Scatti, sorpassi, volate decisive. Nel calciomercato la regola che regna su tutte è tanto semplice quanto sovrana: non è finita finché non è finita. Nero su bianco, questa l’unica cosa che alla fine conta. Tra club, accordi da raggiungere e, soprattutto, la volontà del protagonista principale a risultare decisiva. Cagliari, Parma, Sebastiano Esposito e, infine, l’Inter: ruota tutto, inevitabilmente, intorno a questi quattro attori.
Trama
Contratto in scadenza il prossimo giugno e un rinnovo che non è in cima ai desideri né di Esposito né dell’Inter. Questo il primo punto dal quale partono gli altri come conseguenza. Intanto l’interesse, concreto, che ha visto in fila prima la Fiorentina, quindi Cagliari e Parma e, in mezzo, anche l’Eredivisie olandese. E se i viola si sono scontrati con le difficoltà nella cessione di Beltrán e l’opzione estera con il poco gradimento del calciatore, a restare in corsa sono rimasti i rossoblù e gli emiliani. Con i primi partiti in vantaggio, il gradimento di Esposito ottenuto come primo passo e la trattativa con l’Inter da portare avanti. Iniziata con una richiesta elevata di 8 milioni, scesa progressivamente a 5 trattabili nella costruzione (bonus, percentuali, rate), ma non nella sostanza della formula. Non un prestito con diritto di riscatto, bensì una cessione a titolo definitivo o, al massimo, temporanea sì, ma con obbligo di acquisto tra un anno che sia diretto o condizionato a traguardi semplici e di fatto automatici. Con l’Inter ed Esposito a quel punto pronti a rinnovare il contratto per semplici questioni burocratiche, ma con la garanzia che questa volta sarà addio e non l’ennesimo arrivederci. La combinazione di aspetto economico (milioni) e termini (investimento certo) avrebbe però irrigidito il Cagliari. O l’uno o l’altro, insomma. Ed è a questo punto che, con rapporti resi favorevoli dell’affare Bonny e dal possibile affare Leoni, il Parma è entrato prepotentemente in corsa.
Attesa Esposito
Offerta pronta, richieste dell’Inter accolte, discorso chiuso. Il Parma che sorpassa il Cagliari, Esposito che si appresta a vestire gialloblù e partita finita rapidamente. Questa la situazione se si guarda ai club, con il Cagliari che non avrebbe alcuna intenzione di giocare al rilancio. Nessuna asta, nessuna trattativa da riaprire. Se il Parma fosse arrivato ai fatidici 4 milioni di euro sicuri per l’Inter con tanto di 50% sulla futura rivendita e, soprattutto, se Esposito avesse aperto la porta all’opzione Emilia, allora la società rossoblù alzerebbe le spalle. È qui il nodo definitivo da sciogliere, con una trattativa che ricorda più quella per Gaetano con il Napoli di dodici mesi fa (e il Parma anche allora terzo incomodo) che quella precedente con la Spal per Prati (e il Palermo a disturbare). Perché il presidente rossoblù Tommaso Giulini, al contrario che per il regista, non avrebbe intenzione di farsi tentare dalla voglia del colpo o sì o sì e perché la volontà del calciatore può fare la differenza. E se così non fosse si guarderebbe avanti senza troppi rimpianti. Con una linea comune sempre con l’affare Gaetano, che con Esposito condivide l’agente e con il Parma a temere un finale identico. In mezzo, va da sé, resta l’Inter che dal mostrare i muscoli potrebbe doversi piegare agli eventi e ascoltare nuovamente la proposta del Cagliari come se nulla fosse accaduto. Opzione a oggi complessa, ma non utopica. D’altronde, come in un famoso format televisivo, quando il risultato appare deciso può arrivare Esposito a confermarlo o a ribaltarlo, trasformando il colore da accompagnare al blu con un rosso al posto del giallo. Questa la speranza del Cagliari, senza rilanci e senza forzature.
Matteo Zizola














