L’anticipo della trentaseiesima giornata di Serie B vede affrontarsi Perugia e Cagliari, due squadre con obiettivi radicalmente diversi. La squadra di Castori si trova al 18° posto e cerca punti fondamentali per raggiungere la salvezza, mentre quella di Ranieri vuole consolidare il proprio posizionamento ai playoff provando a mantenere viva la speranza di raggiungere il quarto posto occupato dal Sudtirol. Sulla carta sembra trattarsi di una sfida alla portata per i rossoblù, ma le due sfide precedenti tra le due formazioni terminate entrambe per 3-2 a favore degli isolani (la prima in agosto in Coppa Italia, la seconda a dicembre nel girone d’andata del campionato) dimostrano che gli umbri hanno le qualità per mettere in difficoltà il Cagliari. Vediamo come gioca il Perugia, i suoi punti di forza e i suoi punti deboli.
L’attenzione alla fase difensiva
Il principale focus del Perugia è quello relativo alla fase difensiva. Nelle ultime tre partite Castori ha alternato il 3-4-1-2 e il 3-5-1-1, rendendo difficile prevedere lo schieramento che verrà proposto domani sera. Ad ogni modo, il piano partita degli umbri di solito è caratterizzato dal tentativo di limitare il gioco avversario a centrocampo con dei riferimenti a uomo e un atteggiamento aggressivo. Qualora il modulo scelto dovesse essere il 3-4-1-2, il trequartista Kouan sarà incaricato di pressare Makoumbou nel tentativo di toglierlo dalla partita, mentre gli altri due centrocampisti dovranno marcare le due mezzali rossoblù. Spesso Ranieri è riuscito a vincere a centrocampo tante partite contro squadre con uno schieramento simile sfruttando la superiorità numerica data dal trequartista Mancosu. Malgrado il recupero dall’infortunio ai flessori, il numero 5 potrebbe però non partire dal primo minuto nella gara in Umbria.
Se Castori dovesse invece dare continuità al 3-5-1-1 visto nell’ultima giornata contro la Spal, i due centrali del Cagliari avranno tantissimo tempo e spazio per impostare ma potrebbero fare fatica a trovare delle linee di passaggio libere. In questo caso potrebbe rivelarsi fondamentale la qualità di Adam Obert in impostazione, sempre molto bravo nel trovare liberi i compagni tra le linee anche quando sembra non esserci spazio.
Le soluzioni del Cagliari
È difficile prevedere lo schieramento dei rossoblù. Ranieri potrebbe confermare il modulo visto nel secondo tempo contro la Ternana con Deiola da difensore centrale, ma va sottolineato che si è trattata di una mossa ad hoc per contrastare le difficoltà create dalle due punte avversarie. Nel caso in cui il Perugia dovesse riproporre il 3-5-1-1 con una sola punta, avere un vantaggio numerico di 3 contro 1 rischierebbe di trasformarsi in una superiorità ridondante che limita le possibilità offensive della squadra nell’ultimo terzo di campo.
Potrebbe venire anche riproposto il 4-4-2 visto nel primo tempo di domenica e utilizzato nelle prime partite dell’era Ranieri, sfruttando il ritorno di Azzi per avere una solida minaccia sulla corsia di sinistra con Barreca alle sue spalle per avere più equilibrio e limitare così i compiti difensivi del brasiliano, oltre che per concentrare il gioco sulle fasce dove il Perugia potrebbe faticare a dare copertura per favorire la densità centrale.
Un’ultima suggestione, all’apparenza forse un po’ troppo improntata all’attacco, potrebbe essere la conferma del 4-3-1-2 visto nell’ultimo mese, con Luvumbo ad agire alle spalle delle due punte Lapadula e Prelec. L’angolano ha dimostrato di sapersi rendere molto pericoloso quando può giostrare liberamente nelle corsie centrali, e pur non avendo i tempi e la qualità nell’ultimo passaggio di Mancosu potrebbe rivelarsi una scelta efficace, specialmente alla luce dell’approccio molto difensivo di Castori. Inoltre, i potenziali limiti in non possesso di uno schieramento così offensivo potrebbero essere risolti con lo schieramento di Prelec largo sulla destra in prima pressione per formare un 4-4-2, soluzione proposta già in diverse occasioni da Ranieri. Lo sloveno si è sacrificato nella posizione in alcune gare, come nello 0-4 rifilato alla Reggina, e ha dimostrato di avere l’abnegazione per svolgere con efficacia quel ruolo dando di conseguenza equilibrio a tutta la squadra.
A prescindere da quelle che saranno le scelte di Ranieri, il Perugia presenta alcuni punti deboli che possono essere messi in evidenza. Come detto, Castori dà molta attenzione alla rottura del gioco avversario attraverso la densità fatta in mezzo al campo. Spesso in prima pressione spetta alla mezzala sul lato forte uscire in pressione sul terzino, così da poter tenere gli esterni in linea con la difesa. Si tratta di una situazione di gioco che innesca però una successiva serie di mosse e contromosse. Il più delle volte gli avversari allargano una mezzala alle spalle del centrocampista in pressione, movimento che forza poi la pressione dell’esterno e la rottura della linea del braccetto sul trequartista. Nell’ipotesi di un 4-3-1-2 del Cagliari, tenere molto vicino i tre giocatori offensivi potrebbe scaturire situazioni pericolose costringendo uno dei centrali del Perugia ad allontanarsi dalla sua zona per poi attaccarlo alle spalle.
In fase di possesso consolidato, lo spazio per i rossoblù potrebbe essere sulle fasce. Il Perugia fa tantissima densità in zona palla, portando anche la mezzala lontana sul lato opposto a costo di lasciare qualcosa in ampiezza dall’altra parte. Potrebbe rivelarsi fondamentale allora riuscire a girare il pallone con velocità e qualità da una parte all’altra nel tentativo di trovare scoperto il Perugia e creare i presupposti per 1vs1, soprattutto sulla fascia sinistra di Azzi.
Insomma, al di là di quello che si potrebbe pensare guardando la classifica, la sfida a Perugia potrebbe rivelarsi estremamente insidiosa per il Cagliari. A Castori non dispiace partire da sfavorito, perché la sua squadra si trova a suo agio quando può preparare la partita con l’obiettivo di rompere il gioco avversario, come dimostrano i risultati positivi ottenuti contro le migliori squadre della categoria (pareggio con Frosinone, vittorie con Genoa e Bari). Per il Cagliari sarà difficile trovare sbocchi nella metà campo offensiva perché avrà di fronte una squadra molto chiusa e compatta. Tuttavia, la fase offensiva non si realizza esclusivamente nell’ultimo terzo di campo, ma è il frutto di scelte prese sin da inizio dell’azione, a partire dai difensori che hanno come conseguenza diretta la creazione di spazi nelle zone cruciali del campo. Per questo motivo, i due giocatori chiave potrebbero rivelarsi Obert, con la sua qualità nel mandare fuori giri la pressione avversaria e la capacità di trovare i compagni tra le linee, e Azzi, principale sfogo della squadra sull’esterno con la sua abilità nel dribbling.
Marco Lai