Senza via d’uscita. L’Olbia ormai è prigioniera del proprio destino. La squadra allenata da Oberdan Biagioni era chiamata alla grande impresa casalinga contro il Pescara per continuare a sognare una rimonta in chiave salvezza comunque molto difficile. E invece contro gli abruzzesi di Emmanuel Cascione è arrivata una netta sconfitta per 3-0 (qui la cronaca integrale della gara) che lascia solamente rammarico, sofferenza, ma soprattutto tanta paura, con la Serie D davvero ad un passo.
Occasione svanita
Alla vigilia della gara del Nespoli contro il Pescara, mister Biagioni era stato chiaro. “Sarà la gara più importante della stagione”, aveva dichiarato il tecnico dell’Olbia in conferenza stampa. Parole, quelle pronunciate dall’allenatore romano, che non hanno certo bisogno di ulteriori interpretazioni. Scenario chiaro per un obiettivo chiaro: la conquista dei tre punti. Per l’Olbia anche solo il minimo errore sarebbe stato quindi decisivo. Eppure l’approccio iniziale dei galluresi alla sfida contro i biancazzurri abruzzesi è stato quello giusto. I primi venti minuti sono stati incoraggianti, con i bianchi che hanno provato a mettere in difficoltà il Delfino dal punto di vista agonistico e caratteriale. Poi, però, è arrivato il crollo improvviso. L’espulsione di Montebugnoli al 23′ per fallo giudicato da ultimo uomo su Merola ha rovinato i piani di mister Biagioni, che sull’altare delle più classiche ragioni tattiche del caso ha dovuto sacrificare l’ex Novara Catania. Al resto ci ha pensato la maggiore qualità dei singoli del Pescara, rappresentata dai due esterni offensivi Merola e Accornero. Il doppio gancio al mento dei due ragazzi scuola Inter e Genoa ha messo l’Olbia alle corde del ring del Nespoli, non trovando poi nel secondo tempo il giusto modo di reagire e mollando definitivamente la presa su una gara già ampiamente compromessa. La rete finale – la prima tra i pro – di Sasanelli all’89’ ha poi mandato i titoli di coda, lasciando l’Olbia in balia dei dubbi e delle proprie paure, oltre che dei propri limiti.
Presa di coscienza
Delusione e amarezza proprio nel momento più delicato per l’Olbia da nove anni a questa parte. La sconfitta contro il Pescara, la ventitreesima in questo girone B di Lega Pro (la quarta nelle ultime cinque gare di campionato nonché la seconda di fila sotto la gestione Biagioni), è quella che forse guardando la classifica farà più male. Per i galluresi una stagione complicata e tormentata, che ha attraversato diverse fasi particolarmente ostiche: dai risultati negativi all’ultimo posto in classifica, dai tre cambi in panchina (con Greco, Gaburro e infine Biagioni protagonisti del valzer della panchina in salsa gallurese) fino al cambio di proprietà con l’ingresso come socio di maggioranza della società svizzera Swiss Pro (con annessi strascichi polemici con l’ex presidente Marino che continuano tutt’ora a essere oggetto del dibattito). Ora sulla tolda di comando, in pieno mare in tempesta, c’è Guido Surace. Il neo numero uno dell’Olbia, complice il silenzio stampa degli altri membri del club, è stato l’unico a presentarsi in sala stampa dopo lo 0-3 a domicilio contro il Pescara. “Io sono molto deluso e amareggiato della situazione in cui ci siamo ritrovati, in questo momento siamo scioccati”, ha esordito Surace, che poi ha messo l’accento sul rush finale del suo Olbia in questo campionato. “In questo momento cerchiamo di capire come fare a portare la nave in avanti e sono sicuro che c’è la faremo”. Parole, quelle del presidente del club isolano, che provano a lasciare un minimo di positività all’interno di un ambiente ferito nell’orgoglio e che è vicinissimo al ritorno in quarta divisione.
Destino in bilico
La condanna alla retrocessione in Serie D non è stata ancora certificata dalla matematica, ma poco ci manca. Tutte le residue speranze dell’Olbia di provare uno sprint che ora come ora appare alquanto improbabile, sono spalle del Cesena. La capolista, già promossa in cadetteria, del girone B di Lega Pro è di fatto l’unica speranza rimasta a capitan La Rosa e compagni per poter essere ancora dentro la lotta salvezza in questo campionato. Il motivo di questo interesse da parte degli isolani è perché al Dino Manuzzi in serata, 15 aprile, arriverà la Recanatese, quartultima forza della competizione con 37 punti. L’Olbia spera che i giallorossi di Filippi escano dalla trasferta di Cesena senza alcun punto in tasca. Se però i pronostici della vigilia dovessero essere ribaltati con un eventuale blitz vincente in trasferta dei marchigiani, ecco che per l’Olbia arriverebbe la retrocessione matematica in Serie D senza possibilità di appello, rendendo quindi vani gli ultimi due impegni ufficiali della stagione contro Pontedera e Spal. L’Olbia è come non mai in bilico e tutto si deciderà in 90 minuti, con il destino che non è nelle mani dei galluresi.
Fabio Loi