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Claudio Ranieri durante Cagliari-Frosinone | Foto Luigi Canu

L’Analisi di Parma-Cagliari | I cambi hanno fatto la differenza

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Dopo dieci risultati utili consecutivi arriva la sconfitta per il Cagliari, la seconda dell’era Ranieri. Nel primo tempo i rossoblù avevano disinnescato il Parma di Pecchia riuscendo a trovare delle soluzioni efficaci in entrambe le fasi e andando in vantaggio con un gol di Lapadula dopo una splendida azione imbastita da Obert e Prelec. Nella ripresa il tecnico dei ducali ha cambiato totalmente faccia alla squadra mettendo in enorme difficoltà il Cagliari che non è riuscito a trovare le contromisure necessarie per evitare di subire la rimonta.

Il piano partita di Ranieri nel primo tempo
Rispetto a quanto fatto vedere nelle ultime settimane, Fabio Pecchia ha deciso di cambiare parecchio il proprio 11 inserendo Bernabé per Camara (seppur mantenendo il 4-2-3-1) e Ansaldi sulla sinistra al posto di Coulibaly per dare più equilibrio e controllo. Ciononostante Ranieri è riuscito a trovare delle contromisure efficaci, sia per bloccare sul nascere il gioco dei padroni di casa sia per evidenziarne le criticità difensive. Partiamo dalla fase di non possesso: in costruzione il Parma utilizzava un 4+2 alzando fin da subito i terzini in ampiezza. Il Cagliari rispondeva con un 4-3-2-1 estremamente compatto centralmente. Lapadula faceva la spola tra i due difensori centrali, mentre Falco e Prelec marcavano a uomo i mediani Estevez e Juric.

L’unica soluzione per i ducali era quindi sull’esterno con i terzini, i quali potevano ricevere con discreta tranquillità ma non avevano linee di passaggio libere. Le mezzali rossoblù uscivano su di loro quando ricevevano, Makoumbou scalava sull’uomo lasciato libero, i terzini erano aggressivi sugli esterni alti per non permettergli di girarsi.

Per quanto riguarda la fase di possesso, la struttura del Cagliari era la solita: 4+1 molto largo. L’undici titolare di Pecchia sembrava presagire una fase difensiva più accorta con Bernabé in mediana assieme a Juric ed Estevez, ma in realtà la prima pressione del Parma era alta e piuttosto sbilanciata. Lo spagnolo si alzava al fianco di Vasquez per pressare Obert, gli esterni alti Zanimacchia e Benedyczak partivano stretti per poi allargarsi sui terzini, mentre uno dei due mediani (quasi sempre Juric) si alzava su Makoumbou, formando una sorta di 4-1-3-2.

Per i rossoblù è stato piuttosto facile nel primo tempo superare la pressione allargando Deiola sulla sinistra e creando superiorità numerica su quella fascia; come detto, in queste situazioni Estevez era di fatto l’unico giocatore a centrocampo, per cui la posizione larga del centrocampista di San Gavino obbligava l’uruguaiano a dover coprire ancora più campo, compito estremamente difficile considerando che si trovava quasi sempre isolato tra Falco e Prelec. Per sfruttare questo vantaggio in mezzo il Cagliari provava una giocata rubata direttamente dal playbook (come si dice nella pallacanestro) dell’Inter di Conte: palla al giocatore in ampiezza che gioca di prima verso un giocatore offensivo. Grazie a questa soluzione i rossoblù sono riusciti a creare spesso dei vantaggi strutturali, per esempio costringendo il centrale Cobbaut a un fallo da giallo su Falco.


La superiorità numerica centrale della squadra di Ranieri non era ravvisabile solo sulla prima pressione dei padroni di casa, ma anche a possesso consolidato. Bernabé di fatto rimaneva sempre vicino a Vasquez in fase di non possesso, per cui la struttura difensiva del Parma era un 4-4-2. Il Cagliari come detto giocava con un 4-3-2-1, per cui Falco e Prelec si posizionavano spesso nei mezzi spazi alle spalle della mediana avversaria, più precisamente nella zona tra l’ala e il centrocampista. È così che nasce il bellissimo gol del vantaggio: solita imbucata di Obert che trova Prelec nel mezzo spazio, gran controllo orientato dello sloveno che serve con un assist “alla Mancosu” Lapadula, il quale arriva sul pallone e con grande freddezza supera Gigi Buffon prima di mettere in rete.

Le contromosse vincenti di Pecchia nel secondo tempo
Nella ripresa Pecchia era costretto a cambiare e così ha fatto: fuori Juric e dentro Camara per passare a un 4-2-3-1 a trazione anteriore. L’esterno ivoriano era stato un autentico incubo per i rossoblù nella partita d’andata e le cose non sono cambiate neanche al ritorno. Prima di tutto è necessario focalizzarsi sull’importante cambiamento proposto dal Parma nella fase di costruzione. Come detto precedentemente, il Cagliari portava Falco e Prelec a uomo sui mediani avversari. Per aggirare questo problema, Pecchia ha trovato due contromosse: la prima consisteva nel portare sia Estevez che Bernabé (diventato mediano con l’uscita di Juric) sullo stesso lato (quello destro) per attirare la pressione dei due trequartisti rossoblù, mentre allo stesso tempo il difensore centrale Coubbaut sul lato debole si allargava tantissimo. L’altra soluzione, più classica, consisteva invece nell’abbassare Estevez tra i difensori centrali per formare una linea a 3 e avere sempre superiorità numerica contro i due attaccanti del Cagliari.


In entrambi i modi i padroni di casa riuscivano a sviluppare gioco con facilità sulla sinistra creando poi superiorità numerica in quella zona grazie a Camara che si associava con Ansaldi e uno tra Vasquez e Benedyczak.


L’ottima ripresa del Parma, combinata con l’imprecisione del Cagliari nel trovare il raddoppio, un episodio arbitrale discutibile e l’ingresso di un giocatore fuori categoria come Man (aiutato dalla mancata sostituzione dell’ammonito e in grossa difficoltà Azzi) hanno capovolto la gara.
Dopo un primo tempo di alto livello, il Cagliari non è riuscito a risolvere il rebus presentato dal Parma nel secondo con i cambi decisivi di Pecchia. Al di là dell’aspetto prettamente tattico, al Cagliari si può rimproverare ancora una volta la mancanza di cinismo quando deve chiudere la gara, esattamente com’era accaduto nella sfida casalinga contro il Sudtirol. L’atteggiamento dei ducali è stato molto offensivo sin dal primo minuto della ripresa, per diventare spregiudicato quando Pecchia ha inserito l’esterno offensivo Man per sostituire il difensore centrale Balogh infortunato, chiedendo addirittura a Zanimacchia di abbassarsi e giocare da terzino destro. I rossoblù hanno trovato in diverse occasioni campo da attaccare per trovare il gol del raddoppio, ma come spesso capita è mancata precisione nell’ultimo passaggio. Errori che si pagano, specialmente contro squadre profonde e di alto livello come il Parma che può permettersi il lusso di inserire dalla panchina giocatori come Man e Mihaila. Non tutto va buttato però, l’ottimo primo tempo rimane e Ranieri dovrà partire da quello per preparare la gara di venerdì sera contro la Ternana.

Marco Lai

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