Un punto per muovere la classifica. L’Olbia che rientra dalla trasferta di Gubbio (1-1) può esser vista come un mix di stati d’animo: anzitutto sollievo per aver interrotto la serie di sconfitte consecutive, rammarico per non aver capitalizzato meglio il vantaggio, consapevolezza di aver tenuto il campo contro una pari livello, ma anche frustrazione per non aver fatto qualcosa di più. Il tempo è tiranno, giovedì c’è la Reggiana al Nespoli, ma proviamo ad interpretare la prestazione dei bianchi.
Lato A
Non parliamo di un 45 giri ma della fase di non possesso palla, l’Olbia a Gubbio ha lasciato quasi totalmente il pallino del gioco ai padroni di casa, senza tuttavia concedere troppe palle gol. Anzi, a ben vedere il conto totale può essere in parità, se è vero che Ciocci ha dovuto compiere solo due interventi mentre il pari ruolo avversario uno, su Udoh. Ottimo Pisano, lodato dallo stesso Canzi nel dopo-partita, ma puntuali anche Brignani e Travaglini, che hanno concesso le briciole. Peccato siano bastate per subire il gol del pari.
Gestione
Sei minuti: tanto è durato il vantaggio olbiese. Ragatzu ha sbloccato il conto al 53’ e Spalluto ha bucato al 59’. Sei minuti in cui il Gubbio ha caricato rabbiosamente ma che potevano – e possono – segnare un bivio chiave della stagione olbiese. Imparare a gestire i momenti della partita possono risolverla a proprio favore, specialmente quando si fatica così tanto a produrre pericoli.
Rebus attacco
Proprio questa difficoltà offensiva inizia a essere una costante, visto che negli ultimi 3 mesi soltanto due volte si è segnato più di un gol (Pontedera il 27 novembre ed Entella il 6 febbraio, sempre al Nespoli). Se è vero che i numeri non dicono tutto è anche vero che difficilmente mentono, allora bisogna cercare di capire perché gli ultimi 20 metri sembrano sempre più ostici per i bianchi, cui il solo Ragatzu non può bastare.
E quindi: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Nel dopogara mister Canzi ha espresso il pensiero più semplice ma anche più veritiero: “Quando non si riesce a vincere non bisogna perdere”, ma ha anche aggiunto: “Se oggi non siamo stati meno brillanti è più per demerito nostro. Pur facendo bene in fase di non possesso, ci siamo portati dietro un po’ di paura legata ai recenti risultati che ci ha fatto perdere lucidità in fase di possesso. Siamo stati troppo frenetici commettendo errori che di solito non facciamo”. Testa alla prossima, dunque, e chissà che la Reggiana battistrada insieme al Modena non possa essere – contrariamente a quanto accaduto finora – l’avversario giusto per giocare con la testa sgombra e tanta voglia di assaporare la prima vittoria del 2022.
Claudio Inconis