L’Olbia è stata bloccata in casa dalla Lucchese, in una gara terminata a reti inviolate. Un risultato che ha lasciato un po’ di amaro in bocca a Leandro Greco, ma che può farlo sorridere per quanto fatto in campo dai suoi, come appunto dichiarato dall’allenatore stesso in sala stampa al termine della partita. L’Olbia con gli ultimi risultati non solo è tornata a respirare in classifica, grazie ai 15 punti racimolati sino ad ora, ma ha ritrovato quella spensieratezza nella costruzione di gioco che mancava probabilmente dal primo tempo dell’esordio contro il Cesena. Il tutto si è tradotto in un’Olbia più padrona del campo e capace di non far dormire sonni tranquilli le difese avversarie. Anche se ora il prossimo passo deve essere rivolto a concretizzare le palle gol create.
Qualità nel palleggio
Rispetto a qualche giornata fa, l’Olbia di Leandro Greco continua nel percorso di crescita, reso evidente dalla manovra in campo mostrata nella gara contro la Lucchese. Oltre alla conferma della solita fluidità nell’impostazione dei due centrali difensivi, il pubblico di casa ha potuto apprezzare gli scambi tra gli interpreti di quello che potremmo definire “quadrilatero tecnico“, senza ovviamente scomodare paragoni ingombranti con l’analogo “quadrato magico” del Brasile nel mondiale 2006. Dessena, Mameli, Ragatzu e Biancu hanno dialogato tra di loro con sicurezza, personalità, precisione e qualità, dando alla manovra gallurese quella vivacità che spesso, forse troppo, è mancata dopo il buon avvio di stagione. E proprio la posizione di Biancu, sulla sinistra, sembra essere la chiave dell’incremento del livello tecnico del fraseggio dei bianchi, con il numero 21 che riesce così ad essere più vicino sia a Ragatzu che ai due mediani. In questo modo Biancu garantisce sia un’opzione in più per i compagni, che una fonte di gioco aggiuntiva, attirando verso di se il pressing avversario e di conseguenza creando spazi su cui si possono avventare gli altri interpreti del quadrilatero. L’ottima prova di domenica è anche grande merito, oltre ai due totem Dessena e Ragatzu, della personalità del giovane Mameli, che va di pari passo con le doti tecniche mostrate in campo. Greco sembra dunque aver trovato la formula per risvegliare l’Olbia, ma manca ancora un passo importante nel percorso di crescita dei banchi.
Concretezza
Ai galluresi manca infatti la giusta cattiveria nei pressi della porta, con diverse occasioni sprecate nelle ultime giornate, che se realizzate potevano portare ad una classifica migliore. Il simbolo di questa situazione è Nanni. Sempre tra i migliori per quanto riguarda la voglia e il lavoro sporco a vantaggio della squadra, il numero 18 non riesce però a trovare continuità nelle gioie personali nonostante, come nella gara contro la Lucchese, riceva un buon numero di palle interessanti all’interno dell’area. L’occasione fallita a tu per tu con Chiorra, dopo la respinta del portiere rossonero, reclama ancora vendetta. Forse è proprio il grande lavoro di lotta e di sponda che rende il centravanti gallurese meno lucido in zona gol. Ma il numero 18 non deve essere il capro espiatorio della carenza di reti dell’Olbia, con diversi elementi della rosa che devono e soprattutto possono, in virtù delle loro qualità, migliorare la mira nei momenti decisivi. D’altra parte, nella scorsa stagione ben 14 delle 19 reti di Ragatzu sono arrivate nel girone di ritorno. Un dato che fa ben sperare per il prosieguo della stagione, anche se tutta la squadra deve lavorare per capitalizzare le palle gol che sta riuscendo a creare con discreta continuità nel corso delle ultime giornate. Se i ragazzi di Greco raggiungeranno questa maturità, che andrebbe a sommarsi alla consolidata grinta difensiva e alle recenti prestazioni nel palleggio, potrebbero essere una vera e propria mina vagante del girone.
Andrea Finiu