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L’Analisi Tattica | Pressione e coraggio: il Cagliari di Nicola paga l’eccesso di foga

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Coraggio, occasioni e (poca) pazienza. Se c’è un aspetto che il Cagliari di Davide Nicola dovrà migliorare, fin dalla prossima sfida contro l’Empoli, è quello di capire i momenti della partita. La sconfitta per 0-4 contro il Napoli è arrivata proprio dalla difficoltà nel comprendere quando fermarsi e quando accelerare, soprattutto nella fase di non possesso e nella pressione alta. Un aspetto tattico che ha segnato la differenza tra le due squadre, con i rossoblù che hanno puntato sull’elettricità e gli azzurri sulla calma per stanare gli avversari e poi colpirli d’infilata.

Uscita

Nicola ha scelto nuovamente la doppia veste tra possesso e non possesso per il suo Cagliari. Un 3-5-2 con la palla al Napoli che diventata un 4-2-3-1 spesso e volentieri con la palla al Cagliari. Nel primo caso i due uomini che hanno avuto il compito di trasformarsi nelle posizioni e nei compiti – Zappa e Gaetano – occupavano il primo il ruolo di braccetto destro difensivo, il secondo di mezzala. Nel secondo l’ex Pescara diventava terzino della linea a quattro, con Augello sul lato opposto, mentre il classe 2000 si spostava tra le linee per aiutare la manovra offensiva. Una scelta che ha pagato per poco più di un’ora, non nel risultato ma sicuramente nelle occasioni e nel gioco. Una scelta che, però, ha anche permesso al Napoli – non appena il Cagliari è calato d’intensità – di giocare come il gatto con il topo.

A determinare il risultato, però, sono stati soprattutto errori tecnici e di scelte individuali. Ad esempio come nel caso della prima rete firmata da Di Lorenzo e arrivata grazie alla decisiva deviazione di Mina a spiazzare Scuffet. Un’azione che è nata da una leggerezza di Marin in uscita, con il romeno che ha provato sì la soluzione corretta della verticale rapida verso Gaetano, ma senza la dovuta forza nel passaggio. Permettendo così ad Anguissa, vero uomo decisivo in mezzo al campo per tutti i novanta minuti, di intercettare la sfera e far partire la transizione offensiva.

Quando la palla viene spostata sulla fascia destra d’attacco in direzione di Politano, il Cagliari ha comunque ripiegato al meglio in difesa. Probabilmente abbassandosi però troppo in questo caso, perché pur con la superiorità netta dentro i sedici metri, Lukaku e Di Lorenzo sono rimasti liberi appena fuori area. Il pallone giocato da Politano all’indietro e non in orizzontale ha così trovato la retroguardia impreparata, con una corsa di Marin a provare il contrasto sugli avversari. C’è sì la deviazione sfortunata di Mina, ma fermarsi a questo aspetto distoglierebbe l’attenzione sugli errori in sequenza. Una costante del Cagliari visto contro il Napoli, come d’altronde normale quando si difende con marcature individuali. Basta un errore e le scalate successive arrivano sostanzialmente fuori tempo.

Mancanza di attenzione

Se da una parte i rossoblù di Nicola hanno prodotto numerose occasioni, soprattutto con l’utilizzo delle fasce e dei cross, dall’altra il Napoli ha saputo capitalizzare al meglio le proprie opportunità. Tutte nate da errori della retroguardia del Cagliari, oltre che dal cinismo dei singoli – evidente la superiorità nell’ultimo passaggio dei giocatori di Antonio Conte – e dalla semplicità delle opportunità capitate agli attaccanti partenopei. Non conclusioni dalla distanza come la traversa di Marin, non cross dall’esterno per i colpi di testa degli attaccanti, ma piuttosto giocate rapide in verticale che hanno sfruttato le disattenzioni di un Cagliari che non è riuscito a mantenere la stessa intensità per tutti i novanta minuti.

La pressione è utile quando si vuole tenere a bada lontano dalla propria porta l’avversario di turno. Ma, a volte, è necessario serrare le fila e attendere senza andare a inseguire. Perché può succedere, come nel secondo gol, che l’apparente tranquillità del Napoli diventi un’arma per attaccare alle spalle. L’azione che porta al raddoppio dei partenopei nasce da un attacco sulla destra di Politano che decide di non affondare, ma di ripartire dalle retrovie con calma. La sfera passa da destra a sinistra e torna verso la metà campo del Napoli ed è qui che si aprono le porte per la verticale in due passaggi. Movimenti senza palla e pressione poco coordinata hanno fatto il resto. Prima con Adopo che si alza su Anguissa, mentre Marin non fa altrettanto su Lobotka. Poi con Luvumbo che non segue Di Lorenzo che da braccetto di destra diventa vero e proprio regista aggiunto. Quindi con Zappa che alto su Kvaratskhelia crea i presupposti per essere battuto in velocità sul lungo.

Quando Di Lorenzo, in solitaria, appoggia in verticale su Lukaku la situazione non appare nemmeno troppo pericolosa. In sostanza si può ancora rimediare all’errore nel pressing. Mina è in controllo su Lukaku, Zappa potrebbe tagliare la corsa dell’avversario georgiano, Luperto stringere centralmente. Insomma, la giocata del Napoli è sì nel suo pieno sviluppo, ma senza che possano esserci i presupposti per uno 0-2 così semplice come poi avvenuto.

C’è la bravura dei giocatori di Conte, indubbia, ma ci sono anche le scelte individuali. Come quella di Mina che, una volta che Lukaku si stacca per trovare lo spazio, decide di andare ad attaccare il centravanti belga con un intervento alla disperata piuttosto che scivolare all’indietro a copertura della linea di passaggio su Kvaratskhelia. A quel punto il destino è segnato. Il georgiano ha già preso vantaggio su Zappa, Luperto – concentrato su Politano – non può più stringere a tal punto da raggiungere Kvara, Mina è tagliato fuori completamente. Ci sarebbe Scuffet come ultimo baluardo, ma il portiere non è apparso in giornata di grazia (si veda il terzo gol) e scende troppo lentamente sul tocco a tu per tu del georgiano.

Il quarto gol messo a segno da Buongiorno su azione d’angolo racconta poco, con Luperto sovrastato dall’ex Torino. La terza rete in quattro partite subita su azione da palla inattiva, un ulteriore campanello d’allarme per angoli e punizioni. Così come la fase offensiva ha dato sì spunti, ma che in una gara terminata sul 4-0 per gli ospiti perdono di forza di fronte a quelli della fase di non possesso.

Matteo Zizola

 

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