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L’ANALISI | Il Cagliari di Liverani cresce ma le paure restano

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Come contro la Spal così contro il Modena il Cagliari ha disputato una gara a due facce. Se però a Ferrara l’espulsione di Di Pardo aveva rappresentato la chiave di volta, di fronte agli emiliani è stato il braccino di chi ha paura di vincere e, Fabio Liverani dixit, era ancora alle prese con alcuni fantasmi.

Quattro, tre e libertà

Primo tempo dominato in lungo e in largo, al netto di un approccio complicato reso però ben presto un lontano ricordo dalle occasioni in serie di Marco Mancosu.

Liverani ha messo in campo il suo classico 4-3-3 con due modifiche sostanziali rispetto alla formazione iniziale di Ferrara. Zappa ha preso il posto dello squalificato Di Pardo, terzino per terzino con simili caratteristiche, mentre Viola quello di Deiola con lo spostamento di Makoumbou davanti alla difesa. Modifica non solo di uomini, ma soprattutto di caratteristiche. Maggiore tecnica, meno equilibrio, anche se il quasi 70% di possesso palla nella prima frazione dava ragione a Liverani nella scelta di una mediana di qualità senza uomini di rottura. Importante il lavoro di Mancosu e Nández, liberi entrambi di svariare su tutta la trequarti e di non dare punti di riferimento alla difesa del Modena. Altra curiosità gli interni di centrocampo a piede invertito, con Viola che al contrario di Como staziona sul centrodestra mentre Rog sul centrosinistra.

Strappi e fantasia

Il gol del vantaggio – poi risultato decisivo per i tre punti – nasce da una costruzione dal basso del Cagliari con la sfera che arriva a Obert sulla sinistra.

Lo slovacco appoggia di prima di testa a Rog che dà il via all’azione a circa 60-70 metri dalla porta avversaria per poi chiuderla lui stesso con un colpo di testa da pochi passi.

Ciò che accade una volta che il pallone entra in possesso del croato – per l’occasione capitano – è l’esempio di quanto sia importante avere giocatori in grado di creare superiorità numerica non solo sull’esterno, ma anche con strappi dritto per dritto in verticale. Rog arriva sulla trequarti palla al piede, resistendo a un avversario e soprattutto spostando completamente la difesa del Modena verso il centrosinistra dell’attacco rossoblù. In questo modo si apre lo spazio che verrà aggredito da Lapadula, Nández e Viola, con il primo che viene steso al limite dell’area e il secondo pronto a raccogliere la palla vagante, entrare in area e servire Rog libero sul secondo palo. Viola, dal canto suo, sostiene l’azione fuori area in caso di ulteriore rimpallo a uscire dalla difesa.

Fantasmi e paura

Nella ripresa entra in campo un altro Modena, ma anche un altro Cagliari. Fisiologicamente gli emiliani prendono campo, ma i meriti degli uomini di Tesser finiscono dove iniziano i demeriti di quelli di Liverani, troppo bassi e vittima di antiche paure.

Si è puntato il dito ancora una volta sulla difesa, ma andando a vedere le occasioni del Modena spesso e volentieri i problemi sono nati da una mediana che non ha aiutato la retroguardia, mancando letture abbastanza semplici anche per la stanchezza degli interpreti passata l’ora di gioco. È il caso della prima palla gol degli emiliani con il colpo di testa di Gargiulo da ottima posizione. Quando il centrocampista gialloblù corre in verticale attaccando l’area di rigore, Viola dovrebbe o tagliarlo fuori con un movimento a chiudere lo spazio o comunque disturbarlo nello stacco. L’ex Benevento, invece, lascia scorrere l’avversario pensando che Zappa accorciasse, ma il compagno era giustamente concentrato sul raddoppio di Diaw dentro l’area di rigore.

La stessa dinamica si ripete sul lato opposto quando è Falcinelli ad avere l’occasione per il pareggio, la migliore del Modena nella serata della Unipol Domus. Come accaduto a Ferrara – pur con le dovute differenze – Obert si ritrova in un due contro uno che diventerebbe due contro due se Rog fosse più attento nella marcatura. Gli accoppiamenti sono chiari, ma manca la concentrazione.

Il centrocampista croato, peraltro, è bravo a capire la scalata con Obert, andando di fatto dritto su Falcinelli. Il problema è che una volta che il cross arriva dentro l’area di rigore, Rog si dimentica improvvisamente dell’attaccante avversario lasciandolo colpire indisturbato. Buona invece la lettura e la posizione del duo Goldaniga-Altare, con il primo che esce dalla posizione per andare a chiudere il taglio del centrocampista, mentre il secondo scala giustamente su Diaw. Non va dimenticato, infine, che l’azione nasce da un errore in disimpegno di Zappa al quale fa seguito un rimpallo al limite dell’area che favorisce il Modena e trova il Cagliari scoperto sul centrodestra.

Una partita nella quale anche nelle difficoltà gli uomini di Liverani sono riusciti a creare numerose occasioni, la maggior parte grazie al recupero alto della palla e ripartenze fulminee con il sostegno del centrocampo. Il duo Mancosu-Nández, uno più tattico e sempre pronto a fare la scelta giusta sia nei movimenti che nella gestione del pallone, l’altro più illeggibile e motore perpetuo tra mediana e attacco, hanno dato al Cagliari una fase offensiva difficile da contenere per il Modena. Allo stesso tempo Lapadula – al netto del gol che è mancato – ha eseguito un lavoro fondamentale per la squadra e per favorire le tante occasioni capitate ai compagni. Ora l’obiettivo è aumentare la percentuale realizzativa per evitare che partite da chiudere senza se e senza ma diventino l’occasione per abbassarsi troppo e avere paura ingiustificata. Paura che anche Liverani non dovrà trasmettere alla squadra, con cambi in ritardo e una difesa a tre forse eccessiva.

Matteo Zizola

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