Attesa, una parola dal doppio risvolto in casa Olbia nel recente periodo. Un termine che è diventato uno dei più utilizzati in riferimento all’attualità vissuta in quel di via Georgia. Da un lato una pausa di due settimane utile per preparare un match decisivo e importante come quello in programma sabato 30 marzo contro il Sestri Levante. Dall’altro l’impossibilità di poter subito scendere in campo, dopo il 4-1 rifilato alla Recanatese, per farsi trasportare dall’entusiasmo in vista del rush finale del campionato.
Start and stop
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Le prospettive o i punti di vista molto spesso giocano un ruolo significativo quando ci sono situazioni complicate e difficili da interpretare, con queste due settimane di riposo in casa Olbia che lasciano spazio alla riflessione e all’osservazione. Analizzando in maniera razionale e lucida la situazione, questo periodo di stop a causa delle nazionali, potrebbe mettere in una posizione di vantaggio Ragatzu e compagni. Infatti, dopo i recenti avvenimenti societari che hanno visto la Swiss Pro prendere in maniera ufficiosa le redini dell’Olbia (qui per l’approfondimento), i bianchi hanno avuto la possibilità di preparare un match cruciale come quello contro il Sestri Levante con maggiore tranquillità e tempo a disposizione. Tredici giorni in cui i galluresi hanno continuato ad assimilare il lavoro fatto dal tecnico Gaburro, affinando i meccanismi e studiando con attenzione il prossimo avversario da affrontare. L’ultima giornata del girone B della Serie C, quella in cui l’Olbia ha fatto da spettatrice, ha dato buone notizie in chiave playout. Come la sconfitta dell’Ancona sul campo della Recanatese, che sì mette i bianchi a 8 lunghezze di distanza tra Sbaffo e compagni (al 18° posto e quindi un gradino più in alto dei sardi), ma allo stesso tempo tiene la formazione biancorossa (16ª in classifica) a 9 punti di distacco con una gara in più rispetto al club isolano. Una situazione da cui l’Olbia dovrà trarre vantaggio per accorciare sulla squadra guidata da Roberto Boscaglia – subentrato ufficialmente al posto di Gianluca Colavitto ieri 27 marzo – con l’obiettivo di portare il gap sotto gli 8 punti, requisito indispensabile per disputare i playout e non retrocedere direttamente.
Difficoltà e opportunità
Guardando al rovescio della medaglia però questo stop di due settimane non è di certo una bella notizia per l’Olbia. Doversi fermare dopo aver ritrovato un successo che mancava dal 28 gennaio (in occasione del match vinto per 1-0 contro l’Arezzo al Bruno Nespoli), ottenuto grazie a un risultato netto e rotondo come il 4-1 rifilato a una diretta concorrente per la salvezza come la Recanatese, può risultare controproducente. Tredici giorni senza gare ufficiali in cui l’entusiasmo potrebbe non bastare per conservare le consapevolezze acquisite dopo l’ultima vittoria, ma in particolare per non perdere il ritmo gara e incappare in cali di concentrazione. Una sfida in cui i segnali positivi come quelli mandati dalla doppietta di Ragatzu e dal gol ritrovato di Nanni dovranno essere l’ossigeno con cui tenere viva la fiamma della speranza. Tutti aspetti importanti che dovranno prevalere sulle paure e i fantasmi di un campionato difficile e in continua salita. Ripartire quindi, come accaduto nel finale della scorsa stagione, dall’uomo più talentuoso e carismatico quale è il numero 10 dei bianchi. Un rendimento quello del fantasista di Quartu nelle ultime cinque giornate della precedente annata che, con i 5 gol realizzati in altrettanti turni (frutto di 2 doppiette contro Alessandria e Recanatese rispettivamente quartultima e terzultima giornata), diede morale, spinta e punti salvezza ai galluresi. Responsabilità però che non dovranno pesare solamente sulle spalle di Ragatzu, che come accaduto in passato, dai momenti complicati ha trovato la forza per essere determinante. La stessa forza che dovrà essere presa come esempio dal gruppo e dal club per trasformare le difficoltà in opportunità. Perché sebbene la pausa ha portato in dote la possibilità di cali di tensione, grazie al passo falso dell’Ancona ha anche regalato all’Olbia la certezza di poter essere ancora padrona del proprio destino.
Andrea Olmeo