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LE PAGELLE | Oliva piacevole sorpresa

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I nostri giudizi sul Cagliari corsaro in quel di Bergamo nel lunch match della 11ª giornata di Serie A.

Olsen 6,5: nessuna parata degna di nota fino agli ultimi minuti, ben protetto dalla retroguardia non deve faticare. Manca nella presenza sulle palle alte, provocando così patemi evitabili. Fortunato sul missile di Gomez sul quale parte in ritardo, mette la firma con il tuffo su Malinovsky in chiusura.

Cacciatore 7: Gosens è un cliente terribile, ma lui non si scompone e lo limita senza problemi. Quando può prova ad attaccarlo, finendo quasi sul tabellino degli assist con un pallone delizioso per Joao Pedro. Da un suo tacco nasce la deviazione della coppia Palomino-Pasalic del vantaggio.

Pisacane 8: non lasciare che Muriel prenda velocità sul lungo è la sua missione che porta a termine alla grande fra gioco d’anticipo e fermezza negli interventi. Non sbaglia nulla, ennesima prova tutta efficacia e grinta. La situazione non cambia quando entra Barrow, dalle sue parti non si passa.

Klavan 7,5: a inizio gara esagera con la tranquillità nel disimpegno, ma si riscatta alla grande alzando la solita contraerea che respinge qualsiasi velleità orobica. Una sua chiusura sull’asse Castagne-Gomez è decisiva per evitare lo svantaggio, nel secondo tempo non abbassa la guardia.

Lykogiannis 7: propizia il gol del vantaggio con una punizione stile Firenze, sinistro a giro in mezzo e qualcosa accadrà. Tranquillo, statuario, fin troppo scolastico, ma sbaglia pochissimo pur se soffre spesso i triangoli gasperiniani sulla sua fascia. Decide di fermare il pericolo Ilicic nell’unico modo possibile, provocandone la reazione da rosso diretto e rendendo così il suo match una passeggiata di salute.

Castro 7: sembra sempre in difficoltà, sembra appunto. La sua calma è sinonimo di intelligenza calcistica, la velocità mentale gli permette di compensare il suo incedere lento. Tatticamente fondamentale, dalle sue giocate spesso nascono le occasioni rossoblù. Meriterebbe, forse, il rigore su uno sgambetto in area.
(dall’86’ Ionita SV: passerella finale per il moldavo).

Oliva 8: la crescita mentale e di confidenza del regista ex oggetto misterioso è impressionante. Si presenta a Bergamo vestito da professor Ciga, dispensando palloni a destra e a sinistra e mantenendo calma olimpica anche in situazioni difficili. Filtro e regia, che sia una buona giornata lo si capisce dalla sua verticalizzazione per Simeone in apertura, finché crea e finalizza l’azione del raddoppio mettendo la ciliegina sulla torta a una prestazione sopra le righe.

Rog 6: il giallo all’alba della gara lo condiziona, il gol sbagliato a tu per tu con Gollini un’occasione troppo ghiotta. Perde alcuni palloni spinosi e si unisce a Lykogiannis nelle difficoltà sulla fascia contro le triangolazioni avversarie. Passo indietro rispetto alle ultime uscite, sufficienza di stima vista la giornata di festa per tutti. (dal 71′ Nandez 6: mette la sua grinta al servizio del mantenimento del risultato, sfiorando addirittura il tre a zero in contropiede).

Nainggolan 7,5: ago della bilancia di questo Cagliari, giostra tra le linee unendo sostanza a qualità. Con spazio a disposizione è letale, mostra al pubblico di Bergamo cosa voglia dire essere sempre al posto giusto al momento giusto. Anima rossoblù, dal suo piede e dai suoi inserimenti nascono le cose migliori della partita.

Joao Pedro 6,5: l’apporto tattico è incredibile, gioca le solite tre partite in una alternandosi fra attacco, mezzala e trequartista esterno. Manca un po’ nell’ultimo passaggio, spreca alcune situazioni interessanti, ma il suo apporto è decisivo per l’equilibrio tattico di tutta la squadra.

Simeone 7: nel dizionario alla definizione altruismo dovrebbero scrivere Cholito. Si fa in quattro per la squadra, fra rincorse agli avversari e profondità data ai compagni. La sua generosità raggiunge il picco nell’uno-due che porta al gol di Oliva, palla indietro da scuola calcio e raddoppio servito su un piatto d’argento. Eroico. (dall’84’ Cerri SV: si rivede in campo dopo tante, troppe settimane, ma non fa comunque in tempo a incidere).

Maran 8: andare a Bergamo, fare la partita, dominare per lunghi tratti non può che essere farina di quanto preparato in settimana. La densità della squadra, corta e sempre presente con più uomini, la capacità di annullare le famose triangolazione gasperiniane, l’aver lasciato il pullman fuori dalla stadio senza metterlo davanti alla porta, anzi, provando per novanta minuti a tenere la squadra alta e propositiva: tutto opera di Rolando Maran da Trento. Ora non si tratta più di un sogno, nemmeno di un caso, ma di una solida realtà che emoziona Cagliari e la Sardegna.

Matteo Zizola