“Non ho una posizione fissa. Dove posso dare una mano e il tecnico pensa che possa rendere, quella è la mia zona”. Agosto 2017, Buenos Aires, Bombonera. Nahitan Nández firma per il Boca Juniors e le sue parole d’esordio dicono già tanto del giocatore uruguaiano.
Nuova vita – Nei tanti cambi tattici e di uomini che ha affrontato il Cagliari in questa stagione una certezza è stata sempre Nández. Ago della bilancia, pronto a giocare largo a destra nel trio di trequartisti del 4-2-3-1, mezzala a inizio stagione nel 4-3-3, mediano nel duo davanti alla difesa dopo l’infortunio di Rog, di nuovo mediano nel 3-4-2-1 messo in campo recentemente da Di Francesco. Il León non fa una piega, il suo motto quello dichiarato fin dal suo primo giorno con la maglia del Boca Juniors. Un motto diventato etichetta di un giocatore che nella propria carriera ha fatto della corsa, del sacrificio e della disponibilità le sue armi principali. Tatticamente in miglioramento, Nández ha sempre avuto nella sua forza anche il suo punto debole. Macinare chilometri, ma a volte con un eccesso di altruismo che lo porta fuori posizione. Nelle ultime settimane, però, da scudiero di Razvan Marin sembra aver trovato nuovamente la sua classica verve. Un periodo di appannamento post Covid che sembra alle spalle, la corsa salvezza da portare avanti da capo fila.
Duttilità – Nández davanti alla difesa, una novità forse per il Cagliari ma non per chi lo segue dai tempi del Peñarol. Arrivato al Carbonero, il León era quello che in Sud America si chiama enganche. Il collante tra centrocampo e attacco, insomma. Con i gialloneri di Montevideo però inizia il suo viaggio in mezzo al campo e da numero 10 diventa un doble cinco, un mediano davanti alla difesa. Più spazio da attaccare, più corsa da macinare, più possibilità di incidere. Certo, successivamente anche la fascia inizia a diventare il suo regno, volante esterno, come in nazionale con Tabarez dove si è sempre disimpegnato come centrocampista di destra anche per la concorrenza al centro del campo. Arrivato al Boca Juniors Nández continua il suo pellegrinaggio tra le varie posizioni della mediana, come centrocampista centrale della linea a quattro con Barros Schelotto come allenatore nel 4-1-4-1, licenza di attaccare in verticale, rompendo le linee centralmente con inserimenti dentro l’area avversaria. Oppure come in questa stagione con Di Francesco, da esterno alto del 4-2-3-1, posizione dove al Boca Juniors non lo si ricorda positivamente. Infine come ala nel 4-4-2 a destra, il ruolo della nazionale o delle ultime due partite con la maglia del Boca in Libertadores prima del passaggio al Cagliari.
La nuova vita di Nahitan Nández in rossoblù è in sostanza un ritorno alla vecchia, in un calcio sì differente da quello argentino, ma che può dare al Cagliari una nuova versione del León. Una versione più centrale, più dentro il gioco sia in costruzione che soprattutto in rottura. Libero di attaccare in verticale quando possibile, chiamato a correre per i compagni meno aggressivi in copertura. Dicembre e gennaio non sono stati due mesi semplici per tanti motivi, ma ora il Cagliari ha bisogno del miglior Nández a partire già dalla sfida contro il Torino. Lì, nel mezzo, a recuperar palloni, con dei compiti precisi, a coprire certe zone, a giocare generosi.
Matteo Zizola