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Andrea Petagna durante Cagliari-Milan | Foto Luigi Canu

Le Pagelle di Lecce-Cagliari: Petagna non molla mai, Augello distratto

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Un punto di cuore quello conquistato dal Cagliari in occasione dello scontro salvezza contro il Lecce di Roberto D’Aversa. Queste le nostre valutazioni sulla prestazione dei ragazzi di Claudio Ranieri in occasione del match dello stadio Via del Mare terminato per 1-1.

Scuffet 6: gestire gli avversari e le loro conclusioni è un conto, dover tener presente anche le mancanze di una difesa che fa acqua sui calci da fermo tutt’altro. Lui fa ciò che può, per il resto non è ancora attrezzato per miracoli impossibili.

Zappa 6: riesce a tenere Strefezza seguendolo dappertutto, non incide in fase offensiva ma almeno non lascia campo né occasioni in quella difensiva. Anche contro Almqvist il canovaccio non cambia, tiene botta e non delude.

Goldaniga 6: confuso e in difficoltà su un terreno che non aiuta, ma che lui non riesce a leggere prontamente. Sbaglia diverse letture di posizione e anche alcuni interventi che affronta con una leggerezza non adatta alla serata. Cresce però alla distanza nonostante la tendenza al lancio sbilenco. In definitiva prestazione senza infamia e senza lode.

Dossena 6,5: Krstovic lo fa penare, perde spesso lo scontro fisico e non appare una delle sue gare migliori. Fatica in uscita, ma anche in quella che è normalmente la sua forza ossia la marcatura. Poi nella ripresa esce dagli spogliatoi un giocatore ritrovato che diventa decisivo in due situazioni e non sbaglia praticamente nulla.

Augello 5: vero è che è solo in mezzo a troppi giallorossi, ma la staticità è tutta sua e non essendo la prima volta non sembra essere un caso. Sul gol e non solo, ogni calcio piazzato sul palo più lontano lo vede impreparato e anello debole. Inoltre nonostante si proponga con volontà non riesce mai a incidere nel cross. Cresce nella ripresa, ma non basta.

Nández 5,5: ci mette la voglia ma senza precisione. Prima a destra poi a sinistra, tenta di calarsi nella parte con intensità mancando però nella lucidità. Insomma, un po’ il riassunto del suo modo di giocare, un vorrei ma non riesco che lo vede sbagliare troppo al momento del dunque.

Prati 6: si vede che non è al meglio della condizione, perché il fosforo è abbastanza carente rispetto ai suoi standard. Cerca di portare tecnica e gioco in una mediana spesso sovrastata dalla fisicità altrui, ci riesce in parte. Cresce comunque alla distanza andando anche vicino al gol che solo un grande Falcone gli nega.

Makoumbou 5,5: Kuba vince il duello per un tempo togliendogli campo e fiato, non riesce a dare né velocità né spunti. Nella ripresa cresce pur lasciandosi andare ad alcune giocate pericolose e senza mettere quello spirito utile in una battaglia. Fioretto e non spada, ci si aspettava qualcosa in più (Dal 90′ Deiola SV: presenza da ex senza tempo per incidere).

Oristanio 6,5: leggero ed egoista per un’ora, poi decide di accendersi e diventa il più pericoloso nel creare qualcosa. Pecca in copertura nell’aiuto a Zappa spesso e volentieri, ma almeno fa scattare la scintilla quando possibile. Segna il pareggio meritandosi oltre la sufficienza (Dall’86’ Di Pardo SV: cambio equilibratore per un compagno stremato, niente di più).

Viola 6: va a intermittenza restando però più spento che acceso. Il suo piede risulta comunque utile perché dalla sua punizione arriva il pareggio e da un suo angolo quasi un gol diretto. Nella sostanza della prestazione a palla in movimento, però, delude.

Petagna 6,5: migliore prestazione dal suo arrivo in Sardegna per abnegazione e sostanza. Gioca da pivot o regista avanzato se si vuole, non ha occasionissime per colpire ma crea tanti spazi e tanto gioco. Una gara di voglia e intelligenza, certo un centravanti dovrebbe anche sostare in area, ma di certo non gli si può imputare nulla, anzi.

Ranieri 6: deve tirare fuori il sangue dalle rape o fare le nozze con i fichi secchi o ancora di necessità virtù. Scegliere uno dei tre detti per spiegare l’assenza di alternative e scelte, risultando quindi ingiudicabile nella gestione della gara alla voce cambi e svolte. La squadra lotta, non si può negare, prova anche a giocare e lo fa a tratti. Due unici appunti: le palle inattive sul palo più lontano non possono più essere un caso e un Lecce in riserva che avrebbe meritato più voglia di vincere negli ultimi venti minuti. Ma senza attaccanti gli si può chiedere poco.

Matteo Zizola

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