Fiducia al 3-5-2 o spazio alla difesa a quattro, dando una chance al 4-2-3-1 già visto contro la Cremonese? Una domanda che nel calcio di oggi, mutevole e fluido in cui i concetti di “numeri e modulo” sembrano quasi essere superati, potrebbe avere poco senso. Chissà però se Davide Nicola durante la settimana di preparazione della delicatissima sfida del Tardini contro il Parma – in programma lunedì 30 settembre alle 20.45 – avrà pensato di cambiare sistema di gioco, alla luce dello “zero” alla voce vittorie in campionato dopo cinque giornate.
Possibilità
“Oggi (martedì 24 settembre, ndr) si è visto qualcosa di nuovo. Man mano che alleno questi ragazzi, che incamero i dati, le idee sono chiare su quelle che sono le caratteristiche dei giocatori. I due modi di poter stare in campo li abbiamo chiari, su quelli stiamo lavorando. Di questo sono contento perché sono solo due giorni che di fatto lavoriamo su questo, andiamo avanti e vediamo”. Così il tecnico rossoblù ha commentato il cambio di modulo durante la sfida di Coppa Italia contro la Cremonese, un match certamente utile per fare esperimenti sia sul piano del turnover che su quello tattico. Contro il Parma però i punti conteranno ben più di un ottavo di finale di Coppa Italia e lo spazio per l’errore si assottiglia decisamente. E dunque, si torna al dubbio iniziale: insistere sul 3-5-2, sistema provato e riprovato per quasi due mesi e mezzo o virare sull’alternativa 4-2-3-1 che, in ogni caso, ben si presta al ritorno al consueto modulo durante il match? Soltanto al momento del fischio d’inizio si avrà la risposta definitiva, ma le ultime parole in conferenza di Nicola lasciano spazio a una possibile modifica del sistema di gioco rossoblù. Nel nostro focus di presentazione sul Parma abbiamo cercato di mettere in evidenza pregi e difetti della squadra di Pecchia, che nelle prime giornate ha portato a casa 5 punti, uno a partita. Ripartenze letali e difesa come anello debole: questa, in estrema sintesi, l’analisi sugli emiliani che hanno in difesa mostrato di soffrire particolarmente sugli esterni. Specialmente sulla destra, dove il Parma fin qui ha pagato il fatto di avere sulla trequarti un attaccante come Man, abilissimo in dribbling e tiro ma decisamente meno in copertura. Discorso simile a sinistra, con Mihaila che però tende a rientrare di più rispetto al connazionale per dare una mano al terzino, anche se difesa e mediana ducali spesso sono risultati reparti “scollati”.
Fluidità
Udinese, Milan, Lecce. Di questa fragilità sulle fasce hanno approfittato un po’ tutti gli avversari del Parma. Da manuale a riguardo la partita giocata al Tardini lo scorso 16 settembre dai friulani di Runjaic (schierati con il 3-5-2). Ehizibue e Kamara, i quinti scelti allora dall’ex tecnico del Legia Varsavia, misero costantemente in evidenza le lacune in copertura degli emiliani. Tre gol arrivati praticamente in fotocopia, sempre con la stessa costruzione come già anticipato nel focus già citato: cross da sinistra di Kamara, palla in area per il centravanti e pallone in rete sulla prima palla (gol di Lucca) o dopo la sponda sulla seconda (entrambi i gol di Thauvin). Ma già nel primo tempo questa tipologia di azione aveva creato pericoli nell’area parmense, con il solito Thauvin a sfiorare l’eurogol in rovesciata su cross, manco a dirlo, di Kamara. Sfruttare le fasce mettendo pressione ai terzini gialloblù, dunque, stando però attenti alla pericolosità dell’attacco di Pecchia. Tutte indicazioni certamente studiate da Davide Nicola e dai suoi collaboratori, alla ricerca di soluzioni utili per sfruttare i punti deboli del Parma e quelli di forza del Cagliari, concetto che il tecnico piemontese ama ripetere. Resta da capire con quale veste tattica i rossoblù si presenteranno al Tardini. L’opzione di schierarsi a specchio, quindi riproponendo il 4-2-3-1 di stampo “ranieristico”, permetterebbe a Nicola di sistemare Zappa e Augello come terzini e la coppia Mina-Luperto al centro, sistemare la “diga” formata da Makoumbou e uno tra Adopo e Deiola davanti alla difesa più il trio Zortea, Marin e Luvumbo alle spalle di Piccoli. Così facendo il rumeno agirebbe in una zona più avanzata con meno compiti difensivi, demandati ai due mediani, discorso valido anche per i due esterni offensivi più liberi di fare male alla difesa gialloblù. Ma, soprattutto, sarebbe facile convertire questo undici nel 3-5-2, con Augello e Zortea a fare tutta la fascia e Luvumbo riproposto in linea con Piccoli. A quel punto Gaetano, Viola e Lapadula sarebbero le armi da usare a gara in corso. In caso di conferma per il 3-5-2, invece, Nicola potrebbe proporre il doppio centravanti in linea come visto già durante il ritiro valdostano con l’inserimento di Gaetano e Lapadula nell’undici titolare e Luvumbo pronto a entrare.
Che soluzione sceglierà dunque Nicola? A prescindere dalla decisione finale, sarà fondamentale per il Cagliari cambiare registro rispetto a quanto visto contro l’Empoli. I dieci giorni tra le due sfide – con in mezzo la Coppa Italia – hanno permesso al tecnico rossoblù di avere più tempo del solito per lavorare con i suoi ragazzi, sfruttando anche il ritiro deciso dal club. Con il recupero di Prati che si fa più difficile (obiettivo averlo in gruppo per la Juventus) e le probabili assenze di Pavoletti, Jankto e Wieteska, Nicola dovrà fare di necessità virtù per trovare la prima vittoria in campionato. Ritrovando l’intensità e l’attenzione delle prime partite stagionali, che avevano permesso al Cagliari di uscire imbattuto dalle sfide contro Roma e Como, destando una buona impressione anche dal punto di vista del gioco.
Francesco Aresu