Un passo avanti, due indietro. Dopo la retromarcia inserita sulle strada di Bologna, il Cagliari ha provato a mettere la prima per ripartire contro l’Atalanta. Il risultato finale parla comunque di una sconfitta, di zero punti e di un ultimo posto confermato ancora prima che le dirette concorrenti scendano in campo.
Camaleontici, forse troppo
Cambiare tutto per non cambiare nulla, i rossoblù di Mazzarri in versione Gattopardo si vestono di diversi abiti per poi restare comunque a bocca asciutta.
Mazzarri, di fronte all’Atalanta, sceglie una versione tattica sulla stessa falsariga di quella vista al Dall’Ara. Un 5-3-1-1 che cambia a seconda delle situazioni di gioco e nel quale le modifiche rispetto all’ultima gara sono sostanziali nelle caratteristiche degli uomini, soprattutto nel duo più avanzato. Perché se Bellanova può essere assimilato a Nández – con le dovute proporzioni – nel ruolo di quinto di difesa con licenze da quarto di centrocampo, così non si può dire del León in luogo di Joao Pedro e di quest’ultimo in quello di Pavoletti. Stesso modulo, diversa interpretazione a causa delle diverse peculiarità degli interpreti.
Al rientro dagli spogliatoi regna la confusione, lo schieramento dei rossoblù non è chiaro dopo lo svantaggio poco prima dell’intervallo. Con l’ingresso di Pavoletti, però, Mazzarri torna a quel 4-4-2 che lo ha aiutato in altre occasioni nella sua esperienza in Sardegna. Bellanova si sposta a sinistra come ala, Nández sul lato opposto, Zappa torna nel ruolo più congeniale di terzino – vedremo nell’analisi dei gol subiti le sue difficoltà da braccetto di destra – e infine Marin prende le redini del gioco tornando giocatore più di qualità che di quantità.
Disattenzione collettiva
Il gol che porta avanti l’Atalanta è figlio di diverse situazioni, alcune fisiologiche quando si gioca contro i nerazzurri e altre che parlano nuovamente di distrazioni a catena nella fase difensiva rossoblù.
L’azione parte da Zapata che, grazie al suo strapotere fisico, riesce a creare i presupposti del gol vincendo l’uno contro tre di fronte a Godín, Marin e Deiola. Fin da questo momento si può notare come Zappa sia maggiormente concentrato su ciò che accade nella zona del pallone piuttosto che su Pasalic alla sua destra.
Il centravanti colombiano scarica su Freuler e lo svizzero ha diverse soluzioni di giocata. La palla nuovamente indietro verso la difesa, ma soprattutto l’apertura verso Zappacosta o l’appoggio su Malinovskyi. La possibilità di girare sul lato destro d’attacco evidenzia le difficoltà di Lykogiannis che, preso tra due fuochi – stare attento all’esterno di riferimento o accorciare sull’ucraino – resta nella cosiddetta terra di nessuno. Importante notare gli ultimi due aspetti, da Zappa che è ancora rivolto verso la zona del pallone e ignora Pasalic – manca anche la comunicazione con Bellanova – a Godín troppo sulle gambe dopo lo scarico di Zapata.
Freuler sceglie di appoggiarsi centralmente su Malinovskyi, mentre il centravanti colombiano taglia dentro l’area nello spazio tra un Godín ormai in ritardo e un Carboni che non ha mai deciso il da farsi in tutta l’azione. Lykogiannis resta sempre in mezzo a due opzioni senza che prenda una reale decisione difensiva, Bellanova accenna una comunicazione con Zappa – indicando Pasalic come di competenza del compagno – ma senza successo e senza nemmeno compensare con uno sforzo in diagonale.
Si arriva così al momento decisivo, la palla girata da Zapata verso Zappacosta – libero di mettere il pallone rasoterra sul secondo palo – e la libertà di Pasalic che trova lo spazio tra Zappa e Bellanova per insaccare a porta vuota. Anche Godín, recuperata la posizione, non è lucido nel chiudere l’unica linea di passaggio possibile, così come Lykogiannis e Carboni sono troppo leggeri nel contrastare Zappacosta.
Domino
Il pareggio con la rete di Joao Pedro dà coraggio al Cagliari, tanto che i rossoblù di Mazzarri provano più a cercare il vantaggio che a difendere il punteggio buttando il pallone.
È così che Carboni corre un rischio in uscita con un pallone servito con troppa leggerezza a Strootman, creando i presupposti della rete siglata da Zapata. Un errore che può accadere, mentre è la scelta successiva del centrale di Tonara a far storcere il naso
Una volta persa palla, infatti, Carboni decide di attaccare Freuler invece che scalare su Koopmeiners. Strootman, che sarebbe di fatto il diretto avversario dello svizzero, prova a indicare al compagno il cambio di marcatura, ma senza che la sua segnalazione abbia seguito. A questo punto l’olandese nerazzurro ha lo spazio per ricevere il pallone di Freuler in verticale e può andare verso l’area per poi servire Zapata. Lykogiannis, come nella prima occasione, resta nella terra di nessuno, a metà tra l’aiuto alla difesa e l’attacco della palla verso Koopmeiners.
I rossoblù potrebbero ancora recuperare il doppio errore in uscita di Carboni, ma il tempo di reazione dei protagonisti non è dei più veloci, anzi. Quando Koopmeiners affonda, infatti, è chiara quale sia la linea di passaggio più pericolosa e chi il terminale da seguire con attenzione. Nel primo caso è Deiola a scalare in ritardo nella copertura di Carboni, nel secondo è Zappa che non accorcia in aiuto a Godín. Il Faraone, dal canto suo, è troppo staccato da Zapata, anche se in caso di controllo più serrato del colombiano il rischio di dargli un appoggio fisico sarebbe stato alto e, chissà, avrebbe portato comunque al gol.
Scelta offensiva
Tra gli aspetti positivi della prestazione del Cagliari, Mazzarri può guardare all’atteggiamento e a una squadra più propositiva nonostante le difficoltà tecniche.
L’esempio è nel gol di Joao Pedro che nasce da un recupero di Godín su errore in uscita di Demiral. Non è tanto nel lancio del difensore verso il brasiliano che Mazzarri può sorridere, quanto nell’atteggiamento di tutta la squadra una volta recuperata palla. Il tecnico rossoblù ha provato a impostare la sfida sulla verticalità a scavalcare la difesa alta degli uomini di Gasperini, riuscendo in alcuni casi nell’intento. La mentalità di aggressione sull’eventuale seconda palla è però la buona notizia per Mazzarri. Sul lancio di Godín, infatti, è evidente come tutti i giocatori rossoblù siano con il corpo in proiezione offensiva, un particolare sul quale si dovrà insistere a costo di rischiare la contro-ripartenza.
Passi leggerissimi avanti, anche se il risultato resta quello di zero punti portati in dote. Passi avanti che però non avranno alcun valore qualora, dopo la sosta, seguissero i classici passi indietro. La prossima sfida contro il Sassuolo potrebbe così essere decisiva sia per il campionato che per Mazzarri. Un ulteriore sconfitta sarebbe difficile da accettare nonostante le parole della società a proteggere il tecnico.
Matteo Zizola