Il destino della Serie C 2019/2020 sembra essere segnato; tre promozioni dirette (Monza, Vicenza e Reggina), tre retrocessioni (ricorsi di Rimini e Gozzano permettendo) e playoff e playout su base volontaria.
In palio un posto nella cadetteria per chi vorrà partecipare al mini torneo per stabilirlo (ovviamente tra quelle aventi diritto) e altre 4 retrocessioni da stabilire dalle gare dei playout di Girone A e Girone B (nel Girone C è tutto già deciso con le retrocessioni di Bisceglie e Rende che hanno più di 9 punti di distacco su chi le precede): anche la lotta per non retrocedere sarà su base volontaria, chi si rifiutasse di fare la gara spareggio scenderebbe automaticamente in Serie D. Questo lo scenario, ricordando che su tutto questo pende la spada di Damocle di una possibile rivoluzione del calcio italiano per diminuire le squadre professionistiche e pesa non poco la situazione contrattuale di tanti giocatori di proprietà o in prestito che potrebbero cambiare aria dal 1° luglio. Per ovviare a quest’ultima situazione si potrebbe pensare a un cosiddetto gentlement agreement tra giocatore e società per prolungare di qualche settimana l’esperienza con quella magia con tutti i rischi del caso (vedi infortuni che potrebbero compromettere la stagione successiva per esempio), ma la Lega Pro pensa di far disputare l’appendice ai campionati entro il 30 giugno. Le possibili date sarebbero quelle del 21 e il 27 giugno.
Qui Olbia – Il protocollo sanitario per le squadre di Serie C sarebbe insostenibile per il livello di costi molto elevato raffrontato alla capacità di spesa media per la categoria; spesa che salirebbe inevitabilmente per i sardi costretti a prendere un aereo privato unicamente per la squadra per affrontare le trasferte oltre Tirreno. “Io cercherei di tutelare la squadra, ma allo stesso tempo, personalmente, ci penserei bene ad andare avanti. Ogni viaggio comporterebbe prendere un aereo che trasporti soltanto noi, dotarci di due pullman e prendere 40 stanze singole in albergo”- le parole di Alessandro Marino, presidente dei Bianchi ai microfoni della RAI qualche giorno fa. Ecco quindi che, vista l’istanza respinta dell’interruzione dei campionati respinta dalla FIGC, il male minore per l’Olbia sarebbe quello di affrontare una sola trasferta da dentro o fuori contro la Giana Erminio, formazione già affrontata due volte in stagione (vittoria 2-1 al Nespoli e pari in rimonta a Gorgonzola 2-2 con doppietta di Roberto Ogunseye). Ma quanto costerebbe a una società affrontare i playout? Secondo quanto stimato dal giornalista della Gazzetta dello Sport Nicola Binda, i costi si aggirerebbero tra i 200 e i 250 mila euro: tale somma comprenderebbe volo privato, hotel, i tamponi (da effettuare ogni 4 giorni), costi per l’applicazione del protocollo e logistica del distanziamento. Oltre ai costi per l’Olbia il problema dei contratti in scadenza è particolarmente gravoso con una rosa che sarebbe falcidiata: alcuni giocatori in scadenza (Aresti, La Rosa, Pisano, Gozzi, Mastino e Manca) oltre ai vari prestiti che tornerebbero alla base (Candela, Ogunseye, Lella, Biancu, Giandonato, Zugaro, Altare e Miceli). In casa gallurese quindi si spinge per far disputare i playout entro il 30 giugno, sebbene la squadra non si alleni dal lontanissimo 9 marzo: all’Olbia si rinizia a pensare al campo, ma la ripresa delle sedute sarà comunicata solo dopo il comunicato del consiglio direttivo.
Matteo Porcu