“Offense sells tickets. But defense wins championships”. Impossibile non pensare al celebre adagio di John Madden, iconico capo-allenatore degli Oakland Raiders (NFL), per riassumere al meglio la vittoria nell’ultima uscita del 2020 dell’Olbia e lo step di maturità raggiunto dai ragazzi di mister Canzi.
La vittoria col minimo scarto (1-0) sul Lecco, infatti, è stata ispirata dalla consueta manovra ragionata e blindata dalla solidità di squadra, sia tattica che mentale, tanto che neanche l’inferiorità ha fatto perdere certezze ai ragazzi con la maglia bianca e, anzi, alla fine l’occasione migliore per segnare di nuovo capita proprio sul piede di Doratiotto, a conferma di un sostanziale controllo del campo.
Numeri. Partiamo dai dati oggettivi: 18 punti dopo 17 turni di campionato, sesto risultato utile consecutivo, seconda porta inviolata consecutiva e terza volta nelle ultime quattro uscite, con 22 gol subiti l’Olbia è la seconda miglior difesa della parte bassa della classifica, preceduta solo dal Livorno, che tuttavia si trova in zona play-out solo in seguito ad una penalizzazione per le note vicende extra-calcistiche.
Certo: resta il poco invidiabile ruolino di 14 gol realizzati e secondo peggior attacco di tutto il girone (ha fatto peggio la Giana Erminio finora, con 12) ma, ricordando la massima d’apertura: se si inizia col non prender gol, poi ne basta uno per portare a casa l’intera posta in palio.
Organizzazione. Inutile dire che leggere risultati più rotondi darebbe ulteriore spinta e convinzione a squadra e ambiente, ma intanto è bene apprezzare a pieno quello che si vede in campo: padronanza di fraseggio e più sbocchi tra corsie esterne e sponde centrali. La novità tattica, in questo senso, è stato il cambio a centrocampo con Biancu titolare in trequarti e Giandonato ad agire da play basso, con sacrificio di Lella per Ladinetti da mezzala di qualità. Un centrocampo decisamente incentrato sul gioco tecnico, con Pennington a divorare il campo avanti e indietro. Una soluzione molto interessante, che conferma le tante possibilità della rosa a disposizione di mister Canzi, che da parte sua potrà decidere se impostare una gara più di corsa o più di manovra.
Il puma. L’uomo copertina (dell’ultima sfida e non solo) è indubbiamente lui: Emerson Ramon Borges, per tutti il puma. Un soprannome nato a Livorno e ormai diventato vero e proprio nome per lui, uomo di 40 anni col sorriso da ragazzino e un incredibile amore per la Sardegna (“Sono tornato a casa, sto vivendo un sogno”) e per il suo lavoro di calciatore, che col piede mancino continua a disegnare traiettorie al bacio per i compagni. O per sé, come potrà confermare Pissardo, portiere del Lecco battuto al sette domenica scorsa con un sinistro da fuori area su schema da calcio d’angolo. Una ciliegina sulla torta formata da presenza nella propria area di rigore – praticamente imbattibile sulle palle alte – e impostazione dal basso, ma anche e soprattutto da tanti ordini di reparto e di squadra, consigli sulle posizioni e indicazioni. Un faro in campo e nello spogliatoio che ha le idee chiare sul futuro: “Stiamo crescendo bene, peccato per la pausa ma penso che ripartiremo da questa condizione”. Parola di puma.
Futuro. La penalizzazione di 5 punti inflitta al Livorno porta i labronici a quota 13, in piena zona rossa e fa, inevitabilmente, piacere alle squadre come l’Olbia in piena bagarre per tirarsi fuori. I galluresi, numeri alla mano, sono la squadra più in forma del lotto e se l’anno nuovo dovesse portare in dote una maggiore capacità realizzativa sottoporta allora per i bianchi una posizione a metà classifica è tutt’altro che utopistica. Alla ripresa delle ostilità, il 10 gennaio, il calendario porterà l’Olbia in Piemonte, a Novara che al momento è una delle grandi deluse del torneo e precede i bianchi di un solo punto. Un bivio importante per iniziare un 2021 col piglio giusto.
Claudio Inconis