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Vecchi errori e nuovi esperimenti: Natale in zona rossa per il Cagliari

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Alla continua ricerca di un equilibrio difficile da trovare il Cagliari paga ormai da due mesi sia errori individuali che collettivi, ma soprattutto sembrerebbe non riuscire a raccogliere quelle certezze che apparivano più vicine prima del filotto negativo. Questione sia caratteriale che tattica, da estremista con l’etichetta del 4-3-3 zemaniano a una duttilità fin troppo ricercata che potrebbe aver tolto alla squadra i pochi capisaldi raggiunti nelle prime settimane con Di Francesco alla guida.

Nuova difesa, vecchi problemi – Roma si sa non è stata costruita in un giorno e proprio a Roma il Cagliari ha chiuso il suo terribile 2020 con una sconfitta. Certo, sulla carta perdere all’Olimpico è nell’ordine delle cose, ma troppo spesso anche in questo campionato i rossoblù non sono andati oltre i risultati “sulla carta” e anzi, hanno perso punti laddove teoricamente il bottino pieno era atteso. Nella serata da ex Di Francesco ha cambiato vestito tattico riproponendo quel 3-5-2, o 5-3-2, visto nell’ultima mezzora contro l’Udinese. Il risultato pur cambiando l’ordine degli addendi non è cambiato nella sostanza, anzi alle ormai tipiche disattenzioni si è aggiunto un Lykogiannis penalizzato dalla posizione di esterno a cinque dopo la crescita mostrata da terzino a 4 nella prima parte di campionato.

Il vantaggio giallorosso  – La Roma surrealmente è andata sull’uno a zero in contropiede. Un Cagliari che sarebbe dovuto essere più raccolto, meno propenso a prestare il fianco e che al contrario proprio nei primi minuti è riuscito a farsi prendere d’infilata.

L’azione giallorossa nasce da un rinvio dalla propria area e come si può notare dalla prima immagine sia Lykogiannis che Rog sono dentro i sedici metri avversari. La palla arriva a Mkhitaryan che è bravo ad assecondare la corsa di Karsdorp sulla fascia destra. Non va dimenticato che Rog in quel momento soffriva di quell’infortunio che lo ha poi costretto a uscire dal campo dopo il vantaggio giallorosso.

L’aspetto preoccupante è però quello che si nota nelle successive due immagini. Rog e Lykogiannis sono in recupero, ma anche se in ritardo la squadra è comunque in superiorità numerica rispetto agli avanti romanisti. Nández è in controllo apparente su Veretout, ma nonostante ciò si distrae, perde il contatto con il francese che si ritrova colpevolmente solo e libero di calciare non appena la sfortunata deviazione di Marin fa sì che il pallone termini sui suoi piedi.

Tragedia greca – Tanto bene nelle prime tredici gare quanto male nella serata di Roma. Babis Lykogiannis ha vissuto la classica gara storta dopo tante belle prestazioni, probabilmente sfavorito dal cambio tattico che lo ha visto giostrare largo a sinistra nella difesa a cinque perdendo quelle certezze acquisite nella prima parte di stagione.

Sul raddoppio siglato da Dzeko però non è solo il greco a commettere un errore, per quanto marchiano, ma è anche il centrocampo a lasciare a desiderare. Il lancio in diagonale sorprende sicuramente Lykogiannis, ma la mediana disposta in diagonale con Oliva altissimo, ma non efficace nella pressione, crea un buco centrale che verrà pagato nello sviluppo dell’azione.

Karsdorp, superato l’esterno rossoblù, può andare solitario verso il fondo e scegliere il tempo giusto per servire Dzeko. Ceppitelli dal canto suo deve optare tra coprire lo spazio tra porta e limite dell’area piccola oppure quello per il passaggio sul dischetto nel caso in cui il bosniaco decidesse per il contro movimento. Con Dzeko che può vedere la scelta del rossoblù mentre Ceppitelli non può fare altrettanto è un gioco da ragazzi per il centravanti optare per la soluzione opposta rispetto a quella “prevista” dal numero 23 del Cagliari. Manca in sostanza l’aiuto del mediano che possa coprire lo spazio tra il dischetto del rigore e i sedici metri togliendo così la doppia opzione a Dzeko e permettendo a Ceppitelli di andare dritto verso Cragno.

La serata storta di Lykogiannis non finisce con il gol del raddoppio della Roma, ma ha il suo epilogo con il terzo gol segnato da Mancini. Azione d’angolo, sponda, palla ribadita in rete, un classico del Cagliari di Di Francesco che patisce oltremodo queste situazioni. Se con la zona le difficoltà erano note, con la marcatura a uomo – mista – è fondamentale non farsi sorprendere dall’avversario diretto. Nell’occasione Smalling prende il tempo fin da subito al greco, così come Godín non è attentissimo su Mancini che segnerà in mezzo a due rossoblù, il caudillo appunto e Joao Pedro, uomo designato per la marcatura a zona.

Ora la sosta, più breve che in passato visto che già il tre gennaio i rossoblù dovranno cercare il riscatto contro il Napoli di Gattuso, altra compagine che al momento non vive uno dei suoi momenti migliori. Di Francesco dovrà scegliere se continuare con gli esperimenti alla caccia dell’equilibrio o tornare a quel 4-2-3-1 che al netto dei problemi difensivi almeno creava scompiglio nella metà campo avversaria. Più che di numeri una questione di atteggiamento, i gol subiti a Roma lo dimostrano. La squadra tatticamente c’è, mentalmente decisamente meno.

Matteo Zizola

 

 

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