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L’Analisi | Voglia e gioco, il Cagliari cresce nonostante le disattenzioni

Nicolas Viola durante Cagliari-Genoa | Foto Valerio Spano
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Una fase offensiva in netto miglioramento e che partita dopo partita regala nuovi spunti positivi. Di contro una gestione di quella difensiva che, pur se con meno fatica che in altre occasioni, ha mostrato ancora una volta dei limiti quasi strutturali. La vittoria del Cagliari contro il Genoa, la seconda consecutiva in campionato e la terza considerando anche quella in Coppa Italia, ha dato conferme a Claudio Ranieri sia nel bene che nel male.

Disattenzioni

Primo tempo senza particolari sussulti, con un mix di attesa e reparti corti con alcuni momenti di pressione alta. Il tecnico rossoblù ha messo in campo nuovamente la difesa a quattro, il centrocampo a tre e un trio offensivo con Mancosu falso nove e la coppia Luvumbo-Oristanio come soluzione “leggera”. Se da una parte lo schieramento ha funzionato nel controllo degli spazi, dall’altro qualche difficoltà è arrivata sia per la posizione ibrida di Mancosu – mai dentro il gioco – sia per uno Jankto che ha faticato nel trovare la zona giusta tra l’attenzione verso Sabelli e la pressione su Strootman. Al netto di questi problemi, il vero nodo – confermatosi anche nella rete del pareggio di Gudmundsson e nel finale concitato – è stato la gestione dei palloni da lato a lato, anche nei calci da fermo.

Era già accaduto a Firenze, così anche nella gara contro il Genoa. Punizione dal lato sinistro all’altezza della trequarti, difesa schierata in linea ai sedici metri, ultimo uomo offensivo sul lato opposto completamente libero. In quel caso il duo Milenkovic-Gonzalez, nel pomeriggio della Unipol Domus è Vasquez ad approfittare del posizionamento della retroguardia. Il difensore messicano, fortunatamente per i rossoblù, non è perfetto nel primo controllo per poi calciare e colpire la traversa da posizione defilata. Un campanello d’allarme alla voce disattenzioni e concentrazione che troverà nell’infortunio di Goldaniga – ma non solo – un altro esempio.

Il Genoa lavora un pallone sulla corsia di destra fino a un cross che sembra poter essere facile preda di uno degli ex di turno. Prima che il pallone arrivi dentro i sedici metri c’è un contatto tra Gudmundsson e Goldaniga, con entrambi che cercano di prendere posizione disturbandosi a vicenda. Niente di irregolare, ma il numero 3 del Cagliari perde il passo fino a provare la respinta di testa ad altezza terreno, venendo ingannato da un falso rimbalzo. A questo si aggiunge un altro dei dettagli che hanno messo in difficoltà i rossoblù in questa prima parte di Serie A. La mancata percezione del possibile errore da parte dei compagni più vicini, in questo caso Zappa.

Il terzino è nella posizione corretta quando la sfera parte dalla fascia opposta. Infatti sceglie una soluzione a metà tra l’accorciare verso il centro ma mantenendo un’adeguata distanza dall’accorrente Martín alle sue spalle. Manca però la giusta reattività nello stringere su Gudmundsson prima dell’errore del compagno, quando l’islandese si è ormai già sfilato dalla marcatura scegliendo di andare verso il centro. Sarebbe bastato un movimento più orientato alla copertura delle spalle di Goldaniga per evitare probabilmente la conclusione dell’avversario, comunque di pregevole fattura.

La vera distrazione che avrebbe potuto compromettere la vittoria arriva però nei minuti di recupero quando solo una parata di Scuffet ha evitato il pareggio del Genoa. Un errore collettivo e anche dei singoli, ancora una volta su un pallone da lato a lato che trova la retroguardia seguire quasi in toto la sfera più che gli avversari.

Due dettagli emergono al momento del cross dalla destra. Azzi resta uomo su uomo su Haps, seguendolo fin dentro l’area di rigore e di fatto tenendo in gioco sia Puscas che Vasquez. Ma, con palla scoperta, la sua scelta non appare scorretta, tutt’altro. Al contrario sia Goldaniga che soprattutto Zappa si lasciano sfilare alle spalle i due avversari restando concentrati sul pallone e senza “sentire” gli attaccanti del Genoa. Tutta la difesa rossoblù si muove in blocco verso il lato dal quale arriva il cross, mentre il duo Puscas-Vasquez va sul secondo palo in totale libertà.

Immagine ancora più esplicativa quella del momento in cui l’attaccante romeno controlla il pallone in totale solitudine. La distanza tra Puscas (e Vasquez) e il primo difendente del Cagliari è ampia, bravo Scuffet a leggere la situazione e uscire coprendo lo specchio evitando così la rete del pareggio.

All’attacco

Il gol del momentaneo vantaggio firmato da Viola è una giocata di pregevole fattura del numero 10, abile prima a utilizzare il corpo per prendere campo sull’avversario diretto e poi a proporsi per l’assist di Oristanio, altrettanto bravo nel puntare il centro per liberare lo spazio al compagno e prepararsi il passaggio decisivo. Ma, dal punto di vista tattico, risultano più interessanti altre giocate offensive degli uomini di Ranieri.

La prima quando arriva la tripla occasione con Luvumbo spinto da Dragusin in area, Zappa che trova la respinta di Martinez e infine ancora Luvumbo a chiamare alla parata il portiere del Genoa. È l’impostazione dell’azione a essere determinante. Intanto la presenza di Zappa sulla destra ha regalato una spinta offensiva che Goldaniga – per caratteristiche – non poteva garantire nei primi 45 minuti. Tanto che sul pallone in verticale di Makoumbou l’esterno ex Pescara sfrutta il movimento a uscire di Oristanio per attaccare le spalle del braccetto di sinistra del Genoa, con Luvumbo che si aggiunge nel dare profondità. Non solo, ma è interessante anche la posizione di Viola sul lato opposto, a dimostrazione della libertà tattica del numero 10 che deve solo utilizzare la propria intelligenza calcistica per trovare la zona giusta a seconda delle situazioni.

Quando arriva la conclusione finale di Luvumbo sono ben sei i rossoblù nell’area di rigore del Genoa, con Prati in appoggio appena fuori dai sedici metri. Un modo di occupare l’area avversaria che si ripete anche quando arriva la rete decisiva di Zappa e che è la causa delle difficoltà del Genoa nel trovare le giuste contromisure nella ripresa. Bravo Petagna a trascinare a sé più uomini, sono cinque i calciatori del Cagliari compreso l’ex Monza a giostrare nella zona del pallone, con Luvumbo e Prati ad appoggiare l’azione sulla sinistra. Sinonimo di voglia di colpire e di riportarsi in vantaggio, oltre alla capacità di restare corti senza spaccare la squadra in due tronconi perdendo così equilibrio. Attaccare, ma con una struttura che resta comunque definita, una delle novità tattiche che hanno favorito la nuova verve realizzativa degli uomini di Ranieri.

Matteo Zizola

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