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Paradosso Olbia: dopo un’annata fallimentare l’unica certezza รจ la retrocessione

L'esultanza dei bianchi dopo il gol di Ragatzu in Olbia-Pineto | Foto Sandro Giordano
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Buio, sipario, fischi. Si รจ chiusa con lโ€™ennesima sconfitta, la ventiquattresima in trentotto gare, lโ€™annata dellโ€™Olbia. Un 1-4 contro la Spal che non ha concesso ai galluresi, giร  retrocessi matematicamente da una settimana e mentalmente da quasi un mese, nemmeno lโ€™onore delle armi davanti al proprio pubblico. Una partita con i bianchi parsi, come spesso in stagione, inermi davanti allโ€™avversario, con i 90 minuti contri i ferraresi che sono stati simbolo perfetto di un campionato dove nulla o quasi ha funzionato a Olbia, al di lร  delle prime tre giornate (con tanto di vittoria sul Cesena) che avevano illuso su un torneo da protagonista in positivo e non in negativo.

Futuro incerto

I galluresi tornano in Serie D dopo otto anni di battaglie, compresi playout e playoff storici, in Lega Pro. E ci tornano non solo con lโ€™ultimo posto in classifica ma soprattutto dopo unโ€™annata in cui la smobilitazione e lโ€™incertezza nel futuro hanno rappresentato la parola chiave. E di fatto a guardare bene dentro il Nespoli a fine gara contro la Spal lโ€™unica vera certezza per questa rosa รจ che al momento รจ retrocessa in Serie D, riuscire a capire in maniere nitida cosa succederร  da qui a qualche mese in Gallura sembra unโ€™impresa anche per astrologi e indovini. E pensare che in autunno lโ€™ingresso in societร  del gruppo svizzero Swiss Pro era stato annunciato come uno step fondamentale per il futuro del club. Anche dagli stessi vecchi dirigenti, con lโ€™ex patron Marino in testa. Con le prime parole del nuovo board olbiese che non sono state rivolte ai progetti a breve termine per rinforzare una rosa sul limite del baratro della retrocessione, ma che hanno guardato piรน al contesto. Stadio, squadra femminile, strutture di allenamento e tutta una serie di iniziative collaterali al rettangolo di gioco. Tutte belle parole che ora restano come bolle di sapone pronte a esplodere per un club che ha anche giร  annunciato una battaglia legale sulla revisione dei conti per la precedente gestione societaria. E per un progetto tecnico che si ritroverร  senza giocatori e senza staff sotto contratto dopo il ritorno nel dilettantismo.

Ripartire

Lโ€™Olbia dovrร  ripartire dalla Serie D e giร  questa deve essere vista come unโ€™impresa e uno step da non dare per scontato, anche nel riuscire a fare una squadra subito competitiva che possa far dimenticare presto la quarta serie, al di lร  di un derby vintage contro lโ€™Ilvamaddalena. La societร  svizzera, con il nuovo presidente Guido Surace e i membri del Consiglio direttivo Klaus Schwerdtfeger e Benno Rรคber, da settimane rimanda una conferenza stampa (che alla fine si terrร  martedรฌ 30 aprile) che si annuncia cruciale almeno per capire quello che sarร  il programma della Swiss Pro per far ripartire lโ€™Olbia dalla quarta serie. La speranza รจ che i dialoghi soffici e inconsistenti come le nuvole questa volta facciano spazio alle poche ma definite certezze. Lโ€™Olbia economicamente ha la forza per ripartire con slancio dalla Serie D? Quali sono i programmi per farlo nel minor tempo possibile? Quali battaglie porterร  avanti la nuova societร  dopo essere entrata dโ€™amore e dโ€™accordo con i vecchi dirigenti salvo poi far volare gli stracci? Chi si assumerร  davanti alla piazza, unica vera vittima, le colpe di una stagione fallimentare dopo unโ€™annata di dita puntate gli uni contro gli altri? Tutte domande nette che non potranno restare appese tra le righe di belle e vuote parole su progetti e mirabolanti programmi futuri. Perchรฉ lโ€™Olbia o si ricostruisce ora con i fatti o non si ricostruisce. Senza usare mezzi termini.

Roberto Pinna

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