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L’ANALISI TATTICA | Cagliari, la difesa è ancora da registrare

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Trame offensive rapide, la catena di destra formata da Zappa e Nández che si conferma lo strumento per aprire le difese avversarie, un Joao Pedro sempre più centrale. I lati positivi espressi dal Cagliari a Bologna sono la naturale evoluzione dei passi in avanti già visti fin dal secondo tempo di Bergamo. Analizzarli però sarebbe fare torto ai motivi che hanno portato alla sconfitta contro la squadra di Mihajlovic, motivi che dovranno giocoforza essere centrali nella settimana di lavoro che porterà alla sfida della Sardegna Arena contro la Sampdoria.

Ai rossoblù di Di Francesco è mancata la cattiveria difensiva, non solo la concentrazione e le distanze. I tre gol subiti sono arrivati da altrettante situazioni di campo che nella normalità non avrebbero dovuto portare a quanto successo. Il primo nato da un contropiede dopo un’azione d’attacco forse seconda per bellezza soltanto a quella del vantaggio di Joao Pedro; il secondo da una transizione offensiva del Bologna seguita a un rinvio dal fondo e una seconda palla attaccata male dal centrocampo; il terzo da una rimessa laterale sul lato destro di difesa e una linea schierata e rimasta comunque sorpresa.

Nella prima rete di Barrow, a prescindere dal contropiede felsineo, il Cagliari era riuscito a recuperare bene o male un discreto posizionamento in difesa. Tra Walukiewicz che lascia l’interno e Marin che ritarda nel supporto al compagno arriva però il gol dell’attaccante del Bologna, troppo facile il modo in cui riesce a portarsi la palla sul destro senza la necessaria opposizione del duo rossoblù. Walukiewicz invece di accompagnare Barrow sull’esterno sembra invitarlo al tiro con il piede preferito, Marin è poco cattivo nel raddoppio e quando l’attaccante arriva al tiro la sua opposizione è troppo leggera.

Il secondo gol realizzato da Soriano vede la compartecipazione alla voce colpe sia del centrocampo che della difesa. Rog e Marin sono troppo piatti, nessuno dei due va a coprire lo spazio tra le linee e per il trequartista del Bologna è un invito a nozze. Il croato abbandona giustamente la terra di nessuno in cui si ritrova sulla seconda palla, ma invece che coprire con una facile lettura lo spazio libero centralmente decide di attaccare Orsolini pur se in ritardo e senza la possibilità di contrastarlo con efficacia. Marin dal canto suo, vista la scelta del compagno, tarda nel fare una diagonale di centrocampo la cui importanza è troppo spesso sottovalutata.

Come Soriano riceve palla dal compagno e con Marin e Rog in ritardo, la scelta della linea difensiva di arretrare in blocco è un errore da matita rossa. Soprattutto Walukiewicz decide con colpevole ritardo di attaccare l’avversario, forse disturbato mentalmente da uno Zappa che non aveva ancora coperto il possibile passaggio a Barrow. In ogni caso quando il polacco sceglie di uscire su Soriano è ormai troppo tardi, il bolognese ha tempo per prendere la mira e cercare un angolino che senza la libertà di esecuzione sarebbe stato classificabile come trovato quasi fortunatamente, ma nel caso specifico risulta un colpo da biliardo cercato, voluto e fin troppo semplice da eseguire.

Il terzo gol, il secondo siglato da Barrow, nasce da un fallo laterale sulla sinistra d’attacco del Bologna. Difesa piazzata, Rog che si fa saltare con troppa facilità, ma la linea arretrata decisamente bassa e passiva non reagisce con velocità allo sviluppo dell’azione. Walukiewicz, ancora lui, non ha la rapidità per capire il momento e uscire sull’attaccante, nessuno si prende la responsabilità di attaccare Barrow e anche Sottil, in basso, è sulle gambe quando potrebbe stringere più verso il centro.

Di Francesco dovrà lavorare su tanti aspetti, quello delle distanze tra i reparti quando la squadra si abbassa, ma soprattutto la mentalità della linea difensiva che è brava ad accorciare quando si sviluppa l’azione d’attacco mentre difetta quando deve abbassarsi risultando passiva e incapace di reagire allo sviluppo dell’azione avversaria. Walukiewicz su tutti deve ancora imparare determinati meccanismi, così come i due mediani sembrano in difetto quando chiamati a coordinare la fase di filtro. Marin e Rog sono infatti spesso in linea, nessuno dei due riesce a compensare la posizione del compagno e lo spazio sulla trequarti diventa così terra di conquista per il numero dieci avversario e per la punta che viene a prendere palla tra le linee.

Matteo Zizola

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