L’Olbia è crollata sul prato del Tubaldi contro una Recanatese guidata da una superba prestazione del proprio capitano, Sbaffo. Ma la qualità del numero 10 non basta da sola a spiegare una disfatta del genere. Molto è passato anche da come l’allenatore giallorosso Pagliari ha preparato la gara, limitando un riferimento cruciale per il gioco dei bianchi come Nanni, chiuso da una vera e propria gabbia dei padroni di casa. Se nella gara precedente contro la Lucchese il rammarico era legato a non essere stati in grado di capitalizzare quanto di buono fatto, il risultato di Recanati lascia tanti rimpianti per il crollo subito dopo avere riaperto la gara. Un finale di gara molto lontano dall’interpretazione del gioco da parte di Leandro Greco.
Nanni isolato
Quello che ha messo in mostra la gara contro la Recanatese è il fatto che la manovra gallurese risente sensibilmente se il lavoro sporco di Nanni viene meno. Pagliari questo lo ha capito bene, creando intorno al numero 18 una vera e propria gabbia, che ha impedito al centravanti di San Marino di poter smistare agevolmente il pallone verso gli esterni e di poter impensierire il portiere di casa, Meli. Delle mancate sponde di Nanni ne ha risentito ad esempio Biancu, che in una giornata non particolarmente ispirata già di suo ha ricevuto ancora meno palloni del solito. La grande densità di maglie giallorosse attorno a Nanni ha inoltre penalizzato anche l’azione di Ragatzu, che per provare ad inventare qualcosa ha dovuto gravitare lontano dalla sua punta, perdendo di conseguenza di pericolosità. In situazioni come questa appare dunque necessario trovare soluzioni alternative, in grado di garantire un riferimento diverso in avanti per poter dare sviluppo alla manovra offensiva e mantenere palla per far salire la squadra, perché se Nanni non riesce ad innescare i compagni, tutto il motore gallurese ne risente.
Reazione e crollo
La prima parte della gara ha detto che l’Olbia può giocarsela ad alti ritmi contro un avversario offensivo come la Recanatese di domenica senza subire particolari grattacapi. Quello che è mancato è la continuità. Più di altre gare. Infatti già verso la parte conclusiva della prima frazione i galluresi hanno abbassato i giri del motore, concedendo campo e qualche spazio di troppo ai giallorossi. Dopo il doppio vantaggio marchigiano Dessena ha riaperto i giochi, dando l’impressione di poter vivere un finale all’arrembaggio. Invece è arrivato un crollo quasi inspiegabile, per una squadra che ha fatto della grinta il proprio tratto distintivo, da quando Leandro Greco è arrivato in panchina. Proprio l’allenatore gallurese ha dichiarato, nel post gara, che non gli sono piaciute le ultime due reti subite. Se questo crollo sia dovuto ad un calo fisico o mentale sarà valutato in settimana dallo staff gallurese. E allora sarà da qui che i bianchi proveranno a ripartire, cogliendo l’occasione dell’ennesimo “mini ritiro” garantito dalla sosta per le nazionali. Per far si che un crollo come quello di Recanati non si ripeta più nelle gare che verranno.
Andrea Finiu