Non era un pomeriggio in cui cercare tutte le risposte, ma soltanto un test per cominciare a capire cosa cambiare. La Dinamo Sassari deve riniziare daccapo un processo di conoscenza reciproca con un Nenad Markovic che però si è scontrato subito con i problemi già visti durante la gestione Bucchi. Un avversario come Milano, ancor di più la Milano in ripresa e con il rientrante Mirotic, non era quello ideale per misurare l’onda d’urto della scossa arrivata in settimana, ma nella sconfitta per 80-65 al Forum il tecnico bosniaco ha potuto vedere quello che non andava e ciò che ancora non va.
Durezza
L’approccio contro l’Olimpia non è stato malvagio contrariamente ad altre situazioni, complice anche l’inizio non perfetto degli avversari. Sassari ha fatto vedere le cose migliori soprattutto in un secondo periodo in cui ha avuto spesso pazienza in attacco e la testa giusta per rimanere in scia, con Jefferson e Diop a dare fosforo e forza soprattutto in attacco. Markovic ha tenuto anche più minuti il doppio play, con Cappelletti e l’ex Pau-Orthez in campo, esperimento che ha dato qualche frutto positivo e che potrebbe essere un indizio per il futuro. Presto però per dirlo, perché dato l’andamento della gara il nuovo allenatore del Banco quasi sicuramente ripartirà dal terzo quarto e dall’incapacità della Dinamo di venire fuori dai momenti di rottura prolungata. Il parziale di 22-0 subito nel terzo periodo dopo l’inizio positivo a guida Tyree, ha visto la Dinamo non trovare mai il canestro, soffocata dalla fisicità di Milano e dalle poche idee offensive finite tutte per gravare sugli esterni e sul continuo utilizzo dell’uno contro uno come unica arma. Ma specialmente ha mostrato una Sassari sofferente in difesa, poco attenta e dura a livello fisico. Aspetto negativo su cui Markovic non si è nascosto come evidenziato da un linguaggio del corpo che ha lasciato trasparire il disappunto in più di una situazione.
Domani
Con l’impegno a Milano si è chiuso un gennaio che poteva dire tanto sulle sorti biancoblù. Tranne che nella parte iniziale del mese però l’andamento ha ripreso a somigliare a quello visto prima della fine del 2023, con Bucchi che ne ha fatto le spese nonostante la bontà complessiva del lavoro negli ultimi due anni. Markovic avrà da lavorare tanto sull’aspetto caratteriale della squadra e questo era indubbio. Solo in futuro, probabilmente, si vedrà qualche sottile accorgimento tattico, con la ricerca della transizione che potrebbe essere più accentuata. Tuttavia, prima della pausa lunga servirà per l’ennesima volta in stagione un segnale di vita da parte della squadra. Quello scatto d’orgoglio che consenta all’ambiente di vedere non un flash, ma qualcosa di più duraturo. Anche perché prima della Coppa Italia e degli impegni della Nazionale che potrebbe portare ad altre decisioni sul mercato su richiesta del coach ex Dijon, ci sono due partite importanti da giocare. La prima è quella in casa contro la Cremona dell’ex Demis Cavina, che ha perso domenica contro una Varese in ascesa grazie al duo Mannion-Spencer ma rimane la sorpresa del campionato insieme a Pistoia. Subito dopo ci sarà la sfida contro Tortona, che all’andata diede una pesante spallata ai biancoblù e che dopo le difficoltà simili a quelle vissute in Sardegna tra infortuni e problemi tecnici sta lentamente ingranando e ha raggiunto proprio i sassaresi in classifica a quota 14.
“Rispetto e pazienza sono le uniche che cose necessarie in questo momento” ha scritto l’ad Francesco Sardara sui propri social, anche per difendere l’operato della società da alcuni commenti andati oltre la critica costruttiva. Almeno altre due settimane saranno necessarie a chiarire quello che potrà essere la Dinamo sul lungo periodo. L’impressione, tuttavia, è che al momento l’unico modo per far sì che Sassari possa guardare all’obiettivo di confermarsi in orbita playoff sia dentro il gruppo squadra presente sull’Isola, all’interno di ognuno degli elementi che deve trovare il proprio modo per rappresentare lo spirito richiesto. I limiti ci sono ed è al momento evidente, ma quando il proprio talento non basta lo spazio vuoto va colmato con il carattere e la collaborazione. Elementi che non permettono di oltrepassare tutti gli ostacoli, ma che almeno mettono le basi per provare a farlo.
Matteo Cardia














