecito aspettarsi meno leggerezza in alcune situazioni palla al piede.

I tre punti conquistati restano però il dato più importante dell’ultimo sabato pomeriggio di campionato. I rossoblù ora saranno chiamati a un piccolo esame di maturità contro un Empoli che in questa annata sta trovando maggiore continuità di rendimento e risultati. Una gara che può dire qualcosa sulle ambizioni di una squadra che ha dimostrato di essere in grado di rialzarsi nonostante i colpi subiti e che a poco a poco sta imparando a capire il proprio valore. Diventando consapevole di poter dire la sua in ogni campo.

Matteo Cardia

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