Tutto vero: la festa della liberazione per l’Olbia è stata festeggiata con quarantott’ore d’anticipo. Col 3-1 casalingo sul Grosseto e i risultati concomitanti sugli altri campi l’ultima uscita stagionale sul Nespoli è coincisa con la festa per l’ingresso nei play-off 2021-2022. Non solo: i bianchi si sono qualificati da noni, grazie alle sconfitte di Carrarese e Vis Pesaro, andando a pescare la sesta negli spareggi promozione, ovvero l’Ancona-Matelica.
I numeri
Un risultato straordinario figlio di un girone straordinariamente equilibrato, come conferma il dato dei punti: all’Olbia sono bastati 46 punti per qualificarsi da noni, mentre nella stagione scorsa il record dei 47 punti valse solo il tredicesimo posto. Passaggio dal girone A al girone B spesso evidenziato durante l’anno, per la presenza di piazze prestigiose e difficoltà logistiche non secondarie. Per la cronache 46 punti varrebbero il decimo posto nel girone A di quest’anno (Pergolettese) e il dodicesimo in quello C (Latina a 45), quindi indubbiamente miglior posizione possibile. L’Olbia ha tagliato questo traguardo con un bilancio complessivamente negativo: 11 vinte e 14 perse, con 13 pareggi a muovere la classifica. Segno meno anche alla casella dei gol: 44 fatti e 47 subiti. Anomalie di una stagione da montagne russe tra grandi exploit ed esitazioni che più volte hanno fatto pensare che il treno fosse partito.
Vittoria grandi firme
I bianchi sono stati bravi a non tremare nel momento decisivo, mentre dagli altri campi arrivavano notizie favorevoli hanno accelerato il gioco e indirizzato il punteggio a favore nella prima mezz’ora. Le firme sul tabellino sono quelle di pregio: Ragatzu e Udoh, appaiati a 13 reti ciascuno, e finalmente Biancu, che al di là dell’incoraggiamento costante ottenuto dallo staff ha disputato una stagione di transizione da riscattare il prima possibile.
Poca roba, d’altronde, i maremmani già retrocessi in serie D e senza troppa voglia di rovinare la festa, anche se hanno comunque subito l’annullamento di due gol, segno che perdere non piace mai a nessuno.
E ora?
Tante volte questa domanda era accompagnata dall’analisi delle occasioni perse, per cui è bello questa volta poter parlare di una nuova pagina di storia calcistica isolana: i play-off per la Serie B. Sia detto subito (il cronista si prende le responsabilità di quanto sta per scrivere): la promozione è qualcosa di meno che un’utopia, troppe le difficoltà e le avversarie di rango sul percorso, ma essere presenti al gran ballo è di per sé un risultato da esibire con orgoglio. A maggior ragione ricordando che nessuna squadra isolana – eccetto il Cagliari – è mai stata in cadetteria. La formula è semplice: 90 minuti in casa della miglior qualificata che in caso di parità passerà il turno. Traduzione: l’Olbia per andare avanti dovrà sempre vincere e, per giunta, sempre in trasferta.
Mente sgombra
Nel post-partita la domanda era oggettivamente precoce, a maggior ragione perché la preparazione per Ancona inizierà domani (martedì), ma un pensiero si fa largo: oltre ad ogni soluzione tattica l’Olbia ha un grande vantaggio: non ha niente da perdere. Aver centrato i playoff è il risultato che si inseguiva, nessuno chiede di arrivare in B – e probabilmente non ci sarebbero neanche le strutture per affrontarla – ma la libertà mentale di poter entrare in campo col pensiero “Male che vada perdiamo” può portare Ragatzu e compagni a cercare la giocata decisiva con la leggera spensieratezza. Insomma: brava Olbia, hai scritto una pagina di storia, ma chissà che l’appetito non venga mangiando. O per dirla con Franck: il meglio deve ancora venire.
Claudio Inconis