Torna l’appuntamento con la consueta analisi a freddo della gara disputata a livello tattico dal Cagliari di Claudio Ranieri, curata dal nostro match analyst Marco Lai.
Alla vigilia della sfida contro la capolista Frosinone per il Cagliari si prospettava una partita complicata e il match ha mantenuto le attese. Lo 0-0 dell’Unipol Domus porta a dieci le partite consecutive senza sconfitte per la squadra di Ranieri, ma allo stesso tempo sono i tre pareggi nelle ultime tre gare, che lasciano un sapore amaro specialmente alla luce dei risultati favorevoli maturati negli altri campi (dove nessuna squadra coinvolta nella lotta playoff ha ottenuto i tre punti). Al di là del risultato, però, la prestazione del Cagliari è stata meno convincente rispetto alle gare contro Sudtirol e Pisa. Anche in quelle occasioni i rossoblù non erano andati oltre il pareggio, ma più per sfortuna e poco cinismo che per una prova non all’altezza. È comprensibile un piccolo passo indietro considerato il livello dell’avversario, che arrivava a Cagliari da capolista, con miglior attacco e miglior difesa dell’intera Serie B. Nei primi venti minuti i rossoblù sono sembrati vivaci in avanti, ma l’infortunio di Mancosu, che ha portato alla sostituzione del numero 5 rossoblù, ha tolto il principale faro offensivo della squadra. Senza il trequartista sardo, il Cagliari fa fatica.
Nuovi problemi, nuove soluzioni
Nella preview tattica avevamo fatto un rapido cenno al fatto che il Frosinone avrebbe potuto approcciare la gara in maniera più accorta abbassando una delle punte in marcatura su Makoumbou: la scelta di Grosso è stata proprio questa. Il Cagliari come di consueto costruiva con un 4+1 molto largo, mentre il Frosinone rispondeva con un 4-3-3 conservativo che lasciava costruire i due difensori centrali ma assicurandosi che non avessero linee di passaggio libere: Moro stava a uomo su Makoumbou per toglierlo dalla partita, gli esterni Caso e Insigne si posizionavano a metà tra difensore centrale e terzino per poi uscire su quest’ultimi quando ricevevano il pallone. Spesso il Cagliari nelle scorse partite riusciva a trovare comodamente Mancosu grazie alla superiorità numerica a centrocampo (4 contro 3), ma con l’abbassamento di Moro il Frosinone ha provato a riequilibrare la situazione (4 contro 4).
Ranieri probabilmente si aspettava questa soluzione di Grosso, per cui ha inserito dal primo minuto Falco al posto di Prelec per avere un giocatore in più tra le linee e ristabilire la superiorità numerica (5 contro 4 a centrocampo, 2 contro 1 sulla trequarti ai lati del mediano Mazzitelli).
Più in generale, colpisce la scelta di Ranieri di tenere molto stretti non solo i due trequartisti (Falco e Mancosu) ma anche le mezzali (Nandez e Lella) nel tentativo di fare tanta densità in mezzo al campo e assicurarsi di avere sempre un uomo in più contro i tre centrocampisti ciociari, sfruttando peraltro lo spazio che veniva lasciato a Dossena e Obert per trovare una linea di passaggio diretta.
Purtroppo per i rossoblù, però, l’infortunio di Mancosu al 31’ e il conseguente ingresso di Prelec hanno complicato parecchio i piani. Lo sloveno non è dotato della qualità tecnica e della fantasia del trequartista cagliaritano, così come non è grado di muoversi su tutto il fronte d’attacco. Ciò non solo ha limitato la costante superiorità numerica a centrocampo che si era vista fino a quel momento, ma ha anche tolto lo sbocco sulle fasce che il Cagliari riusciva a trovare allargando Mancosu. La sostituzione obbligata ha quindi reso facile la vita al Frosinone che senza doversi preoccupare della marcatura sugli esterni poteva stare stretto e compatto centralmente, compito reso ancora più semplice dalla totale mancanza di movimenti senza palla dell’attacco rossoblù. L’ingresso di Luvumbo (terzo subentro consecutivo e terza prestazione poco convincente) ha aumentato sia la copertura del campo in ampiezza, sia la pericolosità in profondità con i suoi tagli alle spalle della difesa.
Prima pressione meno efficace
Nelle analisi delle ultime settimane abbiamo elogiato spesso l’approccio proposto da Ranieri nella fase di prima pressione, con una struttura ormai consolidata che vedeva le due punte pressare i due centrali partendo da una posizione più esterna per togliere la linea di passaggio verso il terzino e forzare le giocate centralmente dove i rossoblù erano numericamente in vantaggio. Prima o poi, però, era fisiologico che qualche squadra sarebbe riuscita a trovare qualche buona contromisura, e non sorprende che a farlo sia stata proprio la capolista. Il Frosinone in teoria costruiva con una struttura 4+1 con Mazzitelli davanti alla difesa (marcato da Mancosu), ma nella pratica alzava la posizione del suo regista e abbassava una delle due mezzali, costringendo quindi Makoumbou a lasciare la propria posizione e alzarsi per non lasciare Mancosu da solo contro due uomini. Spesso però il tempismo nella prima pressione non è stato dei più efficaci (Falco è stato meno attento rispetto al Prelec visto nelle ultime settimane) e il Frosinone riusciva con facilità a trovare prima il terzino sul lato forte, poi la punta che veniva incontro o addirittura la mezzala sul lato debole che si muoveva alle spalle del centrocampista congolese.
Per questo motivo Ranieri ha deciso di cambiare la struttura in non possesso dal 4-3-1-2 a un 4-2-3-1 stretto così da rendere più difficile l’uscita della squadra di Grosso per vie centrali, lasciando però più tempo e spazio ai terzini fin da inizio azione.
Inoltre, nella preview avevamo sottolineato la capacità della squadra di Grosso nelle ripartenze, caratteristica poi puntualmente messa in mostra durante la gara, specialmente nella ripresa. I ciociari, come detto dallo stesso Grosso nel post-partita, hanno qualcosa da recriminare, perché nel secondo tempo hanno controllato molto di più la gara rispetto al Cagliari, risultando più abili a creare occasioni potenzialmente pericolose.
Un pareggio per 0-0 contro la capolista e miglior difesa del campionato, per di più senza Mancosu per oltre un’ora, non può essere un risultato negativo in senso assoluto. Tuttavia, considerando i pareggi di Bari, Reggina, Parma, Modena e Pisa, e le sconfitte di Sudtirol e Palermo, i rossoblù hanno perso un’opportunità enorme per consolidare la propria posizione ai playoff e avvicinarsi al quarto posto. In casa Cagliari si spera che l’infortunio di Mancosu non sia troppo grave: perdere il regista della squadra, proprio nel momento in cui i rossoblù avevano trovato i meccanismi consolidati, sarebbe un serio problema a poche settimane dai playoff.
Marco Lai