Ultima giornata di campionato per il Cagliari di Ranieri che domani sera, venerdì 19 maggio, sarà a Cosenza per sfidare la squadra di William Viali. Si tratta di una sfida molto importante in ottica playoff perché l’ottenimento dei tre punti, se combinato alle mancate vittorie di Sudtirol e Parma (qui per l’approfondimento), permetterebbe ai rossoblù di raggiungere il quarto posto. Sarà però anche una gara difficile da prevedere a causa delle tante assenze dei padroni di casa e dell’insidioso pericolo dei diffidati (Nández e Makoumbou su tutti) per i sardi. Analizziamo il gioco del Cosenza, i suoi punti di forza e i suoi punti deboli nella nostra consueta analisi tattica sull’avversario dei rossoblù.
Fase di possesso
Il modulo di riferimento di Viali è un 3-4-1-2, che si trasforma in un 5-3-2 in fase di non possesso. La struttura tipica in costruzione è un 3+1 il cui scopo è quello di attirare la pressione per poi giocare subito il pallone lungo per vincere la seconda palla grazie alla posizione avanzata fin da inizio azione delle due mezzali.
Alternativamente il Cosenza è solito sviluppare le azioni nelle zone laterali del campo (pur non apprezzando particolarmente la soluzione del cross dal fondo), e in queste situazioni è comune vedere un pattern di gioco tipico delle squadre di Antonio Conte: palla al giocatore in ampiezza che di prima gioca sulle punte, una delle quali viene incontro per portare fuori un uomo ma fa il velo per far ricevere il compagno di reparto più lontano.
Grazie anche al modulo di base i calabresi sono molto abili nell’occupare i cinque corridoi offensivi, con le due punte e il trequartista in zona centrale e gli esterni in ampiezza. È importante sottolineare però che questa soluzione, molto di tendenza in questa fase storica del calcio internazionale, di solito viene accompagnata da un possesso palla più lento e consolidato. Il rischio nel trovare queste buone spaziature giocando a un ritmo alto consiste nella poca copertura e nella mancanza di marcature preventive nel caso in cui l’azione offensiva dovesse tramutarsi in una palla persa. Il Cagliari dovrà quindi essere attento nel coprire bene tutto il campo in orizzontale, ma altrettanto cinico nelle possibili occasioni in ripartenza.
Fase di non possesso
In fase di non possesso, come già anticipato, il modulo diventa un chiarissimo 5-3-2 con l’abbassamento del trequartista sulla linea dei centrocampisti. Piuttosto che pressare alto per recuperare il pallone in zone pericolose del campo, Viali chiede ai suoi di mantenere una struttura compatta con le linee strette lasciando il possesso palla agli avversari ma assicurandosi di non lasciare spazi centralmente. Le due punte, infatti, anziché marcare i centrali avversari preferiscono mantenere un approccio più passivo il cui obiettivo è fare ombra al vertice basso, o più in generale ai centrocampisti avversari addetti alla costruzione.
Di fatto il Cosenza forza l’avversario a costruire sulle zone laterali, dove poi viene attivata la pressione della mezzala sul terzino e del quinto di centrocampo sul giocatore avversario in ampiezza, cercando quindi di fare densità in quella zona sfruttando la linea laterale come difensore in più per recuperare il pallone.
Il Cagliari dovrà essere abile nel mantenere una struttura molto larga in prima costruzione (come fa di solito) per aumentare le distanze tra i reparti del Cosenza e creare dei possibili varchi nella struttura molto compatta dei calabresi. In questo modo i giocatori di Viali saranno costretti a una scelta: uscire sul terzino con il rischio di creare lo spazio per un’imbucata verticale diretta a Marco Mancosu tra le linee, o non pressare i terzini del Cagliari per mantenere l’equilibrio con il rischio di lasciare troppo campo in conduzione a un giocatore più che pericoloso quando ha campo da attaccare come Azzi?
Come tutte le gare a questi livelli, quella in Calabria si prospetta una sfida insidiosa per la squadra di Ranieri, specialmente alla luce dei grandi risultati ottenuti in casa dal Cosenza nel girone di ritorno (zero sconfitte) e delle motivazioni che spingeranno la squadra di casa per evitare il playout. Per il Cagliari si tratta sia di una gara di preparazione per i playoff per entrare nell’ottica del “dentro o fuori”, ma forse anche di un modo per dare minuti a giocatori che hanno visto poco il campo negli ultimi mesi (come Nicolas Viola o Marko Rog) e che potrebbero avere una maglia da titolare al posto di alcuni dei titolarissimi diffidati e a rischio squalifica per il primo turno di playoff.
Marco Lai