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Gaston Pereiro contro il Napoli nella passata stagione

LE PAGELLE | Pereiro bocciato, dietro si balla

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I nostri giudizi sulla gara persa dal Cagliari al Bentegodi di Verona.

Cragno 6: una parata nei primi secondi su Lazovic, due gol sui quali può poco, alcuni tuffi su cross dal fondo e guanti intonsi dopo l’espulsione di Borini. Senza infamia e senza lode.

Cacciatore 4,5: soffre il differente passo di Lazovic quando l’esterno taglia verso l’area. Sul gol dell’uno a zero si fa portare fuori mettendo in difficoltà tutta la linea, mette diversi cross senza mai trovare la precisione. Anche da esterno a 4 pur proponendosi non indovina un traversone. (dal 68′ Mattiello 5: inizia con un appoggio sbagliato, poi prova a premere come il compagno con gli stessi risultati fatti di cross mai precisi).

Ceppitelli 4: per lui l’attesa rispetto ai compagni è stata molto più lunga, appare in ritardo di condizione e mette la sua firma in entrambi i gol gialloblù alla voce colpe, saltando a vuoto nel primo e perdendo palla a metà campo nel secondo. Aggiunge a questo un ruolo da regista difensivo che rallenta la manovra e ricco di lanci sballati.

Pisacane 4,5: sovrastato da Di Carmine nel gol del primo svantaggio, prova a cavarsela per il resto della gara, anche se resta insufficiente come i compagni. A pochi minuti dal termine manca il colpo di testa del pareggio.

Ionita 4: da esterno a interno di destra, ogni volta che Lazovic lo attacca sono dolori. È molle quando deve contrastare il cross sul primo gol del Verona, serve una palla avvelenata a Ceppitelli con troppa sufficienza nel raddoppio avversario. Non incide in appoggio, male in copertura, nella ripresa sparisce completamente. (dal 68′ Paloschi 5: entra per dare maggiore peso all’attacco e una mano a Simeone, ma se non ci fosse il tabellino non si sarebbe notata la presenza).

Nández 5: si scambia con il compagno moldavo con frequenza, ma non è in giornata tra tanti errori in fase di appoggio e difficoltà tattiche in contenimento. Si innervosisce facilmente, le gambe non sembrano girare come nelle giornate migliori, ma almeno rispetto alla massa è l’ultimo a mollare dal punto di vista emotivo.

Cigarini 4,5: nel giorno del suo compleanno prova a dettare i tempi con il solito fosforo, ma più che un valzer il suo è un lento senza troppi acuti. Il lampo che porta al gol di Simeone lo riscatta da un primo tempo incolore, l’espulsione per doppio giallo certifica la vittoria schiacciante di Amrabat nello scontro tra registi.

Rog 5: causa l’espulsione fin troppo generosa di Borini, unico merito di una partita sottotono e sotto i suoi standard. Quando prova le sue classiche percussioni sembra appesantito, pur se nella ripresa qualcosa prova a farla. Alla distanza crolla fisicamente.

Pellegrini 5: Faraoni non è un cliente facile e fa il suo per contenerlo, risultando però troppo timido in progressione. Appena si toglie di dosso le paure è lui a chiamare il lancio di Cigarini e a servire l’assist per Simeone. Il solito neo è rappresentato dai tanti, troppi cross che non arrivano a bersaglio. (dall’84’ Lykogiannis SV: uomo schema nel finale, spizza sul primo palo due volte creando gli unici pericoli del secondo tempo)

Pereiro 4: assente, non si vede mai e quando appare caracolla senza metterci lo spirito che richiederebbe l’occasione. Unico acuto una punizione deviata dalla barriera, il resto davvero poca roba.  (dal 46′ Birsa 5: entra come trequartista, chiude come regista e fa meglio di chi l’ha preceduto. Purtroppo però non incide quanto avrebbe voluto e potuto, senza trovare spazi nella difesa chiusa degli avversari)

Simeone 6: cosa si può chiedere di più a un attaccante che riceve un solo pallone giocabile e lo scarica in rete? Il suo sinistro da ottima posizione, ma di non facile esecuzione è un premio al suo essere cavaliere solitario lasciato davanti in mezzo a troppe maglie gialloblù. Nella ripresa lotta, ma senza incidere mai.

Zenga 5: la prima è un’uscita a vuoto, poca chiarezza dal punto di vista tattico, tante difficoltà, poca aggressività e nessuna pazzia. La partita è a due volti, fino all’espulsione di Borini non trova mai il bandolo della matassa e dopo la pressione è sterile e affidata spesso al lancio dentro un’area contro le torri del Verona. Ci si aspettava di più, resta l’alibi delle assenze pesanti, ma resta anche una difesa a tre che non ha funzionato e la troppa confusione in mezzo al campo.

Matteo Zizola

 
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