Dopo appena tre giorni dalla vittoria casalinga contro il Venezia è già tempo di ritornare in campo per il Cagliari, lo attende il Parma di Pecchia all’Unipol Domus per l’andata della semifinale dei playoff. Il recente passato non sorride ai rossoblù, che contro i ducali hanno faticato parecchio in questa stagione raccogliendo solo un punto. A complicare le cose c’è la necessità di fare almeno un gol in più degli avversari nella doppia sfida, ragione che amplifica l’importanza di questa prima gara casalinga. Vediamo cosa possiamo aspettarci dalla sfida, cercando di capire che cos’era stato fatto di buono e cosa può migliorare il Cagliari rispetto all’ultima partita giocata contro il Parma poco più di un mese fa.
I lati positivi
Della sfida giocata al Tardini il 22 aprile i tifosi rossoblù probabilmente ricordano in maniera più vivida il dubbio rigore assegnato per un fallo di mano di Azzi e il gol magnifico di Dennis Man che hanno permesso ai padroni di casa di rimontare il risultato, ma nel primo tempo erano stati i rossoblù ad avere la meglio sia tatticamente che dal punto di vista del risultato. Pecchia aveva schierato la sua squadra con il consueto 4-2-3-1 dallo spiccato focus sulla fase offensiva, con El Mudo Vasquez da falso nove. In prima costruzione la struttura del Parma era un 4+2, e il Cagliari era stato molto abile a schierarsi con un 4-3-2-1 in cui Lapadula si divideva tra i due centrali mentre i due trequartisti Prelec e Falco (Mancosu era out per infortunio) seguivano a uomo i mediani Estevez e Juric.
L’unica valvola d’uscita per emiliani era sull’esterno con uno dei due terzini, ma Nandez e Deiola erano stati molto bravi a uscire su di loro oscurando la linea di passaggio laterale per evitare un possibile uno contro uno tra l’esterno alto ducale e il terzino rossoblù. Contemporaneamente Makoumbou si allontanava dalla sua zona di competenza per seguire il trequartista Bernabé che era solito muoversi tanto tra le linee per aiutare l’uscita palla.
In questo modo per il Parma era stato molto difficile sviluppare l’azione dal basso come voleva, per questo è probabile che Ranieri riproporrà lo stesso piano partita in fase difensiva.
Anche in fase di possesso il Cagliari aveva proposto delle soluzioni interessanti che avevano messo in grossa difficoltà i padroni di casa, anche a causa di un approccio estremamente proattivo in prima pressione proposto che difficilmente rivedremo martedì sera. Contro il solito 4+1 molto largo dei rossoblù il Parma difendeva in questo modo: Bernabé si alzava al fianco di Vasquez per pressare i difensori centrali, gli esterni d’attacco uscivano sui terzini, mentre uno dei due mediani, Juric, si alzava su Makoumbou.
Questo lasciava il solo Estevez in mezzo al campo, il quale veniva peraltro attirato lontano dalla sua zona da Deiola che si allargava sulla sinistra davanti ad Azzi per svuotare il centro del campo. In questo modo il centrocampista sardo poteva giocare direttamente su uno dei trequartisti.
È probabile però che Pecchia possa proporre un atteggiamento meno aggressivo considerando il vantaggio dovuto al piazzamento e il fatto che si tratti solo della prima partita (per giunta in trasferta). Alla luce di ciò, il Parma potrebbe mantenere il 4-2-3-1 anche sulla prima costruzione dei rossoblù, dando solidità alla difesa con i due mediani, alzando il trequartista su Makoumbou e gli esterni d’attacco sui terzini, con Vasquez da solo a muoversi tra i due centrali. In tal caso Ranieri giocando a specchio potrebbe avere superiorità numeriche in diverse zone di campo: difesa, mediana e trequarti. In questo modo sia i due centrali che i due mediani avrebbero lo spazio e il tempo per alzare la testa e tentare una giocata verticale, mentre i tre trequartisti tra le linee potrebbero ricevere sfruttando il vantaggio contro i due mediani emiliani.
A possesso consolidato si era rivelato fondamentale l’asse Obert-Prelec, perché contro il 4-4-2 compatto del Parma la capacità nelle imbucate del classe 2002 rendeva possibile un lungo linea che trovasse uno dei due trequartisti tra le linee con spazio per ricevere. Da questa situazione si era creato il gol di Lapadula grazie a una bellissima giocata dell’attaccante sloveno, varrebbe ancora di più la pena provare giocate del genere con Marco Mancosu in campo.
Gli aspetti da migliorare
Nel secondo tempo la musica era cambiata grazie ad alcune scelte molto coraggiose di Pecchia, il quale all’intervallo aveva deciso di togliere il mediano Juric per un giocatore offensivo come Camara, abbassando il raggio di azione di Bernabé. L’accorgimento tattico che più aveva messo in difficoltà il Cagliari era stato quello relativo alla costruzione, passata a una struttura 3+1 con Estevez che si abbassava tra i due centrali (o al lato) per creare superiorità numerica, mentre i due terzini alzavano la loro posizione in ampiezza permettendo agli esterni d’attacco di stringersi nei mezzi spazi. In questo modo il Parma era riuscito a prendere totale controllo della fascia sinistra, con Cobbaut che aveva sempre tanto spazio per impostare l’azione e condurre fino alla metà campo offensiva.
Il Cagliari non riuscì a trovare una risposta a questa nuova strategia di Pecchia, ma i buoni risultati ottenuti nel recente passato contro le squadre che impostano a tre può far ben sperare i tifosi sardi. Una soluzione potrebbe essere quella vista molto spesso con Lapadula e Prelec (o chi per lui) larghi sui centrali laterali per prevenire l’uscita verso l’esterno, mentre Mancosu sta a uomo sul vertice basso, lasciando quindi libero di impostare il difensore centrale che però non riesce a trovare linee di passaggio utili. Contemporaneamente devono però essere molto bravi Nandez e Deiola a stare inizialmente più stretti dando un’occhiata agli esterni offensivi nei mezzi spazi per poi uscire sui terzini. Di fatto sulle fasce si dovrebbe creare un costante due contro due. Da questa situazione il Parma ha ulteriori armi a sua disposizione, per esempio abbassando il trequartista al lato del mediano per creare una struttura 3+2 o trovando superiorità in mezzo al campo con i soliti movimenti a venire incontro di Vasquez. A questo punto spetterebbe a Makoumbou seguire il trequartista fino alla metà campo offensiva per non rendere troppo facile lo sviluppo dell’azione del Parma, mentre uno dei due centrali a seconda della zona di competenza dovrebbe rompere la linea per seguire l’italo-argentino.
Come detto, il Parma sembra essere la squadra che il Cagliari soffre maggiormente. Tuttavia, il primo tempo della sfida giocata il 22 aprile e la capacità camaleontica di Ranieri di far cambiare pelle alla sua squadra a seconda dei punti deboli dell’avversario mettono in evidenza come i rossoblù abbiano tutte le carte in regole per ottenere un risultato positivo. Il vantaggio dei due risultati su tre a favore del Parma per il miglior piazzamento sa di beffa considerando i 60 punti racimolati da entrambe le squadre in campionato. Il Cagliari è costretto a fare almeno un gol in più rispetto agli avversari tra martedì e sabato, quale modo migliore per mettere la pressione sulle spalle degli avversari se non partire forte come contro il Venezia?
Marco Lai