Il calcio, come la vita, spesso è davvero strano. Per capire il proprio valore a volte bisogna passare attraverso una sconfitta, ancora meglio se immeritata.
Chissà se Alessandro Agostini, nei suoi vari discorsi dentro le mura degli spogliatoi di Assemini, abbia mai parlato di questo ai suoi ragazzi. Magari con riferimento alla sfida persa dal suo Cagliari contro la Roma dello scorso 28 gennaio, uno 0-1 deciso dal gran gol di Tahirovic e con il rammarico per il penalty fallito da Manca, qualche giorno dopo passato all’Olbia in Serie C. Una sconfitta, peraltro, arrivata dopo tre vittorie consecutive e seguita da altri tre successi di fila. Proprio in quella gara, però, Kourfalidis e compagni se la giocarono alla pari contro la fin qui capolista quasi incontrastata del Primavera 1, con numeri da urlo: una media di 2,27 punti a partita, una sola sconfitta e un discreto divario con il secondo posto. Che al momento è di 7 punti (41 contro 34), ma dopo il succitato scontro diretto – prima partita dopo il lungo stop del campionato tra festività e pausa per covid – erano il doppio, ben 14.
Clic mentale
Cosa è successo da allora? Facile dirlo: nonostante il risultato negativo, è cresciuta nel Cagliari la consapevolezza di poter essere “una big” del campionato. Costringere la capolista ad agire in ripartenza, cercando la transizione rapida e lasciando perdere la costruzione è stato un bel messaggio mandato all’intero girone: contro i rossoblù di Agostini si soffre, abituatevi. Il resto lo hanno fatto i risultati, con 6 vittorie nelle ultime 7 partite, con scalpi eccellenti: Milan, Juventus, l’Empoli campione in carica, Napoli. In 5 giornate i rossoblù hanno “mangiato” 7 punti alla Roma, che attraversa il primo, vero momento opaco della stagione. Guidati da un Tramoni finalmente decisivo e non soltanto funambolo fine a se stesso, i ragazzi terribili di Ago hanno dato dimostrazione di unità e concretezza con un 4-3-3 estremamente efficace. Il tridente leggero, con Luvumbo punta centrale e Desogus-Tramoni ai lati, prevede fantasia, corsa e gol per quanto l’angolano debba ancora trovare la sua dimensione da centravanti, specie a livello di cinismo.
Tramoni costante e concreto
Tornando alla vittoria di Lecce, l’1-3 è il manifesto del passo in avanti fatto dai giovani rossoblù a livello di approccio. Partenza a mille (come contro Pescara ed Empoli), difesa avversaria tenuta in costante allerta e tanta, tantissima densità nella propria metà campo. E, quando i meccanismi difensivi si sono inceppati, ci ha pensato D’Aniello a mettere una pezza: l’ex vice di Ciocci è cresciuto tantissimo rispetto alla scorsa stagione e in campo si vede. Anche contro i salentini la colonna del reparto arretrato è stato Gigi Palomba, vero Líder Máximo della retroguardia rossoblù: insuperabile o quasi nell’uno contro uno, pericoloso in area avversaria sui calci piazzati, provvidenziale a fine primo tempo in mischia per evitare il pareggio. Probabilmente, però, il vero merito di Agostini è quello di aver “riprogrammato” Lisandru Tramoni, tramutandolo da dribblomane evanescente a mortifero grimaldello offensivo, capace di 4 assist e 3 gol (tutti contro il Lecce) nelle ultime 6 giornate. Il rendimento fenomenale di Lizou – come lo abbiamo affettuosamente soprannominato – è frutto del lavoro costante del tecnico toscano sulla testa dei suoi giocatori, con il trionfo dell’io messo a servizio del noi.
I risultati certamente aiutano a fare bene e anche per questo dispiace non poter vedere subito i ragazzi terribili di Ago all’esame del Genoa, squadra tignosa e in grado di mettere tanta paura alla Roma nel match giocato lo scorso 9 febbraio. Da una parte il rinvio del match può spezzare il ritmo, dall’altra però consente ai rossoblù di rifiatare in vista dell’ostica trasferta di Firenze, campo tradizionalmente ostico, prevista per domenica 20 febbraio. All’andata finì 2-1 per Kourfalidis e soci, con gol di Vinciguerra all’ultimo secondo, ma soprattutto c’è il 6-0 dello scorso campionato da vendicare. E, conoscendo l’orgoglio dei giovani rossoblù, è facile pensare che per i viola non sarà certamente una passeggiata.
Francesco Aresu