Contenti a metà. Si è fermata contro la Giana dell’ex Brevi la serie di vittorie consecutive dell’Olbia. Anzi, a volerla rendere più colorita: si è infranta contro il pullman parcheggiato sulla linea di porta.
Non si può esser smentiti se si dice che i lombardi sono sbarcati ad Olbia con l’obiettivo chiaro di non perdere e ci son riusciti, rinunciando quasi totalmente alla fase offensiva. Onore a loro e onore anche all’Olbia, che pur provando a scardinare il bunker avversario ha peccato di lucidità e pazienza, finendo per facilitare il compito alla difesa. Con questo punto i bianchi raggiungono quota 41, in 14esima posizione, con 2 lunghezze di vantaggio sulla zona play-out.
Sorriso amaro. Un punto utile verrebbe da commentare, i bianchi sono ancora salvi direttamente e (potere dei play-off a 10 squadre) cullano ancora il sogno di sfruttare le due partite in più da giocare per scalare altre posizioni e provare a giocare gli spareggi per la serie B. Ma brucia, e non poco, non aver trovato il guizzo vincente per cambiare volto alla gara e inanellare la quarta vittoria consecutiva. A maggior ragione contro un avversario diretto che sarebbe finito a 5 punti di distanza e in svantaggio negli scontri diretti con solo 3 gare da giocare. “Quando non puoi vincere cerca di non perdere” commenta mister Canzi a fine partita, che aggiunge “Abbiamo fatto ciò che potevamo, arrivavamo da una lunga serie positiva, non abbiamo subito gol, abbiamo dominato la partita ma è finita 0-0”. Insomma, se è mancato qualcosa probabilmente è stata proprio la lucidità di testa e la freschezza nelle gambe, d’altronde è sempre bene ricordare che si trattava della quinta partita in 15 giorni.
Fatica e assenze. Inevitabile che i due fattori siano direttamente collegati: la squadra è stanca perché molte alternative sono assenti, tra infortuni e postumi dettati dal Covid. Tant’è: ogni reparto fa la conta degli assenti e, per fare un esempio concreto, a due giorni dalla sfida col Como capolista si può ipotizzare che in mediana mancheranno ancora sia Giandonato che Ladinetti, con l’incognita Occhioni a ridurre al minimo le rotazioni possibili, chiedendo gli straordinari agli stakanovisti La Rosa-Pennington-Lella e costringendo Canzi e il suo staff ad inventare qualcosa in caso d’imprevisto, come la proposta Biancu play basso, per intenderci. E se la difesa ha ritrovato Cadili ma non può fare a meno del duo centrale Emerson-Altare, in attacco sembra il momento di far rifiatare Udoh e Ragatzu, apparsi annebbiati – complice un avversario che ha badato quasi esclusivamente a difendere limitando al minimo gli spazi giocabili. In panchina scalpitano i vari Cocco, Gagliano e Marigosu, chissà che almeno uno di loro non abbia una grande chance proprio mercoledì.
Il peso della scalata. Un giorno per rifiatare, oggi, e domani sarà già nuovamente vigilia di campionato nel folle calendario causato dai rinvii Covid: mercoledì sarà di scena al Nespoli il Como capolista in cerca dell’allungo decisivo per la promozione diretta.
Allo stesso tempo l’avversario migliore e peggiore che potesse capitare. Migliore in quanto i bianchi potranno giocare nel modo a loro più congeniale contro una squadra che a sua volta proverà a giocare il pallone concedendo spazi (all’andata fu 2-2 al Sinigaglia con rigore del possibile vantaggio olbiese sbagliato); peggiore perché ovviamente si tratta di un avversario di qualità in grado di punire ogni disattenzione e decisamente più compatto rispetto alla squadra affrontata all’andata.
Tra l’altro, i bianchi (al momento a quota 41 punti con 33 partite giocate) si giocheranno tutto il rush finale (5 partite da qui al 2 maggio) con avversarie della zona play-off: Como, Lecco, Juventus U23, Novara e Grosseto. Un calendario di fuoco in cui ogni partita richiederà il massimo della concentrazione possibile. Non sarà facile, ma potrebbe essere storico.
Claudio Inconis