Emozioni finali, un pareggio all’ultimo respiro, la lotta salvezza ancora aperta. Il Cagliari che ha raggiunto la Salernitana con il gol di Altare ha dato alcune indicazioni, anche se dal punto di vista tattico la sfida dell’Arechi non ha portato novità eccessive rispetto al recente passato.
Strada vecchia
Da Mazzarri ad Agostini, dal 3-5-2 al 3-5-2. Come prevedibile il tempo a disposizione del nuovo allenatore rossoblù non poteva bastare per cambiare vestito tattico al Cagliari. Difesa a tre, Grassi come filtro e regista in mezzo al campo, due punte. Nulla di nuovo, anche se ciò che è cambiato è l’atteggiamento.
Lo schieramento ha di fatto ricalcato quello visto negli ultimi mesi. La differenza, non possibile da visualizzare con immagini, è stata nell’atteggiamento. Un Cagliari più compatto, meno portato agli uno contro uno a tutto campo e che ha messo in mostra anche delle scalate in marcature difficilmente viste sotto l’interregno di Walter Mazzarri.
Compattezza che è risultata anche nell’evitare assalti all’arma bianca, almeno finché il gol di Verdi non ha costretto i rossoblù alla spinta offensiva con più uomini. L’occasione capitata a Joao Pedro nel primo tempo è un esempio lampante della volontà di non esporsi eccessivamente alle ripartenze della Salernitana. Il supporto degli interni di centrocampo è arrivato, ma senza quella verticalità fino all’area avversaria vista in passato. Ancora più evidente l’assenza di entrambi i quinti nella fase offensiva, anche se sia Bellanova che Lykogiannis non hanno lesinato la corsa in avanti, ma con maggiore attenzione a non lasciare scoperte le fasce.
Vecchie distrazioni
Una partita bloccata dalla posta in palio, ma che è cambiata con l’ingresso in campo di Kastanos. Il cipriota ha dato maggiore verve alla Salernitana e il gol arrivato su rigore ne è stato una diretta conseguenza.
L’azione nasce da una giocata sulla sinistra di Ruggeri. Il Cagliari è schierato e appare in controllo, anche se le distanze sono abbastanza ampie. Non solo Ceppitelli che lascia spazio a Kastanos, ma anche Bellanova che copre l’esterno e non l’interno e soprattutto Rog che tarda nello schermare la linea di passaggio orizzontale.
Il centrocampista cipriota degli amaranto fa una giocata pregevole nel superare Ceppitelli con un tunnel di tacco, per poi attaccare l’area. Lovato va a chiudere scalando verso l’avversario mentre Bellanova si stacca da Ruggeri per andare in supporto del compagno. La sterzata di Kastanos mette in difficoltà Lovato, il rigore è netto. Una delle classiche disattenzioni della difesa rossoblù che subisce l’occasione pur avendo la difesa ben schierata dentro i propri sedici metri.
Unico lampo
La reazione arrivata dopo lo svantaggio è tutta nel palo colpito da Grassi a Sepe battuto. Bisognerà attendere l’assalto finale per vedere il Cagliari rendersi pericoloso, con lanci nel mucchio e Altare a fare le veci di Pavoletti come centravanti di peso.
L’occasione del numero 27 rossoblù evidenzia un atteggiamento più offensivo del Cagliari. Ceppitelli arriva fino alla trequarti della Salernitana, Grassi si propone centralmente, Bellanova e Lykogiannis sono entrambi alti, Keita e Joao Pedro si dividono il fronte offensivo in verticale mentre Pereiro – fuori immagine – è di supporto a Bellanova sulla destra.
Episodi
Una menzione importante la meritano gli episodi arbitrali. Di Bello e Mazzoleni sono stati perfetti nelle decisioni chiave e pur se i fotogrammi non rendono ciò che accade in velocità, nei due casi incriminati supportano quanto fischiato dall’arbitro e quanto visto dal Var.
Il rigore fischiato in favore della Salernitana ha pochi margini di discussione. Kastanos incrocia con il piede destro il piede sinistro di Lovato. I dubbi potevano risiedere in due aspetti. Il primo quello che vedeva la possibilità che il cipriota avesse allargato la gamba per trovare il contatto, il secondo l’entità del tocco di Lovato sul piede dell’avversario. Rivedendo le immagini in movimento dal basso è invece chiaro come Kastanos non cambi in alcun modo direzione di corsa, così come l’impatto è una logica conseguenza del suo tentativo di tagliare verso il centro dell’area.
Quanto invece accaduto in occasione del rigore prima fischiato in favore del Cagliari e poi revocato dopo l’On Field Review è ancora più chiaro. Netto il fallo di Sepe su Baselli, ma è ciò che accade prima a essere decisivo per la decisione di Di Bello dopo il richiamo di Mazzoleni. Dalle immagini è infatti evidente come Sepe sia in possesso del pallone quando Lykogiannis calcia, favorendo così la giocata successiva di Baselli. Inoltre la sensazione è che il greco non colpisca nemmeno pienamente la sfera, ma piuttosto intervenga più sulla mano sinistra del portiere avversario creando i presupposti per l’assist al compagno.
Matteo Zizola