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Michele Carboni del Cagliari Primavera | Foto Cagliari Calcio

Primavera 1 | Cagliari, i dettagli fanno la differenza ma la strada è quella giusta

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I dettagli fanno la differenza. Un luogo comune in cui però il fondo di verità rimane, soprattutto nel calcio. E proprio la precisione e l’attenzione in alcuni momenti possono cambiare una partita, finanche a decidere i suoi destini. Il Cagliari Primavera di Michele Filippi si regala il terzo risultato utile consecutivo, ma il pareggio per 1-1 contro la Sampdoria ha più un sapore amaro rispetto al dolce solamente immaginato.

Continuità

Il tecnico dei giovani rossoblù non ha cambiato nulla se non il necessario rispetto all’undici iniziale visto con Lecce. L’assenza di Kourfalidis, tornato tra le fila della prima squadra in occasione della sfida contro il Brescia vinta dai rossoblù (qui la nostra analisi), ha portato di nuovo tra i titolari Caddeo. Tutto uguale in difesa, con Idrissi e Zallu sugli esterni e la coppia Palomba-Veroli, mentre in avanti l’attacco è stato ancora una volta affidato al trio Vinciguerra, Griger e Masala. Il Cagliari è partito subito forte, con Vinciguerra che dopo appena due giri di lancette è andato vicino al gol. Al quinto però è arrivata la doccia fredda inaspettata. È bastato un contrasto vinto da Ivanovic contro Palomba a mandare fuori giri la difesa isolana, con gli esterni di difesa troppo sbilanciati e un Veroli a metà strada e un Montevago così libero di punire dal limite. Tutto apparecchiato perfettamente per la rabbia di Filippi su una situazione preparata in settimana. Il colpo inizialmente è stato subito soprattutto dal centrocampo, con Carboni meno propositivo del solito. Troppa poca la cattiveria messa nel provare a conquistare le seconde palle e nei duelli, almeno fino alla prima metà della prima frazione, quando la Sampdoria ha abbassato i propri ritmi e ha iniziato a subire la reazione dei rossoblù. Diversa la capacità di trovarsi con il palleggio ma differente soprattutto l’approccio degli esterni offensivi, con Masala più all’interno dei meccanismi rossoblù. Proprio da un tocco estroso del numero 11 nasce lo spazio per il cross di Caddeo che è valso il pareggio di Griger, bravo ad arpionare il pallone in area con il destro e a spedirlo nell’angolino. Da quel momento il copione è stato diverso, con il Cagliari che ha fatto maggiormente la partita soprattutto nel secondo tempo, con più occasioni create ma non concretizzate. E proprio la capacità di colpire al momento giusto è l’altro ingrediente mancato alla squadra isolana, che ha sì rischiato almeno in un paio di occasioni con le conclusioni dalla distanza della Sampdoria, ma dall’altra parte non è riuscita a trasformare la grande mole di gioco creata in un gol che sarebbe valso altri tre punti.

Solidità

Il gruppo affidato a Michele Filippi e Francesco Pisano si sta lentamente trasformando in squadra. Lo dice l’atteggiamento tattico e la fiducia di alcuni singoli ma anche la capacità di reagire allo svantaggio che avrebbe potuto far disunire definitivamente le fila dei rossoblù. Al di là del gol subito e di qualche difficoltà dovuta al baricentro troppo basso a metà secondo tempo che ha concesso diversi tiri dalla distanza agli avversari, sembra aumentare dell’intesa Veroli-Palomba, evidente anche la crescita in fase di spinta di Idrissi mentre Zallu è cresciuto alla distanza. Un passo indietro, invece, al di là di un Cavuoti che specialmente nel secondo tempo si è messo ampiamente in luce, lo ha fatto il centrocampo, alla prima uscita senza Koufalidis dopo due gare. Meno illuminante rispetto al solito Carboni, ma è stato soprattutto Caddeo – al di là della bella palla messa per il gol di Griger e della voglia di lottare – a far fatica nel trovare continuità, finendo per intestardirsi in alcuni frangenti con giocate difficili. Per Vinciguerra è mancato solo il gol, arrivato invece per un Griger che era il tassello necessario per completare il tridente offensivo isolano. Lo slovacco dovrà essere più continuo e deciso nell’attaccare l’area, ma la prova contro i blucerchiati ha dimostrato la voglia di mettersi al servizio della squadra dell’ex Lask. Più pimpante anche Masala, che rimane però ancora troppo impreciso negli ultimi metri. E proprio il numero 11 può essere l’esempio migliore di un Cagliari cresciuto, che sa trovarsi nel fraseggio con più pulizia e meno apprensione ma che ora deve provare a fare quello step in più a livello mentale che può regalare un andamento ancora meno altalenante. Un tragitto che per essere meno tortuoso passa dalla voglia di non accontentarsi e da una maggiore cattiveria agonistica in campo, utili a evitare soprattutto quei piccoli ma decisivi blackout che possono cambiare il corso delle cose. Già contro la Juventus, che arriverà dalla sconfitta contro il Bologna, ma che viaggia ancora tra le posizioni di vetta della graduatoria, arriverà un test di maturità in cui Palomba e soci saranno chiamati a dare un’importante risposta.

Matteo Cardia

TAG:  Primavera 1
 
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