Queste le nostre valutazioni sulla prestazione fornita dagli uomini di Fabio Pisacane in occasione della sfida pareggiata per 1-1 dal Cagliari di Fabio Pisacane in occasione del match d’esordio in Serie A contro la Fiorentina.
Le Pagelle
Caprile 6: domina l’area quando necessario con uscite puntuali e richiami ai compagni sempre efficaci. Non deve fare interventi se non su azioni poi in fuorigioco, ma la sua presenza si sente. Finché il colpo di testa di Mandragora che lo vede incolpevole lo fa capitolare.
Zappa 6,5: dalle sue parti c’è un cliente scomodo come Gosens, sono più le volte che preoccupa il tedesco di quelle in cui deve preoccuparsi. E non è poco.
Mina 6: si mette in tasca Kean, servito poco e male sì, ma comunque annullato sistematicamente dal colombiano. Che, peraltro, gestisce anche con maggiore velocità che in passato il possesso. Il problema è che sul gol non è perfetto, anzi, ed è una mancanza che segna la sua partita per una prestazione altrimenti da 7.
Luperto 7,5: dalle sue parti arrivano a turno i veri Albert e Ndour, con un tocco di Dodó quando taglia verso il centro. Sarà che non rispettano le regole sarà che non sono vestiti a modo per la serata, lui uno a uno li respinge all’ingresso con modi fermi ed educazione, con la solita eleganza che dà l’esempio. Ciliegina sulla torta il gol che porta un pareggio meritato.
Obert 6: soffre quando Dodó si accende a intermittenza, rimediando un giallo ingenuo che avrebbe potuto riservare per occasioni più importanti. Nel complesso non demerita, ma della retroguardia è quello più in difficoltà (dal 75′ Idrissi 6: entra con il piglio giusto, senza strafare porta comunque a casa il quarto d’ora più recupero finale).
Adopo 7,5: benzina nelle gambe, aria costante nei polmoni. Dà appoggio ai compagni, dà noia agli avversari, a volte perde il tempo della giocata ma non si può avere tutto. Dalle sue parti Sohm non la vede praticamente mai e non molla fino al novantesimo. Migliore in campo.
Prati 6,5: cerchi un regista e trovi un mediano che regala equilibrio e sostanza. Tra le linee e implacabile, chiude linee di passaggio senza soluzione di continuità e prova anche a far ripartire con pulizia e senza strafare. Certo, chi si aspetta luce magari potrà storcere il naso, ma anche tagliare costantemente l’elittricità altrui non è cosa da poco (dal 61′ Mazzitelli 6: entra male ed è incerto nell’attacco di Albert in occasione del gol. In generale oltre l’approccio qualche giocata interessante in verticale, ma anche parecchia fatica nella fase di non possesso. La sufficienza la porta a casa, ma risicata).
Deiola 6,5: da lui non ci si attende eleganza, tutt’altro. Infatti porta dedizione e tanto lavoro sporco nei raddoppi che aiuta i compagni a soffrire meno (Obert) o a non correre all’indietro troppo spesso (Folorunsho). Presenza decisiva, ministro ombra di un centrocampo solido che domina senza fronzoli. Con lui fuori per un problema arriva il gol di Mandragora (dal 75′ Gaetano 6,5: ingresso più che positivo, per poco non diventa l’eroe di giornata ma il suo piazzato trova De Gea più che pronto. Iniezione di fiducia comunque per il futuro tra giocate illuminanti e una freschezza (anche di testa) che sembrava dimenticata. E una pennellata per la testa di Luperto che regala il pareggio).
Esposito 6,5: dopo 40 minuti è quello che ha corso di più tra i 22 ed è evidente anche senza osservare i dati. Regista offensivo, play vero dei rossoblù, primo schermo su Fagioli, valvola di sfogo tecnica per le transizioni. Manca lo spunto decisivo, ma la sua presenza si sente in tanti aspetti. Esce stremato (dal 61′ Luvumbo 6: tre occasioni senza però creare problemi a De Gea. Prima di punta quando potrebbe cercare maggiore spazio per il tiro, poi una conclusione telefonata e infine un destro svirgolato che fa disperare in compagni in mezzo. Il solito Zito da tanto rumore e poca musica, ma crea comunque scompiglio).
Folorunsho 6,5: prima ora sontusa, dà personalità e sfogo continuo alla manovra con il suo fisico e la sua intelligenza tattica. Cala alla distanza com’è normale, la benzina finisce e anche la squadra paga dazio, ma alla fine anche a mezzo servizio il suo apporto è fondamentale per presenza e spirito.
Borrelli 6: tanto, tantissimo lavoro sporco che serve per far girare meglio la squadra e per dare sostanza nei duelli contro i giganti viola. Certo, è sporco anche quando si tratta di giocare il pallone e potrebbe fare meglio davanti a De Gea, ma il suo compito da boa e da faticatore lo porta a casa con discreto successo (dall’81’ Kilicsoy SV: poco tempo per incidere, prova a fare confusione e creare scompiglio ma non ha occasioni per farsi notare).
Pisacane 7: la squadra mette in campo una personalità che dalle parti della Unipol Domus non si vedeva da tempo. Controllo del campo, attenzione, sostanza senza disdegnare un gioco che non punti al pallone lungo e si vedrà. Viene premiato dal pareggio nel finale, ma assolutamente meritato dopo che la sfortuna si era manifestata con un gol subito in 10 uomini. Forse i cambi di alcuni giocatori in riserva sarebbero potuti arrivare prima, ma alla prima glielo si può perdonare. Se sono rose fioriranno, ma qualche seme sembra essere stato piantato a dovere. Ora tocca alla società aggiungere acqua per far crescere il giardino.
Matteo Zizola














