I tifosi lo ricorderanno per la folta chioma e i grossi baffi, lo sponsor Ariostea sulla maglia bianca e le sgroppate sulla fascia destra.
Antonio “Totò” Logozzo è stato uno dei quei calciatori, che per semplicità e determinazione, è entrato nel cuore dei cagliaritani, nonostante una sola stagione in maglia rossoblù accompagnata da 18 presenze. Ascoli, Sampdoria, Bologna e Verona sono tra le altre casacche indossate da Logozzo, che a fine carriera è tornato nella sua Calabria, dove oggi, tra la pensione e i nipotini, è presidente della Us Gioiosa Ionica, squadra che occupa la seconda posizione nel girone B del campionato di promozione. «A tempo perso faccio il presidente della squadra del mio paese – ci confida scherzando – ma è un modo per stare insieme ai giovani e darli qualche consiglio quando c’è la possibilità».
Antonio, che ricordi hai della tua avventura in rossoblù?
Ho un ricordo stupendo del Cagliari e dei cagliaritani. Sono ancora molto legato alla città, indipendentemente dal fatto che sia stato molto poco, e questo mi rammarica tanto perché avrei voluto rimanere di più. Dal primo momento che sono arrivato ho trovato un ambiente eccezionale, dei compagni di squadra splendidi, veramente magnifici.
Come mai non sei riuscito a rimanere di più?
Ero in prestito dalla Sampdoria, poi sono entrato nello scambio che ha portato Roberto Mancini dal Bologna ai blucerchiati. Insieme a Roselli, Galbiolo e Brondi più 4 miliardi siamo finiti in Emilia. Si può dire scherzando che sia stato “merce di scambio”.
Cosa hai lasciato a Cagliari?
Sicuramente dei buoni rapporti e tante amicizie che durano nel tempo. Sento ancora oggi molte persone. Ho un rapporto speciale con la famiglia Murgia di “Sa Cardiga e su Schironi”, sono stato padrino di cresima di Andrea, uno dei figli. Sono rimasto in contatto anche con alcuni compagni come Piras, Quagliozzi, Baldizzone e Marchetti. Cagliari era una città splendida e accogliente, che mi ha accolto benissimo. Ripeto, sono stato troppo poco per poter essere pienamente soddisfatto. E poi ho avuto il piacere di incontrare e conoscere il grande Gigi Riva che all’epoca era dirigente della società.
Ti capita mai, guardando le partite, di vedere un calciatore che in qualche maniera ti assomigli?
No, anche perché oggi si gioca un calcio completamente diverso da quello degli anni 70/80. Noi marcavamo a uomo, mentre oggi si predilige giocare per zona. Per dire, se ti perdevi un uomo in area era colpa tua, mentre oggi si scaricano più responsabilità sul collettivo e sul reparto.
Segui sempre il Cagliari?
Si certo, come tutte le squadre in cui ho giocato. Quest’anno stiamo assistendo ad un Cagliari eccezionale. Peccato per l’ultima partita a Lecce, perché è stato raggiunto nel finale, pur meritando di vincere. Tra i calciatori mi piace molto Nainggolan, che è l’uomo cardine di questa squadra. Mi auguro che il Cagliari possa raggiungere l’Europa League.
E la Samp?
La Sampdoria si sta riprendendo dopo un inizio difficile. Spero che si possa assestare al meglio in classifica. E poi ora c’è un allenatore che è un amico, Claudio Ranieri, al quale auguro di fare bene. Nei blucerchiati apprezzo tantissimo Quagliarella.
Risultato della prossima sfida?
Il cuore mi dice pareggio, perché non vorrei mai andare né contro il Cagliari né contro la Samp.
Matteo Piano