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Mercato Cagliari, priorità e futuro in attesa di Palomino e delle cessioni

José Palomino con la maglia dell'Atalanta
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Del doman non v’è certezza scriveva Lorenzo il Magnifico nella sua Canzona di Bacco, una regola valida anche per il calciomercato e alla quale non sfugge il Cagliari. Le idee che possono scontrarsi con difficoltà esterne, le volontà che possono non incontrarsi, i puntini che uniti non mostrano la figura attesa. Eppure, con sei acquisti completati prima che luglio abbia lasciato il passo ad agosto, il domani resta ricco di evoluzioni nonostante una rosa quasi completa. Con la consapevolezza che, al contrario del passato, chiarezza e prontezza hanno portato a diversi innesti ben prima dell’esordio ufficiale in campo.

Tra Palomino e Prati

La barra del caricamento sullo schermo rossoblù non ha raggiunto il massimo riempimento. La scritta loading permane al centro, con priorità designate chiaramente e suggestioni lasciate aperte per il prossimo futuro. I passi in agenda sono chiari, l’uno conseguenza dell’altro e avanti per la propria strada. Al primo posto resta l’agognato difensore centrale d’esperienza e nel menù del diesse Nereo Bonato il piatto principale è sempre José Luis Palomino. Claudio Ranieri attende di essere servito al tavolo del ritiro in Valle d’Aosta, dopo aver accolto nella serata di ieri 25 luglio Eldor Shomurodov all’Hotel Miramonti di Saint Vincent, per poter finalmente toccare con mano il centrale difensivo richiesto. Mancino, con militanza nella massima categoria, utile non solo per le proprie qualità ma anche se non soprattutto per far crescere chi già fa parte della rosa, ossia il trio Alberto Dossena, Adam Obert e Giorgio Altare. Il classe ’90 argentino è in pole con una certa distanza rispetto alle soluzioni alternative – lo svincolato Filip Helander e Gian Marco Ferrari del Sassuolo su tutti – e il Cagliari giorno dopo giorno cerca di spostare la pedina di una casella per poter andare a dama. Seguendo per filo e per segno le parole di Bonato nella conferenza stampa dello scorso 11 luglio: “Tutte le operazioni devono andare in porto se combaciano l’aspetto economico, la motivazione e l’aspetto tecnico”. Pochi dubbi sugli ultimi due dettagli dell’elenco del diesse rossoblù, mentre è il primo – quello prettamente contabile – che tiene banco nella trattativa. Perché Palomino è sì obiettivo numero uno, ma senza tirare troppo la corda e rispettando le indicazioni del bilancio di oggi e a maggior ragione di domani. Lunghezza del contratto, ingaggio, lavoro con l’Atalanta, per un giocatore che ha sì il contratto in scadenza con i nerazzurri a giugno 2024, ma con un’opzione per un’ulteriore stagione da tenere in conto.

Il nodo Palomino, una volta sciolto, porterà al passo successivo o contestuale a livello cronologico. Quello che risponde al nome di Matteo Prati, obiettivo della prima ora del mercato del Cagliari e rimasto sempre in cima alla lista dei desiderata. La situazione non si può definire in fase di stallo, ma vive semplicemente dei tempi classici del calciomercato quando si tratta di domanda e offerta. Da parte rossoblù permane la fiducia, l’accordo con il giocatore non è in discussione e quello morale sulla parola con la Spal un punto a favore. Prati è stato bloccato fin dallo scorso gennaio in occasione della sfida della Unipol Domus, ma dalle parti di Ferrara si spera in un’asta per raccogliere più dividendi possibili. Tante le concorrenti citate nelle ultime settimane da radiomercato, ma mai nessuna davvero pronta ad affondare il colpo per spodestare il Cagliari dalla posizione di vantaggio acquisita nel tempo. Tempo che può essere galantuomo per il club di Joe Tacopina, con l’idea che prima o poi il banco possa saltare. Tempo che però può dare una mano anche ai rossoblù, l’assenza di passi concreti di altre società aumenta la possibilità che alla fine si possa andare a dama alle condizioni messe sul tavolo. Senza eccessiva fretta, con la chance di arrivare anche ad agosto senza accelerate improvvise. E regalare così a Ranieri quel centrocampista giovane, di prospettiva e con caratteristiche tecniche assenti nella rosa, aggiungendo la classica ciliegina a una mediana già strutturata.

Punta sì, punta no

Del doman non v’è certezza si è detto e il reparto offensivo vive proprio la sensazione di precarietà. Intanto perché prima è necessario sfoltire una rosa fin troppo ampia numericamente – con l’ultimo arrivato Shomurodov si è raggiunta quota 31 elementi – e poi, aspetto non secondario, perché tra volere e potere passa una differenza non da poco. Con l’inserimento dell’Uzbeko ex Genoa, in attesa dell’ufficialità di rito, l’attacco è al momento completo. Al momento, dettaglio da sottolineare. La porta a un nuovo innesto infatti non è chiusa del tutto, d’altronde sia Bonato prima che Ranieri poi erano stati chiari parlando della necessità di due frecce da aggiungere all’arco di Sir Claudio. Intanto, però, la priorità è quella di salutare chi fa parte della lista dei passeggeri in partenza. Goldaniga e Capradossi in difesa più Pereiro in attacco in primis, con il Tonga che potrebbe vedere l’interesse del Vasco da Gama materializzarsi in maniera concreta. Non con tempi lunghi visto che il mercato del campionato brasiliano chiuderà i battenti il 2 agosto e per quella data la fumata – nera o bianca che sia – dovrà giocoforza manifestarsi sul cielo della Valle d’Aosta. Mentre per i due difensori si è registrato il sondaggio dello Spezia su Capradossi e quello di Como e Bari su Goldaniga. Sempre in uscita restano caldi i nomi di Lella e Kourfalidis per un passaggio in cadetteria a cercare minutaggio maggiore – ovviamente situazioni legate a quella di Prati – oltre ai vari giovani come Travaglini, Boccia, Delpupo e Desogus. Il mancino ex Olbia non esclude una permanenza nel primo semestre, la Serie C al momento non lo attira e non ci sono offerte dalla B. Boccia interessa all’Entella, oltre ai sondaggi arrivati in precedenza dal Taranto e dal Pontedera di Max Canzi. Sempre a Taranto dovrebbe accasarsi in prestito Delpupo, mentre per Desogus restano vive le opzioni Bari e Cittadella. Tutte situazioni in divenire che, una volta sbrogliate, potrebbero così portare alla riapertura del discorso punta che vada oltre al solo Shomurodov come volto nuovo. Ma senza perdere di vista i due principi di base del mercato in entrata, da una parte la necessità di giocatori dall’ingaggio contenuto – o con l’aiuto di chi vorrà liberarsi dell’esubero del caso – e dall’altra quella di una controparte che accetti eventuali prestiti con diritto di riscatto. In sostanza il bilancio e la sostenibilità come stelle polari, tenendo di vista occasioni o giovani di prospettiva dal costo contenuto – sia per il cartellino che per lo stipendio – e non necessariamente pronti nell’immediato. Ma con la porta aperta anche a nomi più di sostanza, se le dinamiche del mercato aiuteranno a mettere in ordine tutti i punti necessari tra spesa e causa da sposare in toto. Tutti discorsi che arriveranno comunque dopo le priorità Palomino, Prati e cessioni, anche se del doman non v’è certezza.

Matteo Zizola

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