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Il ds del Cagliari Nereo Bonato

Mercato Cagliari, Bonato: “Vogliamo costruire qualcosa che resti nel tempo”

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Riproponiamo l’estratto della conferenza stampa del diesse rossoblù Nereo Bonato sulla sessione invernale del mercato del Cagliari.

Linee guida 

“Abbiamo cercato di interpretare le volontà della società di costruire qualcosa che resti nel tempo. Abbiamo valutato l’organico e ci siamo concentrati per prima cosa sulla ricerca di un esterno di gamba, capace di giocare a piede invertito e che mettesse cross, così è arrivato Azzi. A centrocampo i possibili recuperi dei vari Rog e Mancosu, più l’esplosione di Makoumbou e Kourfalidis ci hanno fatto pensare che non ci fosse bisogno di intervenire. In attacco volevamo un giocatore giovane e di prospettiva, che fosse di proprietà del Cagliari e che potesse essere l’alter ego di Pavoletti. Abbiamo poi cercato un difensore dalla Serie A, per avere esperienza e cifra tecnica ma non siamo riusciti poi a trovare l’intesa con alcuni profili che poi non hanno voluto scendere di categoria. Così con il mister Ranieri abbiamo pensato di non intervenire tanto per, e siamo restati come siamo. Attraverso l’attività di scouting abbiamo poi preso Travaglini dall’Olbia, più i giovani Sulev e Franke. Ci tengo a ringraziare la proprietà per il sostegno, il mercato è stato fatto in totale sintonia con il presidente e il mister”.

Sui singoli

“Nainggolan? Conosciamo tutti il valore di Radja, il ragionamento è stato quello di costruire qualcosa per il futuro, puntando poi sul recupero di quei giocatori che hanno avuto meno spazio per vari motivi. Nell’ottica di una costruzione proiettata al futuro, abbiamo deciso di proseguire con i giocatori che abbiamo in organico. Sui mancati arrivi dico che c’era fiducia che si potessero chiudere quelle situazioni, con il senno di poi dico che probabilmente hanno vissuto in maniera pesante il declassamento in quanto giocatori stranieri, probabilmente se fossero stati giocatori italiani avrebbero riconosciuto subito il valore di Cagliari e Ranieri. Prelec? Conosceva già il calcio italiano e il mister dai tempi della Sampdoria. Era un ragazzo che conoscevamo, si è creata l’opportunità di puntare su un giovane di proprietà e lo abbiamo fatto. Il mancato arrivo del play? Con il mister ci confrontavamo costantemente, la soluzione di Radovanovic ci permetteva di coprire ambo i ruoli, ma lavoreremo con i ragazzi che sono nel nostro organico”. 

Francesco Aresu

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