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Passo avanti, passo indietro: il lento ballo della Dinamo Sassari

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Un passo avanti e un passo indietro. La Dinamo prosegue nel suo percorso di crescita, mostrando lati positivi e negativi che sembrano il prodotto della poca conoscenza di sé stessi. Per diventare grandi però si passa anche dalle sconfitte pesanti, come quella subita a Tenerife.

Bene solo alla partenza

L’inizio aveva illuso. Un approccio più aggressivo in difesa aveva fatto suonare qualche campanello d’allarme in casa Vidorreta, inducendo il coach iberico a chiamare il primo minuto a disposizione dell’incontro. Dopo il parziale iniziale di 2-7 la Dinamo ha tenuto il rientro di Fitipaldo e compagni, chiudendo il primo periodo in parità e con il solo problema dei falli a preoccupare – 2 di Gentile, 3 di Borra. Dopo il canestro di Logan ad aprire il secondo periodo, la Dinamo si è però spenta. Tenerife è salita d’intensità in difesa torchiando i portatori di palla e rallentando ancora di più il gioco offensivo sassarese. Dall’altra parte del campo, Huertas e Fitipaldo hanno capito i punti deboli della difesa e hanno avuto vita facile nell’alternare le soluzioni per mettere in ritmo i compagni. Un copione ripetuto nel secondo tempo almeno fino al quarto periodo, quando la Dinamo ha avuto una reazione d’orgoglio a certificare che sotto la cenere una piccola fiamma restasse comunque viva. È bastato mettere un po’ di cattiveria e di spregiudicatezza in più per diminuire un parziale troppo largo. Poi, negli ultimi due minuti, sono tornati i fantasmi e le gambe si sono fatte pesanti, rendendo nuovamente pesante il passivo. Quello che in tanti definivano come il Girone della Morte effettivamente lo è. Tenerife è una squadra profonda, che cambia poco negli anni e che in Europa si esalta, Ludwigsburg è riuscita a sorprendere per interpreti ed energia, il Prometey nonostante le due sconfitte ha un roster che può definirsi di prima fascia e vorrà provare ad agganciare almeno il terzo posto. In questo quadro la Dinamo ha bisogno di trovarsi per dimostrare di poter essere la mina vagante, la squadra che rovina piani ed equilibri degli altri. Il tempo è poco ma i dettagli possono essere ancora limati. Gran parte delle possibilità passa dalla volontà di squadra e staff tecnico.

Stessi problemi

Anche nella serata spagnola i problemi evidenziati sono quelli che rincorrono gli uomini di Cavina da inizio stagione. Già nel torneo disputato a Cagliari, le letture sul pick&roll centrale in difesa erano deficitarie. Troppa l’indecisione nelle scelte sia del lungo che del piccolo, situazione che pone in condizione i play avversari di prendere le scelte con troppa facilità. Subire in quella porzione di campo significa aprire un vaso di Pandora: non solo la palla per chi ha portato il blocco ma anche spazi sul perimetro che si aprono per i compagni, oltre che la soluzione personale per il portatore di palla. Una maggiore aggressività aiuterebbe, così come evitare alcune distrazioni viste nell’ultima partita, ma questa passa anche da compiti e scelte tattiche chiare che fino ad ora paiono latitare. Un problema che ha necessità di essere risolto per aiutare a sviluppare anche meglio le dinamiche offensive sassaresi: il parziale dell’ultimo periodo ha visto come protagonista un quintetto piccolo, che accettava i mismatch ma faceva della voglia di recupere palla e correre il suo obiettivo principale. Una scelta che può essere vista come una possibile soluzione o un esempio per i compagni in panchina per dimostrare che se si vuole, si può, nonostante le difficoltà e la forza dell’avversario. Perché la Dinamo ha bisogno sì di ritrovare gli interpreti della stagione passata, anche se da Burnell ieri una risposta è arrivata, ma deve soprattutto trovare un’alchimia di squadra da cui passa il futuro della propria annata.

Contro Treviso sarà una partita in cui ritmi e agonismo in difesa saranno cruciali. La DeLonghi è una squadra giovane e sfacciata, una diretta concorrente per i playoff con cui bisognerà fare i conti fino al termine di stagione. Una stagione, appunto, in cui ogni partita è importante: la Dinamo ha dimostrato di poter fare bene in approccio alla gara, ora è arrivato il momento di voler avere un impatto su tutti i 40’ di gioco. Tocca alla squadra rispondere.

Matteo Cardia

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