Per conoscere meglio il probabile primo acquisto del mercato di gennaio per il club rossoblù abbiamo chiesto di lui all’ex centrale del Cagliari di Ventura, che ha allenato il difensore classe 2000 ai tempi della Berretti del Padova.
Difensore centrale di grande fisico nato nel 2000 a Monselice, 17mila anime in provincia di Padova, esploso in Serie A nell’Hellas Verona con Ivan Juric dopo una manciata di presenze in Serie C con i biancoscudati, vicinissimo al passaggio in prestito al Cagliari dall’Atalanta, club che ha puntato su di lui in prospettiva per il reparto arretrato. Questo, in somma brevità, l’identikit di Matteo Lovato, probabilmente – in attesa delle strette di mano decisive – il primo rinforzo invernale per Walter Mazzarri. Ma per sapere qualcosa di più sul 21enne veneto abbiamo chiesto aiuto a uno che ha fatto il difensore centrale per una vita sui campi di Serie A, B e C, prima di diventare allenatore: l’ex rossoblù Matteo Centurioni.
Centurioni, ci faccia un ritratto di Lovato: che tipo di difensore è?
“Parto subito con un aneddoto, perché fa capire quale sia il mio pensiero a riguardo. Quando ero allenatore della Berretti del Padova (dal 2017 al 2019, ndr), ci fu l’occasione di prenderlo in prestito dal Genoa fino a fine stagione. Matteo voleva riavvicinarsi a casa e si era aperta questa possibilità: al primo allenamento gli dissi che doveva conquistarsi la mia fiducia, perché ero soddisfatto dei difensori che avevo in rosa e per lui non sarebbe stato facile. Ebbene, dopo soli 5 minuti aveva già conquistato il posto (ride, ndr). Non ho mai avuto un compagno di squadra con un potenziale così clamoroso come lui, per capirci. Non è ancora un giocatore completo e gli serve esperienza, ma ha un fisico impressionante e una buona tecnica, come viene chiesto a un difensore moderno”.
È il nome giusto per la difesa a tre di Mazzarri?
“Per caratteristiche per me è assolutamente perfetto per la difesa a tre. Può fare tranquillamente il braccetto a destra, anche se a Verona giocava spesso da centrale. Se trova il giusto allenatore in grado di guidarlo e assecondarlo, secondo me può dare grandi soddisfazioni. E secondo me sarà bravo a sfruttare l’occasione di questo semestre a Cagliari, in un posto bellissimo: probabilmente il morale dell’ambiente ora è molto basso, ma basta poco per riaccendere l’entusiasmo del pubblico rossoblù, che sa davvero essere il dodicesimo uomo in campo. Ho ancora la pelle d’oca a ricordare l’ovazione del Sant’Elia quando Dario Silva scendeva in campo per il riscaldamento, è un ricordo indelebile”.
Da fuori che idea si è fatto del caso Godin-Caceres?
“Penso che chiunque non sia dentro lo spogliatoio possa sapere bene cosa sia successo, ma dall’esterno posso dire che è strano che due giocatori tanto esperti e quotati abbiano reso così poco. Probabilmente non ha funzionato qualcosa, a livello di risultati e morale, quindi è diventata inevitabile la separazione.
Lei ha allenato anche Moro, 20enne centravanti del Catania che sta facendo sfracelli in Serie C. Lo consiglierebbe al Cagliari?
“Luca è un giocatore che ho allenato nella Berretti e l’ho portato con me in Prima squadra. È un giocatore che ho inserito gradualmente nonostante i suoi 18 anni, perché ho visto in lui grandi doti umane: lavora tantissimo, è un ragazzo davvero umile e si merita tutti i successi che sta ottenendo. Ma non va dimenticato che ha solo 20 anni e, soprattutto, non si può pensare di ottenere da lui nella massima serie i gol che sta facendo in Serie C. Ha un fisico importante, somiglia molto a Toni. Mi piacerebbe che venisse a Cagliari, perché è un buon prospetto nonostante la giovane età ha la testa giusta per fare bene: è chiaro, però, che non dovrebbe avere troppa pressione su di sé, non certo quella di risolvere tutti i problemi offensivi della squadra di Mazzarri”.
In chiusura, un giudizio sulla stagione del Cagliari: secondo lei riuscirà a centrare la salvezza?
“Il Cagliari deve salvarsi e mantenere la Serie A: quello dell’anno scorso è stato un gran bell’exploit, ma c’è ancora tutto il tempo per rimettere in piedi la stagione. Serve però ripartire subito bene per evitare la situazione dell’anno scorso, tutte quelle vittorie possono essere ridistribuite meglio e non soltanto nelle ultime partite”.
Francesco Aresu