La quiete dopo la tempesta. Contestualizzando il titolo della poesia scritta da Giacomo Leopardi nel 1829, anche l’Olbia cercava la giusta calma dopo una settimana particolarmente intensa, dentro e fuori dal campo. Tra querelle societarie e il terzo cambio in panchina stagionale, con la promozione di Oberdan Biagioni in luogo dell’esonerato Marco Gaburro (che a sua volta era subentrato a Leandro Greco), i bianchi hanno provato a voltare pagina ma il tentativo di impresa dei galluresi nel 35° turno del girone B di Lega Pro non è andato a buon fine. I sardi, infatti, sono usciti sconfitti dalla trasferta del Renato Curi contro il Perugia, con un 3-0 che ha reso ancora più difficile la corsa dei bianchi verso i playout.
Segnali minimi
Con poco tempo a disposizione per pensare a eventuali rivoluzioni a livello tecnico-tattico e con l’obiettivo di preparare al meglio una partita già di per sé complicata, il nuovo corso dell’Olbia targato Biagioni non poteva fare altro se non puntare sull’aspetto emotivo. Proprio con la forza del carattere, più che con quella delle idee, la squadra gallurese ha approcciato bene la gara, con la traversa clamorosa colpita da Dessena con tiro dal limite dopo appena 10 minuti di prima frazione che ha fatto venire molto più che un brivido ai supporters del Grifo. Per l’Olbia, venticinque minuti di ordine e compattezza, che hanno fatto presagire ad un accenno di reazione rispetto alle ultime uscite ufficiali. Poi, però, nella seconda parte, è venuta fuori la maggiore qualità dei singoli del Perugia. L’uno-due terribile di Vazquez e Iannoni nel recupero del primo tempo ha reso la strada dell’Olbia ancora più impervia e in salita. Il tris di Ricci su penalty, poco dopo l’ora di gioco, ha poi chiuso definitivamente i conti. Ciononostante l’Olbia ha avuto il merito, pur essendo sotto di tre reti, di continuare a provarci (su tutti Ragatzu con un tiro da fuori che si è spento di poco alto e Bianchimano su punizione, centrale e respinta da Adamonis con i pugni) fino alla fine, anche se poi il gol non è arrivato.
Scalata
L’impegno e il carattere non sono bastati all’Olbia per portare a casa punti dalla sfida del Curi contro un Perugia che, con questo successo, ha blindato il quarto posto e la qualificazione ai playoff post season. Come se non bastasse, non solo il distacco dei galluresi rispetto alla quintultima – al momento la Recanatese, vittoriosa 4-1 contro la Carrarese – per la disputa dei playout è arrivato alla doppia cifra di svantaggio ma c’è anche l’ulteriore aggravante dell’ultimo posto in classifica. L’Olbia infatti, complice il successo a sorpresa per 2-1 della Fermana sul campo della vice capolista Torres, è ora fanalino di coda del girone B di Lega Pro con 25 punti. Per i bianchi un campanello d’allarme importante, che significherebbe retrocessione diretta in Serie D senza possibilità di appello. Tuttavia, nonostante la situazione difficile della sua squadra, il neo tecnico dell’Olbia Biagioni non ha comunque l’intenzione di mollare la presa da qui alla fine della stagione regolare. “Ci aspettano tre finali. Non abbiamo più tempo di sbagliare”. Parole chiare e nette quelle rilasciate in sala stampa dall’allenatore romano, che crede ancora fermamente nella possibilità di aggancio last minute ai playout da parte dei suoi ragazzi.
Countdown
The Final Countdown degli Europe potrebbe essere lo slogan perfetto del Biagioni pensiero per il rush finale dell’Olbia in questo campionato. Parafrasando il titolo del brano del gruppo rock svedese al momento che sta attraversando l’Olbia nel girone B di Lega Pro, sono tre le gare che mancano alla fine e tutte e tre con un grado di difficoltà diverso ma pur sempre elevato. Per far sì che i galluresi possano regalarsi un finale diverso e magari più sereno in un’annata molto complicata, l’imperativo è fare più punti possibili, con un occhio di riguardo agli altri campi e sperando in un rallentamento improvviso delle dirette concorrenti. Calendario alla mano, gli ultimi 270 minuti della regular season di Lega Pro dell’Olbia saranno contro Pescara, Pontedera e Spal. Due sfide contro due formazioni che puntano ai playoff e, a chiudere, uno scontro diretto salvezza. La speranza per l’Olbia, che ancora non è matematicamente chiamata alla resa, è che l’ultima giornata tra le mura amiche del Nespoli contro gli estensi di mister Di Carlo non sia l’ultimo atto di un addio alla terza divisione ma sia quello che possa dare una nuova chance per risollevarsi.
Fabio Loi