La partita contro la Roma ha indicato la via sia per il risultato che, soprattutto, per la prestazione. Quella contro l’Atalanta, seppur con una sconfitta che non ha portato punti, ha confermato la strada da seguire. Il Cagliari sembra aver trovato il vestito adatto alle proprie caratteristiche, ora la gara contro il Pisa servirà a capire se verrà indossato anche di fronte ad avversari più accorti e chiusi. La sostanza è che Fabio Pisacane, dopo i due mesi e mezzo senza vittorie, sembra aver trovato la quadra sia per impostazione tattica che per strategia, al netto delle scelte sui singoli, comunque anche quelle identiche tra la gara contro i giallorossi e quella contro i nerazzurri.
Fase difensiva
Stessi undici, stessa disposizione tra fase di non possesso e fase di possesso. Il Cagliari è sceso in campo a Bergamo con Caprile in porta, la difesa a quattro in impostazione con, da destra a sinistra, Zappa, Luperto, Rodriguez e Obert, un centrocampo “flessibile” con Deiola e Adopo supportati da Folorunsho in fase difensiva e a due in quella offensiva con il 90 largo a sinistra e più avanzato, Palestra a destra come esterno a tutto campo – quinto in non possesso, ala in possesso – ed Esposito libero di svariare a supporto di Borrelli.

Con l’Atalanta che ha tenuto maggiormente il pallino del gioco, il Cagliari in non possesso ha messo in campo lo stesso 5-3-2 visto contro la Roma. A fare da equilibratore davanti alla difesa è stato nuovamente Deiola, con il compito di controllare la zona di rifinitura nerazzurra e aiutare all’occorrenza o la fascia sinistra difensiva – occupata da Obert su De Ketelaere e da Folorunsho su Zappacosta – o quella destra, con Palestra su Bernasconi e Adopo su Ederson o Kolasinac.

Nella prima pressione i rossoblù, quando la squadra di Palladino ha gestito il pallone nella propria metà campo, hanno provato ad alzare il baricentro andando quasi uomo su uomo. Con il possesso sul lato destro d’attacco dei nerazzurri, Folorunsho ha preso come avversario diretto Zappacosta, Esposito è andato su Kossounou e Borrelli su Djimsiti. Importante il lavoro di Deiola che ha abbandonato la posizione davanti alla difesa per portare maggiore pressione su De Roon, accorciando così i reparti seguito alle spalle dalla linea difensiva.

Il problema principale del Cagliari è stato però quando l’Atalanta, attraverso il giro palla, ha portato il possesso sul lato opposto. Con Palestra su Bernasconi e Zappa a uomo su Lookman – e pronto a rompere costantemente la linea andando fino alla metà campo avversaria – ecco che Adopo e Borrelli non sono riusciti a gestire nel migliore dei modi il trio formato da Kolasinac, Ederson e Djimsiti. Soprattutto i primi due sono riusciti ad alternarsi nel liberarsi dal controllo, con Ederson spesso e volentieri capace di impostare con tempo e spazio e Kolasinac pronto ad accompagnare la fase offensiva andando in verticale con o senza palla.

In diverse occasioni Kolasinac è riuscito a portarsi in zona di rifinitura, aumentando la presenza nerazzurra e creando scompiglio nelle scalate e nelle marcature. Adopo si è così ritrovato in più di un’azione nella classica terra di nessuno, a metà tra Ederson e appunto Kolasinac, con Zappa che veniva costretto da Lookman ad allargarsi, Luperto e Rodriguez a contendersi Scamacca e con Palestra troppo orientato verso Bernasconi.


Uno degli accoppiamenti fondamentali per coprire le avanzate dei padroni di casa è stato quello di Folorunsho con Zappacosta. Sia in pressione sia, soprattutto, quando attraverso i movimenti a uscire di De Ketelaere si sono aperti spazi verticali per gli inserimenti senza palla del quinto nerazzurro. In quel caso, con Obert a seguire il belga uomo su uomo, il numero 90 rossoblù è stato costretto a coprire lo spazio alle proprie spalle rincorrendo Zappacosta, peraltro riuscendo nel compito spesso e volentieri.

Con l’Atalanta che ha puntato sulle transizioni rapide, l’aspetto più importante a livello difensivo per il Cagliari sono stati quelli dell’attenzione e delle marcature preventive. Se nel secondo caso l’atteggiamento è stato positivo e lineare, nel primo i dettagli hanno fatto la differenza. Tanto che il gol del primo vantaggio dell’Atalanta è arrivato per via di una minima disattenzione che, nel gioco di transizioni, può fare la differenza. Folorunsho, infatti, reclama un fallo ai propri danni di De Roon, perdendo per pochi secondi il contatto mentale con la fase difensiva e lasciando così scoperta la zona occupata da Zappacosta.

Il lancio di Ederson, sul quale Adopo prova a intervenire, ha visto Zappa seguire correttamente il contro movimento di Lookman. La difesa è relativamente schierata, ma sul lato sinistro della retroguardia manca appunto Folorunsho che si è attardato nelle rimostranze verso il direttore di gara. Esposito, che ha la visione per poter capire il riposizionamento mancante del compagno, avrebbe il tempo di rimpiazzarlo e aggiungersi come quinto alla retroguardia, ma per caratteristiche – e forse perché segue alla lettera l’accoppiamento su Kossounou – non rientra in sostituzione di Folorunsho sulla sinistra difensiva.

Una volta che Lookman punta Zappa non ci sono errori da parte della linea difensiva. Luperto giustamente si mette in posizione per il raddoppio sul nigeriano, Deiola rientra e va anche lui ad aiutare il compagno, Rodriguez scala su Scamacca e Obert fa altrettanto su De Ketelaere. Zappacosta, largo, arriva in totale solitudine per l’assenza già descritta di Folorunsho e il mancato apporto di Esposito per compensare.

Detto che una componente di fortuna ha aiutato l’Atalanta, con il tiro impreciso di Zappacosta che trova il tacco di Scamacca, restano da notare alcuni dettagli. Intanto il tentativo di Adopo che, pur essendo a inizio azione più avanti di Folorunsho, corre verso la propria area fino ad arrivare a coprire eventualmente su De Roon ed Ederson, anche loro arrivati a supporto tra i sedici e i venti metri. Il francese non può raggiungere Zappacosta, mentre si nota quanto sia attardato Folorunsho, una leggerezza pagata a caro prezzo.

Dal punto di vista difensivo il Cagliari ha cambiato volto attraverso gli stessi due cambi visti contro la Roma. L’ingresso di Prati per Zappa (oltre quello di Gaetano per Borrelli), infatti, ha modificato l’assetto con la difesa a quattro anche in fase di non possesso, seppur con Adopo pronto a trasformarsi in quinto di destra all’occorrenza. Palestra si è spostato come terzino, mentre Prati e Deiola hanno formato la cerniera di centrocampo con Esposito largo a sinistra e Gaetano ad aggiungersi ai due mediani e Folorunsho come terminale offensivo.


La rete del definitivo 2-1 è arrivata non attraverso una transizione, situazione che forse sarebbe stata accettata maggiormente da Pisacane, ma con la difesa schierata e senza un reale pericolo dato da una possibile inferiorità numerica. Samardzic ha lavorato un pallone sulla destra d’attacco dell’Atalanta e già in questo frangente Idrissi ed Esposito potrebbero attaccare con più cattiveria il trequartista nerazzurro. Il cross è stato comunque deviato – primo dettaglio sfortunato – mentre a centro area Luperto marca Scamacca anche se con una certa distanza dal centravanti dell’Atalanta. Il rimpallo che è seguito al tentativo di rovesciata è stato anche in questo caso sfortunato per il centrale rossoblù, ma, volendo cercare la perfezione, Prati avrebbe potuto aiutare maggiormente il compagno stringendo anche lui verso Scamacca e, dunque, risultando più vicino. Un dettaglio, sì, ma come nella prima rete di quelli che possono fare un’enorme differenza.
Fase offensiva
Dal punto di vista del possesso il Cagliari ha provato a fare la propria partita senza paura, accettando gli uno contro uno e provando a rispondere con transizioni rapide o con alcune giocate codificate che hanno prodotto occasioni reali o potenziali.

La costruzione con il classico 4+1 ha avuto in Deiola il riferimento centrale, mentre è da notare come Zappa, con il pallone giocato sul lato opposto, si è avvicinato a Lookman in una marcatura preventiva prevista e ben eseguita.


Una delle soluzioni più utilizzate dai rossoblù in fase di possesso è stata quella di creare densità sul lato sinistro d’attacco per poi aprire sul lato opposto. Una strategia che ha sfruttato la regia offensiva di Esposito, il cui compito evidente è stato di spostarsi su tutto il fronte d’attacco verso la zona palla, e nel caso dell’assimmetria sulla sinistra la fisicità di Folorunsho, la capacità in conduzione di Obert che si è aggiunto alla manovra e i movimenti a uscire di Borrelli che hanno portato via uno dei tre centrali per aprire lo spazio agli inserimenti di Palestra, Adopo e anche Zappa. Un’alternativa all’altra giocata codificata vista contro la Roma e anche a Bergamo, quella del pallone lungo di Caprile con Borrelli e Folorunsho vicini e i centrocampisti ad accompagnare assieme a Esposito per attaccare la seconda palla.

Con i cambi di Prati per Zappa e Gaetano per Borrelli (oltre a Idrissi per Rodriguez on Obert centrale), il Cagliari ha modificato la propria struttura in fase di possesso passando a un 4-1-4-1 che si è trasformato anche in un 4-2-3-1 con Palestra terzino della linea a quattro, Prati regista-mediano, Deiola pronto a supportare nella zona di rifinitura Gaetano dietro il riferimento offensivo Folorunsho, Adopo largo a destra ed Esposito a sinistra.


Il gol del momentaneo pareggio è arrivato proprio grazie alla mobilità dei tre giocatori dedicati alla fase offensiva, con Folorunsho che nel ruolo di falso nove è andato a prendere il pallone ai quaranta metri per poi cercare in verticale Gaetano. Fondamentali due aspetti nella situazione della rete, il primo la presenza di Idrissi alto a sinistra che ha portato Zappacosta a occuparsi di lui piuttosto che stringere verso il braccetto destro della propria difesa. Il secondo la corsa orizzontale in sincrono e la vicinanza di Esposito e Gaetano che prima restano larghi nella zona opposta a quella di possesso – creando così lo spazio da attaccare – poi si muovono nel mezzo spazio e, infine, grazie alla tecnica e ai tempi perfetti combinano palla a terra mettendo proprio Gaetano nelle condizioni di presentarsi davanti a Carnesecchi.














