Eppur si muove. L’Olbia c’è ancora e anche se con tanta fatica la squadra gallurese è viva. I bianchi di mister Marco Gaburro hanno visto l’inferno da molto vicino, con l’ultimo posto in classifica nel girone B di Lega Pro mantenuto per gran parte dell’ultimo turno di campionato. Con la forza del carattere e del gruppo, però, Ragatzu e soci hanno riacciuffato per ben due volte la Fermana (qui la cronaca integrale del match), portando a casa un pareggio per 2-2 che mantiene ancora in vita l’Olbia almeno per la corsa ai playout, mentre ha ormai i contorni del sogno la speranza della salvezza diretta che, allo stato attuale, è lontana 8 punti a nove giornate dal termine.
Parola ai senatori
In occasione della conferenza stampa all’anti-vigilia, mister Gaburro era stato buon profeta. Lo scontro salvezza contro i gialloblù marchigiani sarebbe stato un test probante dal punto di vista emotivo e caratteriale. Con una Fermana particolarmente aggressiva nel primo quarto d’ora e avanti 1-0 dopo tredici minuti con il gol di Sorrentino, l’Olbia poteva abbassare la testa e mollare la presa proprio nel momento più delicato della stagione. La reazione, invece, è stata immediata e firmata da chi aspettava da tanto tempo di tornare ad essere protagonista ovvero Ragatzu, che finalmente ha ritrovato la tanto agognata serenità e soprattutto il gol – il quinto del suo campionato – che gli mancava da oltre cinque mesi (dall’1-0 dello scorso novembre contro il Pineto). Nella ripresa, poi, dopo il nuovo svantaggio con il rigore di Giovinco, i galluresi non hanno mai mollato e alla fine la scena se l’è presa un altro senatore dello spogliatoio isolano come capitan La Rosa. Non solo grinta, aggressività e leadership in mezzo al campo per il numero 3, ma anche un gol che ha rimesso l’Olbia sul livello del mare quando tutto sembrava perduto.
Numeri
Le gare in trasferta non sono più un tabù, quantomeno dal punto di vista dei numeri, per l’Olbia. Il 2-2 del Recchioni contro la Fermana ha infatti interrotto un’emorragia di punti lontano dal Nespoli che durava dal 26 novembre scorso, dal 2-2 contro il Sestri Levante. Dalla sfida contro i rossoblù liguri di mister Barilari, l’Olbia ha perso le successive 7 partite fuori casa senza riuscire nemmeno a trovare la via del gol e subendone di contro 11. Dopo una lunga serie di risultati negativi, è arrivato invece un punto che sicuramente dà un pizzico di morale in più ai galluresi, che in questa stagione hanno avuto delle evidenti difficoltà nell’affrontare i match lontano dalla Sardegna, con 6 punti conquistati su 15 gare esterne totali (peggior rendimento esterno del girone B di Lega Pro).
Assenze e certezze
In un match così delicato in ottica salvezza, l’Olbia è partita con un handicap non da poco, ovvero le tante assenze. Viste le squalifiche di Motolese, Montebugnoli, Biancu e Nanni, oltre agli infortunati Cavuoti e Schiavone, mister Gaburro ha dovuto ridisegnare la sua squadra, optando per il 4-3-2-1. Turnover ragionato ma obbligato per l’ex allenatore del Rimini, che comunque ha avuto delle buone risposte da alcuni giocatori presenti nella sua rosa. Oltre ai già citati Ragatzu e La Rosa, hanno sicuramente ben figurato i due difensori centrali Bellodi e Palomba. Sia lo stopper mantovano che l’ex capitano del Cagliari Primavera hanno tirato fuori una prestazione molto convincente. Bene, sempre nel reparto arretrato, pur con qualche brivido di troppo a livello disciplinare, anche Arboleda, protagonista di un duello appassionante e senza sconti sulla corsia con Petrungaro. Tra i subentrati, invece, buon impatto per Scapin, al suo primo assist con la maglia dell’Olbia (in attesa di sbloccarsi anche a livello realizzativo) e decisivo ai fini del risultato per il 2-2 al 95′ di capitan La Rosa.
Carica
“Affronteremo la prossima partita con una carica maggiore”. Parole di Marco Gaburro nell’immediato post partita di Fermo. L’allenatore dell’Olbia ha voluto sottolineare il valore del punto conquistato in trasferta dai suoi ragazzi nel finale di gara sebbene la situazione resti comunque molto critica, con 22 punti in 29 gare ufficiali e un penultimo posto che non fa dormire sonni tranquilli all’ambiente gallurese, in primis alla nuova proprietà svizzera che in settimana aveva provato a scuotere la squadra. Con parole non dolci verso l’attuale presidenza e sul direttore sportivo Tatti e con l’inserimento nel progetto come consulente tecnico di un profilo sicuramente ingombrante per carisma e curriculum come quello di Ninni Corda. E da qui a breve sarà lecito aspettarsi altri ribaltoni? Vedremo. Intanto nel prossimo futuro dell’Olbia c’è un impegno infrasettimanale particolarmente ostico. I bianchi, infatti, affronteranno in casa al Bruno Nespoli – mercoledì 6 marzo alle ore 18.30 – una Juventus Next Gen, attuale ottava forza del girone B di Lega Pro con 38 punti insieme ad Arezzo e Rimini, e vogliosa di riscatto dopo il 2-2 casalingo del Moccagatta di Alessandria subito nel finale contro un’altra formazione che punta ai playoff post season come il Gubbio. Una sfida, quella contro i bianconeri di Brambilla, che per l’Olbia rappresenterà l’ennesima finale da non sbagliare – come detto dallo stesso Gaburro – e da giocare sul filo del rasoio, con la consapevolezza di avere ancora il destino nelle proprie mani. Il bicchiere mezzo pieno è fatto di due fattori: il punto con la Fermana non accontenta nessuno, ma per come è arrivato è sicuramente una scossa umorale che può servire, eufemismo, a questa rosa dopo settimane di apnea continua; in secondo luogo finalmente l’Olbia ha ritrovato i suoi pretoriani, la rete di Ragatzu è l’arcobaleno dopo la tempesta e fa sperare su una continuità per l’ex Cagliari da qui alla fine del campionato, mentre la rete di La Rosa fa capire come i veterani di questo spogliatoio saranno gli ultimi a mollare per evitare la Serie D. E scusate ma non è poco in un momento così delicato.
Fabio Loi