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L’analisi tattica | Cagliari, errori e difesa ballerina alla base della crisi

Pantelis Hatzidiakos durante Cagliari-Roma | Foto Valerio Spano
Pantelis Hatzidiakos durante Cagliari-Roma | Foto Valerio Spano
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Distanze, marcature preventive, scelte, concentrazione che manca. La Serie A non perdona, soprattutto quando di fronte ci sono giocatori di livello europeo come accaduto nella sconfitta per 1-4 patita dal Cagliari alla Unipol Domus contro la Roma. Le reti dei giallorossi sono una sorta di riassunto di tutti gli sbagli dei rossoblù in queste prime otto giornate di campionato, i problemi diversi ed eterogenei tanto da rendere complicato per Claudio Ranieri capire da dove cominciare per correggerli.

Non solo episodi

L’allenatore rossoblù era arrivato lo scorso gennaio con una priorità, costruire le fondamenta – leggasi sistemare la fase difensiva – sulle quali mettere i mattoni della casa del gioco e dei punti. Per questo le difficoltà evidenti nella gestione degli attacchi avversari suonano come un campanello d’allarme da silenziare quanto prima.

La prima occasione capitata sui piedi di Dybala è lo specchio di alcune dinamiche che non appaiono più come casuali e figlie di singoli episodi o momenti. Obert sulla zona sinistra prova a costruire senza buttare il pallone in avanti, scelta che aveva pagato fino a quel momento. Lo slovacco, però, si perde nella pressione di Bove e permette alla Roma di andare in porta con una transizione rapida. Passi l’errore del giovane difensore, ma è ciò che accade mentre è in possesso palla che evidenzia diverse criticità alla voce marcature preventive. La squadra è sfilacciata, Wieteska – fuori immagine – lontanissimo da Lukaku che infatti riceverà palla dal compagno. Dybala, allo stesso tempo, è in netto vantaggio su Prati che non solo non anticipa il possibile pericolo, ma non dà alcuna opzione di giocata al compagno. Il risultato è che con due passaggi i giallorossi si ritrovano facilmente davanti a Scuffet.

Il gol del vantaggio messo a segno da Aouar è ancora più indicativo. Spinazzola va all’uno contro uno su Nández, Hatzidiakos alle spalle del capitano rossoblù è accoppiato al centrocampista pronto a inserirsi. Sulla zona sinistra delle difesa sono sei i giocatori del Cagliari contro tre della Roma. Sulemana e Obert sono i due indicati per la scalata alle spalle di Hatzidiakos, o almeno per chiudere lo spazio che resta aperto in mezzo all’area. Inspiegabile la scelta del greco di andare a raddoppio su Spinazzola, lasciando peraltro la luce che permette all’esterno di mettere dentro il pallone per Aouar. Nessuno dei sei difendenti sulla sinistra va a coprire dietro l’ex AZ Alkmaar, con il risultato di una totale solitudine nel cuore dei sedici metri e la facile conclusione alle spalle di Scuffet.

A quel punto i rossoblù entrano in un vortice negativo che apre al raddoppio immediato di Lukaku. Ancora una volta, come accaduto a Firenze sull’autogol di Dossena, è una palla persa in uscita a creare le condizioni per la ripartenza rapida degli avversari. Le seconde palle terra di conquista del centrocampo altrui, la difesa intenta ad accorciare presa in controtempo, gli esterni alti troppo lontani per recuperare le posizioni. E, come già accaduto in più occasioni, un mancato anticipo di Wieteksa – che sceglie di salire invece che scivolare verso la propria area – crea i presupposti per il buco. Certo, la situazione appare recuperabile con il Cagliari nuovamente in superiorità, ma prima Karsdorp approfitta di un Makoumbou lento nel leggere l’assenza di Azzi sulla corsia, poi Lukaku brucia il duo Hatzidiakos-Sulemana che a inizio azione appare in netto vantaggio sul belga.

Karsdorp ha totale libertà nonostante siano tante le maglie rossoblù nei propri sedici metri, mentre Lukaku supera alle spalle Hatzidiakos che è intento a guardare la sfera piuttosto che a tenere a bada il centravanti di Mourinho. Anche in questa situazione la catena di errori e disattenzioni potrebbe essere spezzata in diversi momenti, eppure nessuno compie quel passo in più per permetterlo. Scuffet può poco, la palla messa dentro dall’esterno olandese è potente e tesa e di lettura complicata per qualsiasi estremo difensore.

Velleità

Una volta rientrati in campo dopo l’intervallo Ranieri opta per un cambio: dentro Zappa e fuori Hatzidiakos. Ci si attende il passaggio alla linea difensiva a quattro, eppure la scelta è quella di mantenere la linea a tre con Wieteska al centro e il duo Zappa-Obert ai suoi lati. Non come veri e propri centrali, ma quasi come terzini, lasciando il polacco alla mercè degli inserimenti giallorossi e di Belotti, mentre Lukaku lavora per trascinare fuori Obert. Un tentativo di recuperare la sfida anche apprezzabile, ma che di fatto si rivela un boomerang e chiude definitivamente ogni velleità di rimettere in sesto la gara.

Il terzo gol della Roma nasce da una ripartenza rapida, ancora una volta, e da un buco in mezzo al campo che favorisce la verticalizzazione immediata per Belotti. C’è una componente di sfortuna – l’ex Torino è tenuto in gioco per millimetri da Wieteksa – ma c’è anche uno spazio troppo ampio davanti alla difesa.

Quando la palla arriva a Belotti il Cagliari è comunque in una situazione di due contro uno, complicata ma risolvibile. Si può notare in questa occasione la posizione di Obert, completamente fuori dalla linea e intento a seguire Lukaku fino alla zona esterna della metà campo. Wieteska e Zappa appaiono in controllo, preoccupati sì ma non eccessivamente.

Il centrale ex Clermont, a questo punto, compie una scelta che ricalca quella di Hatzidiakos nel primo tempo nel suo essere di difficile spiegazione. Vero che l’accorrente Aouar può creare apprensione, ma il movimento non verso il raddoppio ad aiutare Zappa e piuttosto a chiudere il possibile passaggio verso il centrocampista in arrivo dimostra la difficoltà nel leggere quale sia il maggior pericolo. Wieteksa lascia così la zona centrale e soprattutto l’uno contro uno di Belotti con l’esterno ex Pescara. Che difensore vero e proprio non è, e infatti viene battuto facilmente dalla finta dell’attaccante.

Buco in mezzo al campo e difficoltà nell’aiuto reciproco che torna evidente nel gol dello 0-4. Azzi tarda nel rientrare in copertura e sceglie non di andare in diagonale a coprire l’ampia zona libera, ma piuttosto di andare dritto per dritto laddove non appare esserci un grosso pericolo. I due centrali Wieteska e Zappa sono troppo bassi, Prati segue Lukaku ma senza leggere il triangolo lungo con Bove. Makoumbou è statico e non chiude la linea di passaggio, l’unica possibile in quel frangente. Il resto è, ancora una volta, un Lukaku che si ritrova facilmente a tu per tu con Scuffet. Situazioni fotocopia, troppo facile per la Roma trovare il modo di colpire.

Matteo Zizola

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