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Antoine Makoumbou in Cagliari-Venezia | Foto Luigi Canu

L’Analisi di Cagliari-Venezia | Approccio positivo, ripresa complicata

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Buona la prima per il Cagliari che ha sconfitto per 2-1 il Venezia nella prima sfida dei playoff. Primo tempo straripante dei rossoblù che dopo appena 18 minuti di gioco erano già avanti 2-0 grazie alla doppietta del capocannoniere e MVP del campionato Gianluca Lapadula. Il secondo tempo ha visto i ragazzi di Ranieri soffrire parecchio com’era preventivabile contro un avversario di qualità e alla disperata ricerca della rimonta. Forte del 2-0 e del vantaggio del miglior piazzamento ai playoff il mister testaccino ha optato per la sostituzione all’intervallo di Mancosu (anche in vista dell’eventuale partita di martedì) per Goldaniga per dare più solidità al reparto difensivo, ma i lagunari sono stati bravi nel cambiare assetto e crearsi buone occasioni. Vediamo com’è andata.

Inizio straripante
Ancora una volta Claudio Ranieri è riuscito a sorprendere tutti con il suo undici titolare: fuori Azzi e dentro Obert sull’out di sinistra e ritorno dal primo minuto per Zito Luvumbo. Seppur con alcuni interpreti diversi, la preparazione tattica della partita ha di fatto rispecchiato quanto visto nell’ultima sfida giocata contro il Venezia il 25 febbraio: 4-2-3-1 (o 4-4-1-1) con Nandez e Luvumbo sulle fasce, Makoumbou e Deiola a dare solidità in mezzo al campo, e Mancosu in appoggio di Lapadula. Può essere complicato giocare una gara secca con la consapevolezza di poter passare al turno successivo anche grazie a un pareggio, ma i rossoblù hanno messo in chiaro fin dall’inizio la voglia di mettere il prima possibile la partita in ghiaccio e così è stato. Contro il 3-5-2 in costruzione dei lagunari il Cagliari ha proposto un atteggiamento aggressivo con dei riferimenti a uomo: Lapadula sul centrale Svoboda, Nandez e Luvumbo si stringevano per pressare i due braccetti e complicare il passaggio verso l’esterno, Mancosu marcava a uomo il regista Tessmann, Makoumbou seguiva Andersen che spesso si abbassava tanto in impostazione. Quando la costruzione degli ospiti riusciva a trovare uno degli esterni (Zampano o Candela) spettava addirittura a Obert e Zappa alzarsi in pressione su di loro; per evitare però di lasciare Dossena e Altare in due contro due con Johnsen e Pohjanpalo, se Zappa si alzava in pressing Obert rimaneva basso e stretto e viceversa.

Per quanto riguarda i due gol di Lapadula c’è ben poco da analizzare: l’attaccante italo-peruviano è in una condizione psicofisica impressionante e riesce a essere sempre al posto giusto al momento giusto. Sul gol dell’1-0 è completamente da solo in mezzo in un’area di rigore ricolma di sette giocatori in maglia bianca ma è bravo sia lui nel posizionarsi nello spazio tra Svoboda e Hristov, sia Nandez a servirgli un pallone perfetto. Sul gol del 2-0 c’è un evidente errore dell’ex Carboni, sfortunato a perdere l’equilibrio (come quasi tutti i giocatori nel primo tempo in alcune occasioni), ma l’MVP è bravo e cinico a convertire in rete.

I cambi e le difficoltà nella ripresa
Se nel primo tempo i rossoblù sono stati gli assoluti dominatori dell’incontro come testimoniato anche dal dato sui gol attesi (1.63 a 0.32), nella ripresa le cose si sono capovolte (0.05 a 0.94). Forte del doppio (anzi triplo considerando il piazzamento in classifica) vantaggio e in vista dell’eventuale sfida di martedì contro il Parma, Ranieri ha optato per sostituire all’intervallo Marco Mancosu con Edoardo Goldaniga per dare più equilibrio difensivo e addormentare definitivamente la partita. Anche Vanoli però ha messo mano alla squadra inserendo Milanese e Pierini per Andersen e Candela, pur mantenendo lo stesso modulo in teoria (Zampano a destra e Johnsen a tutta fascia a sinistra), ma nella pratica, come vedremo, c’è stato un cambio in corsa per punire gli aggiustamenti di Ranieri.

Dopo i cambi il Cagliari il modulo del somigliava a un 5-3-2, ma ci sono alcuni aspetti da evidenziare. Il primo riguarda Luvumbo che seguiva a uomo Tessmann, per cui Lapadula era da solo contro i tre centrali avversari. Specialmente se si ha bisogno di ribaltare il risultato, avere tre giocatori in prima costruzione contro un solo attaccante è piuttosto inutile e toglie un giocatore alla fase offensiva, motivo per cui Vanoli è poi passato a una difesa a 4 con Zampano a destra e Carboni a sinistra, schierando il Venezia con una struttura simile a un 4-3-3.

Abbiamo detto che i rossoblù sono passati a una difesa a 5, ma in realtà si trattava di un modulo difensivamente dinamico perché i due esterni (Zappa a destra e Obert a sinistra) si alzavano tantissimo su Zampano e Carboni quando ricevevano, con i conseguenti movimenti di centrale di parte e terzino sul lato debole a stringere per riformare una linea a 4.

Il Venezia però è rientrato con uno spirito diverso, pressing alto e tanti cambi di posizione per creare scompiglio tra i riferimenti dei padroni di casa. I lagunari sono riusciti a trovare spazio soprattutto sulla fascia sinistra dove attaccava con Johnsen ed Ellertson accompagnati da Carboni. È proprio da quel lato che nasce il gol del 2-1: Luvumbo su Tessmann, Zappa si alza su Carboni, contemporaneamente Pohjanpalo viene incontro trascinando con sé Goldaniga che non può quindi come da copione coprire Zappa sull’esterno destro che rimane quindi totalmente scoperto. Molto bravo Ellertson a reggere il confronto con Nandez e ad andare sul fondo, sfortunato Altare che scivola e poco attento Obert che non assorbe al meglio il taglio di Pierini che di testa riapre la partita.

Al di là dell’occasione del gol però il Venezia ha creato tanti presupposti interessanti sulla sinistra facendo tanta densità e portando a momenti persino Pierini. Un’azione al 65’ rappresenta alla perfezione l’efficacia della strategia di Vanoli e le difficoltà dei rossoblù nel mettere una pezza. Pierini attacca sulla sinistra accompagnato da Johnsen in ampiezza e Carboni più stretto in sovrapposizione interna, sia Makoumbou che Deiola che dovrebbero dare copertura centralmente ma vengono trascinati sul lato. Carboni riesce a ricevere e ad andare sul fondo, l’assenza dei due mediani rossoblù scopre la squadra sul limite dell’area dove stazione Ellertson totalmente solo e potenzialmente anche Pohjanpalo, il numero 44 però non riesce a mettere un pallone preciso a rimorchio e l’azione termina in un nulla di fatto.

Per limitare i danni Ranieri opta per altri cambi, tra cui Rog per Deiola, Prelec per Luvumbo e Azzi per Obert, recuperando la chiara linea a 4 di inizio gara con Goldaniga nell’inusuale posizione di terzino sinistro. Con questo aggiustamento spettava ad Azzi e Nandez uscire sui terzini avversari, mentre Rog e Makoumbou si occupavano delle due mezzali. In questo modo il Cagliari è riuscito ad arginare in parte la superiorità del Venezia sull’esterno e a mettere in ghiaccio la partita.

È normale per qualsiasi squadra incappare in momenti di grande difficoltà durante una partita di playoff, ma Ranieri potrà essere molto soddisfatto dell’ottimo primo tempo e della capacità dei suoi di soffrire e resistere fino all’ultimo. Appuntamento già a martedì dove all’Unipol Domus arriva il Parma di Pecchia per la prima di una doppia sfida che si prospetta di altissimo livello.

Marco Lai

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