Scontro di alta classifica decisivo per il piazzamento ai playoff tra il Pisa guidato da Luca D’Angelo e il Cagliari di Claudio Ranieri. I nerazzurri sono reduci da un periodo non particolarmente positivo, con due sconfitte, un pareggio e una vittoria nelle ultime quattro; guai però a sottovalutare la squadra toscana perché il periodo negativo è coinciso con un susseguirsi di problemi fisici di alcuni dei giocatori più importanti, ma nella gara di lunedì torneranno tutti a disposizione tranne il centrocampista Touré. Analizziamo i principali punti di forza e i principali difetti della squadra di D’Angelo.
La qualità del tridente offensivo
Il modulo di riferimento del Pisa è un 4-3-1-2 a trazione anteriore con un trequartista dal grande impatto offensivo come Morutan e due punte di ruolo tra Gliozzi, Moreo e Torregrossa. Nelle ultime settimane a causa di alcune assenze D’Angelo ha optato per una difesa a tre, ma senza rinunciare ai due riferimenti di peso in avanti. I nerazzurri sono una squadra temibile in avanti come dimostrano i 42 gol realizzati in questo campionato (3° miglior dato della Serie B). Questi numeri non sono casuali, il tridente offensivo è composto da giocatori di alto livello come Morutan (6 gol e 7 assist) che si è rivelato uno dei migliori giocatori della cadetteria, Gliozzi (9 gol) e Torregrossa, il quale ha saltato diverse partite per infortunio ma è in grado di fare la differenza anche a livelli più alti come i tifosi rossoblù ben sanno. Una delle caratteristiche principale nella fase offensiva dei toscani è la capacità di dialogare dei giocatori offensivi, i quali cercano di stare sempre vicini per facilitare le combinazioni nello stretto, specialmente quando gioca Torregrossa che ha la struttura fisica e il fiuto del gol del bomber ma anche le capacità tecniche di una seconda punta.
Giocare con due punte fisiche e brave in area di rigore fa sì che il Pisa occupi molto bene l’area di rigore, accompagnando l’azione solitamente anche con il trequartista e una mezzala sul lato debole. Inoltre, la presenza del doppio centravanti costringe spesso le squadre avversarie a collassare dentro l’area per poter gestire meglio eventuali cross dal fondo, ma questo permette a Morutan di trovare tanto spazio attaccando dal limite dell’area dove può essere servito con un passaggio a rimorchio.
I punti deboli
I ragazzi di D’Angelo agli ottimi numeri offensivi abbinano dei discreti numeri difensivi: 30 gol subiti, quinto miglior dato del campionato assieme proprio al Cagliari. Ci sono però alcuni aspetti della fase difensiva dei nerazzurri lontani dalla perfezione che i rossoblù possono sfruttare a loro vantaggio. Come visto già in altre analisi di squadre che prediligono il 4-3-1-2, la mancanza di ampiezza naturale di questo schieramento rende difficoltosa l’occupazione in orizzontale del campo: se i tre di centrocampo rimangono stretti, gli avversari possono trovare spazio d’attaccare sull’esterno; se invece uno dei centrocampisti si allarga per dare manforte al proprio terzino allora si possono aprire dei varchi centralmente. Ranieri da questo punto di vista ha sempre preparato bene le gare contro squadre che si schieravano con un modulo simile, per cui è facile prevedere che i giocatori chiave potrebbero essere Azzi e Mancosu. Il brasiliano ha le capacità palla al piede sia per battere il proprio uomo in uno contro uno che per attirare il raddoppio e creare spazi in mezzo al campo; il trequartista sardo invece con la fluidità posizionale che lo contraddistingue è in grado sia di dare una mano sull’esterno per creare superiorità numerica (anche grazie all’aiuto di Lella), sia di muoversi tra le linee alle spalle della linea di pressione per poi imbeccare gli attaccanti.
Un difetto riscontrabile in buona parte delle gare giocate dal Pisa in questa stagione riguarda la copertura del lato debole dentro l’area. Soprattutto contro squadre che schierano due punte dal primo minuto, D’Angelo chiede al proprio terzino di stringere tantissimo la posizione al fianco dei centrali per mantenere la superiorità numerica (3vs2), ma il contro di questa soluzione è lo spazio che viene lasciato agli avversari sul palo lontano. In questo senso si sentirà sicuramente la mancanza di Zappa che ultimamente ha dimostrato di avere feeling con il gol e più in generale con l’attacco dell’area. Sarà fondamentale quindi per il Cagliari occupare in maniera ottimale gli ultimi venti metri di campo con gli inserimenti delle mezzali (soprattutto Lella considerando che Nandez sulla destra è spesso l’incaricato al cross) e del terzino lontano.
Un ulteriore aspetto che caratterizza la fase difensiva del Pisa riguarda il comportamento dei due centrali, i quali sono spesso incaricati di rompere la linea per uscire. Questo accade sia centralmente se per esempio gli avversari trovano un uomo libero sulla trequarti, sia sull’esterno nel caso in cui il terzino è stato preso alle spalle. Si tratta di una mossa coraggiosa e sempre più attuata nel calcio moderno, ma se il difensore esce con i tempi sbagliati si possono creare delle voragini nella retroguardia. Una strategia intelligente in questo senso potrebbe essere quella di usare Mancosu come esca sulla trequarti per tirare fuori un centrale e attaccarlo alle spalle con l’inserimento di una delle punte.
Insomma, le soluzioni tattiche e imprevedibili non mancano né al Pisa né al Cagliari. Si prospetta una partita molto intrigante tra due squadre forti che cercano sempre di vincere la partita a prescindere dalla posta in palio, ancor di più in una sfida così delicata in ottica playoff.
Marco Lai