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Olbia, l’incubo non ha fine: serve una scossa prima che sia troppo tardi

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Undici punti dalla quintultima (Ancona), uno di vantaggio sull’ultima (Fermana). Con sette gare ancora da giocare, Marco Gaburro sa bene che la missione salvezza per la sua Olbia si fa sempre più difficile.

Sabbie mobili
Dopo la sconfitta esterna contro la Lucchese, la numero 19 in campionato, il morale tra i bianchi è sotto i tacchi. Nel pantano del Porta Elisa il gol di Disanto (alla seconda rete in carriera contro i galluresi) è stato sufficiente a una Lucchese cinica per portare a casa i tre punti e lasciare La Rosa e compagni alle prese con le acque più che tumultuose delle ultime posizioni di classifica. Per fortuna degli uomini di Gaburro la Fermana non è andata oltre il pari casalingo contro il Pineto, scongiurando il sorpasso che significherebbe ultimo posto e retrocessione diretta a fine campionato. Ma c’è ben poco da festeggiare dalle parti di via Georgia, dato che anche a Lucca l’Olbia ha palesato i soliti limiti in fase realizzativa, chiudendo ancora una volta senza riuscire a segnare, senza nemmeno mettere paura al portiere lucchese Chiorra. In difesa le cose sono andate meglio rispetto alla debacle contro la Juventus Next Gen, ma una lettura non perfetta del reparto arretrato poco dopo la mezz’ora ha permesso ai rossoneri dello squalificato Gorgone di superare Rinaldi. È bastato uno squillo a decidere una partita brutta e sporca, con un’Olbia incapace però di essere cattiva. In conferenza stampa Gaburro ha ammesso i problemi in zona gol, apprezzando però l’atteggiamento dei suoi, bravi secondo il tecnico dei galluresi a non mollare tenendo in bilico il risultato fino all’ultimo secondo.

Attacco da risvegliare
Eppure, nonostante le parole positive dell’ex Rimini, la situazione è sempre più preoccupante. Cambiano gli interpreti in attacco, ma non il risultato: Nanni sembra la brutta copia del giocatore decisivo della scorsa stagione, mentre Bianchimano fatica ancora a trovare i giusti movimenti per essere pericoloso in area avversaria. Se a ciò si aggiunge poi la scomparsa vena realizzativa di Daniele Ragatzu, in netta involuzione rispetto al 2023, il risultato è evidente: peggior attacco del girone B con sole 17 reti segnate e secondo peggiore di tutta la Serie C insieme alla Pro Sesto (peggio solo l’Alessandria con 16 nel girone A). Di fronte a dati così poco esaltanti la lettura della situazione è abbastanza semplice. Inutile fare prestazioni “di sostanza” se poi non si riesce a fare me all’avversario, a maggior ragione quando la distanza con le squadre che occupano i posti playout è così alta. Serve un cambio di rotta repentino, anche se la sensazione dall’esterno è che alla squadra di Gaburro serva una reazione simile all’elettroshock evocato da Claudio Ranieri per il suo Cagliari. Una scossa che non deve necessariamente arrivare con le dimissioni dell’ex tecnico del Rimini, ma di sicuro lo spogliatoio deve reagire per dimostrare di essere ancora vivo. Il prossimo impegno interno contro la Recanatese sarà probabilmente l’ultima spiaggia per dare un senso al finale di stagione dell’Olbia. Altrimenti queste ultime sette giornate di campionato saranno, per tutto l’ambiente olbiese, nient’altro che una lenta e dolorosa agonia verso il ritorno in Serie D dopo otto stagioni tra i professionisti. Uno scenario da scongiurare a tutti i costi, ma che diventa sempre più probabile ogni giorno che passa.

Francesco Aresu

TAG:  Olbia Serie C
 
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