“Chiedo scusa al direttore, al presidente e alla città. Quando succedono queste cose è unicamente responsabilità mia. Mi dispiace tanto, avevo in testa altre cose. Chiedo scusa a tutti, mi prendo le mie respnsabilità”. Poche parole ma chiare nel loro significato quelle pronunciate dal tecnico dell’Olbia, Leandro Greco, nel suo brevissimo intervento in sala stampa post 0-3 casalingo contro il Pontedera. I toscani guidati dal grande ex di giornata Max Canzi, storia recente e di ricordi indelebili di un passato glorioso per i bianchi galluresi, hanno fatto il bello e cattivo tempo dalle parti del Nespoli, lasciando l’Olbia nel grigiore e nei meandri della bassa classifica del girone B di Lega Pro.
Crisi
L’immagine dei calciatori dell’Olbia sotto la curva al termine del match contro il Pontedera è soltanto l’istantanea di una situazione che si è ulteriormente aggravata nelle ultime settimane e che sta portando la formazione di Greco a dover combattere più del previsto nella parte bassa della classifica. Quel diciassettesimo posto nella generale – in piena zona playout – con soli 17 punti in 18 turni di campionato testimonia come i vecchi fantasmi dell’ultima stagione siano improvvisamente tornati a fare capolino dalle parti del Nespoli. Guardare, però, al passato significherebbe soltanto aumentare i rimpianti e le preoccupazioni, che già sono di per sé tante. E poi c’è la partita contro il Pontedera da analizzare e soprattutto da digerire visto lo 0-3 subito a domicilio. Dopo il capitombolo dell’Adriatico contro il Pescara, serviva una forte reazione da parte di tutto il gruppo per cercare di cominciare la risalita. E invece l’Olbia si ritrova ancora una volta a leccarsi le ferite e a chiedersi quali siano i motivi di questa crisi. I bianchi sono apparsi parecchio confusi sull’idea di gioco da fraporre a una squadra, come quella dell’ex Canzi, che invece gioca con meccanismi già ben consolidati. Greco, dal canto proprio, ha provato a mettersi a specchio. Un 3-4-2-1, visto solo una settimana fa contro il Pescara, che il tecnico dell’Olbia sta tentando tutt’ora di sperimentare ma che, al momento, non sta dando certo delle grandiose soddisfazioni. Tatticismi a parte, i galluresi hanno provato – specialmente nel secondo tempo e a risultato già ampiamente compromesso – a mettere la gara sul piano della reazione dei nervi più che su quella delle idee. Il carattere, spesso citato da Greco in tante conferenze di vigilia e post partita, che può essere una delle basi su cui ripartire. Ma per tornare sù serve anche altro.
Squadra
Oltre ai risultati, ciò che sta pesando ulteriormente in casa Olbia sono i numeri. Il diciassettesimo posto in classifica è già qualcosa sul quale riflettere ma anche le statistiche non premiano – per ora – il lavoro di Greco e del suo staff. Nello specifico, a preoccupare e a non far certamente dormire sonni tranquilli al tecnico gallurese sono i numeri alla voce gol subiti della sua difesa. Con i due tracolli consecutivi firmati dal Pescara e dal già citato Pontedera, l’Olbia è diventata la peggior difesa del girone B di Lega Pro con 28 gol al passivo, in compagnia dell’Arezzo e della Fermana, fanalino di coda della competizione. Se poi si prendono le ultime 5 giornate di campionato, il rendimento dei galluresi è persino da ultimo posto in classifica con appena 2 punti, con annesso secondo posto alla voce gol al passivo (10, solo due in meno del Sestri Levante nel parziale, 12). Scenario simile anche per quanto riguarda l’attacco, dove i numeri parlano non solo di un digiuno che dura da 4 gare ufficiali (contro Perugia, Rimini, Pescara e appunto Pontedera) ma anche, più in generale, di 12 reti all’attivo (solo la Fermana ha fatto peggio dei bianchi con 10). E poi c’è il capitolo legato al gruppo squadra. In estate è arrivata l’ennesima rivoluzione ed è ovvio quindi che ci voglia del tempo per far sì che certi meccanismi vengano assimilati. Tuttavia la fragilità sta diventando sempre più tema dominante in casa Olbia in questa fase della stagione. Un gruppo giovane, come da tradizione dalle parti della Gallura, che però deve combattere con la dura realtà dei fatti. Il campionato di Lega Pro, in particolare nel girone B, è un torneo dove la parola d’ordine lottare non fa solamente rima con la parola obiettivo ma anche con quella esperienza. Proprio quest’ultimo fattore sta mancando e non poco al gruppo di mister Greco. L’impatto dei senatori rappresenterebbe, infatti, quel quid in più per provare a mettersi alle spalle il momento difficile. Cercasi, quindi, segnali decisi dagli uomini più esperti, su tutti da un Ragatzu apparso ben lontano dal top della condizione tecnica e fisica e da un Nanni volenteroso ma appena rientrato dall’infortunio.
Scossa
Al di là dell’obiettivo principale della stagione, che rimane quello della salvezza diretta, la parola chiave con la quale l’Olbia dovrà cercare di iniziare il suo percorso di rinascita si chiama scossa, non un vocabolo casuale visto il momento. L’ha chiesta in prima persona, con la rabbia e la delusione del caso, il presidente gallurese Alessandro Marino. “Le ultime due prestazioni sono state inacettabili. In otto anni non sono mai stato così incazzato, nemmeno quando hanno sospeso il campionato per il covid. Dobbiamo dare tutti qualcosa in più”, ha dichiarato il numero uno del club gallurese in sala stampa dopo lo 0-3 contro il Pontedera. Parole forti e nette da parte della società, che solo poche settimane fa ha ribadito con forza la propria fiducia a mister Greco, rinnovandogli il contratto fino al 2025. Un attestato di stima per il professionista che però dovrà trasformarsi in fatti concreti. Ora toccherà all’allenatore dell’Olbia fare suo questo mantra arrivato dalla proprietà per risvegliare tutto il suo gruppo. Serve, quindi, unità di intenti dal punto di vista delle prestazioni, dei risultati e del gioco. All’orizzonte per l’Olbia c’è una delicata sfida salvezza contro un’altra formazione invischiata nelle parti basse della graduatoria di Lega Pro come la Spal, terzultima e staccata di un punto dai sardi. Nella cornice rovente del Paolo Mazza, sabato 23 dicembre, i galluresi sono chiamati a fare necessariamente risultato pieno. Un eventuale successo, che manca dallo scorso 2 novembre (1-0 contro il Pineto, gol di Ragatzu), riporterebbe il sereno dalle parti del Nespoli, per guardare con maggiore fiducia e serenità al 2024.
Fabio Loi