Sogni di una notte di mezza estate, sogni di calciomercato. Non è Shakespeare, non è un’opera letteraria, ma solo scambi di stelle nel firmamento della Serie A.
Estate, come quella del 2019, sembra passato ben più di un anno eppure si tratta di soli dodici mesi fa o qualcosa in più, Barella all’Inter e un effetto domino che porta il Cagliari ad avere un centrocampo da sogno. Perdere il proprio giocatore più rappresentativo, economicamente parlando e non solo, e da lì ripartire ancora più forti con Rog, Nainggolan e infine Nández come ciliegina presidenziale quasi inattesa dopo essere stata attesa fin troppo. Effetto domino, un colpo leggero e le tessere che una dopo l’altra cadono appena sfiorate dalla precedente, causa e poi conseguenza di movimenti che danno forma alla rosa da affidare a Di Francesco. Da Barella a Nández, El León da ultima a prima tessera nel giro di una stagione in cui i sogni di una notte di mezza estate sono diventati sogni autunnali e poi incubi tra inverno e primavera. Da Barella a Nández, in mezzo e alla fine Radja Nainggolan, una cessione la chiave per aprire la porta con dentro una bandiera, il Ninja rossoblù e il resto a seguire.
L’Inter causa ed effetto, Nández che vede nerazzurro e sposta gli equilibri, parte cash e Nainggolan a compiere la strada inversa, con il belga-indonesiano l’effetto domino che sposta Cragno verso Roma, perché il Ninja ha bisogno di due scudieri che rispondono al nome di Alessandro e Juan, Florenzi e Jesus. Come un’estate fa il tentativo della Fiorentina questa volta con Nainggolan a fare da contropartita di Chiesa, ma come un’estate fa il rosso e il blu restano i due colori che vuole il Ninja per il suo futuro.
La tessera finale con i quattro mori a decorarla è quella di Salvatore Sirigu da La Caletta, Nuoro, e il mosaico è servito anche se in tutto questo bailamme e c’è una tessera brasiliana fuori posto. Joao Pedro attende con in mano un cerino che rischia di spegnersi lentamente, l’adeguamento contrattuale che non arriva perché già arrivato a novembre, le sirene che chiamano, Giulini che non abbassa la richiesta da 20 milioni e un nuovo ruolo all’orizzonte forse meno gradito dello stipendio attuale. Infine la tessera madre, quella da cui tutto può partire con un solo tocco ovvero con un contratto firmato e un aereo transoceanico. Jorge Benguché, toro honduregno sul quale garantisce la pantera Suazo, una tessera apparentemente insignificante ma dalla quale può nascere il Cagliari che Di Francesco attende. Muovi lui e a cascata muovi Nández, Nainggolan, Cragno, Florenzi, Juan Jesus e Sirigu. Effetto domino, ciò che aspetta il nuovo profeta rossoblù per allontanare i cattivi pensieri blucerchiati e restituire al Cagliari e a Cagliari il centenario che meritano.
Matteo Zizola