Verba volant, scripta manent. La famosa locuzione latina vale nella vita di tutti i giorni, ma non sul terreno di gioco. In campo bisogna parlare: con la voce per aiutare i compagni, con i gesti per aumentare la fiducia del gruppo e con il pallone per intimidire gli avversari. È questo uno dei concetti su cui sta battendo di più Leonardo Semplici nel ritiro in Val di Pejo del suo Cagliari.
Reset
La squadra rossoblù parla troppo poco. L’unità del gruppo si misura anche da questo piccolo e fondamentali aspetto. Troppo silenzio uguale troppi pensieri individuali. L’ex tecnico della Spal vuole armonia e senso di appartenenza da ognuno dei suoi giocatori, perché l’obiettivo è creare un gioco nuovo rispetto alla scorsa stagione incentrata tutta sull’obiettivo salvezza e sui punti da ottenere in qualsiasi modo possibile.
Indicazioni
“Voglio una squadra attiva, bisogna dare tutto finché ne abbiamo e per far questo bisogna essere organizzati. Vi voglio sentir parlare e i primi sono i difensori”. Un mantra ripetuto in queste giornate di tattica e schemi in Val di Sole da Leonardo Semplici. Il tecnico in più di un’occasione ha interrotto esercizi e partitelle per rimproverare i suoi in caso di eccessivo silenzio in campo. “Se ci bucano, facciamo fallo e ci sistemiamo. Sullo scarico lungo del portiere non andiamo, ognuno tiene il suo riferimento: l’attaccante non deve farsi saltare, ma deve indirizzare all’esterno. Stop e gioco, dobbiamo velocizzare. Quando non si parla ci… fregano”. Indicazioni tattiche chiare. Un gioco veloce, organizzato ma soprattutto che va nella stessa direzione. Dopo i colloqui individuali con cui ha rialzato lo spirito dello spogliatoio che ha permesso di centrare la salvezza ora Semplici vuole dai suoi uno step successivo. Niente più individualità o gruppetti ma una squadra che rema nella stessa direzione e si aiuta in campo. Semplici vuole alzare la voce e il tono, ora sta ai suoi calciatori recepire il messaggio.
Roberto Pinna














