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Alberto Dossena durante Cagliari-Spal | Foto Luigi Canu

L’Analisi di Cagliari-Spal | Rossoblù in crescita per una vittoria che dà morale

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Terza vittoria consecutiva in casa e quarto risultato utile consecutivo per il Cagliari, decisivi i gol di Altare e Lapadula contro l’ottima Spal di Daniele De Rossi. Ancora assente Pavoletti, Ranieri opta quindi per Luvumbo dal primo minuto al posto di Falco, ma la sorpresa maggiore è quella che vede Lella titolare al posto di Zappa con Nandez dirottato sulla fascia destra.

LA PARTITA A SCACCHI
La prima scelta particolare di Ranieri è stata quella di giocare con un 3-4-2-1 a specchio per facilitare la prima pressione con dei riferimenti chiari a uomo. La Spal in costruzione manteneva un approccio piuttosto fluido alternando costruzione a 3 (la soluzione preferita) e costruzione a 4, creando quindi qualche problema alla prima pressione rossoblu. Quando i ferraresi costruivano a 3 le coppie si formavano con facilità: il tridente del Cagliari (Lella, Lapadula, Luvumbo) pressava i tre centrali, mentre Kourfalidis e Makoumbou prendevano a uomo i centrocampisti Prati e Zanellato.

La squadra di De Rossi spesso abbassava il trequartista Murgia sul centrodestra per formare il centrocampo a tre e creare superiorità numerica, ma Azzi era pronto a stringere la sua posizione per marcarlo. Conseguentemente, Capradossi si allargava per prendere l’esterno destro Dickmann. Nascevano però dei problemi sulla fascia quando il capitano della Spal abbassava di tanti metri la sua posizione e poteva ricevere liberamente perché Capradossi non era disposto ad avventurarsi così tanto in alto e sull’esterno.

Per questo motivo dieci minuti dopo essere passato in vantaggio Ranieri decide di cambiare modulo e di passare al 4-4-2 con Capradossi terzino destro e Lella esterno sinistro. De Rossi intelligentemente trova una soluzione efficace passando a un 3-5-2 che obbligava Lella ad abbandonare la marcatura su Dickmann per stare più stretto e mantenere la parità numerica a centrocampo. Inoltre, con il passaggio alla difesa a 4 del Cagliari, Moncini si posizionava sul centrodestra nel mezzo spazio (ossia la porzione di campo tra difensore centrale e terzino) costringendo Azzi a stare molto stretto. Con queste piccole ma efficaci contromisure Dickmann era sempre solissimo largo sulla destra.

IL GOL DEL PARI
Attorno al 40’ Ranieri decide allora di tornare al modulo iniziale e gli ospiti trovano poco dopo il gol dell’1-1 sull’ennesima disattenzione stagionale del Cagliari. Il gol nasce dal basso grazie al passaggio al 3-5-2 che permetteva alla Spal di avere facilmente la superiorità numerica contro Lapadula e Luvumbo.

L’azione si sviluppa sulla destra con il solito Dickmann affrontato da Azzi e aiutato da Kourfalidis. Se il greco è in aiuto sull’esterno allora manca un uomo centralmente, infatti Prati può ricevere totalmente solo, alzare la testa e servire con un pallone perfetto Celia che attacca l’area di rigore da sinistra e trova un bellissimo gol complice una chiara disattenzione da parte di Nandez. Altare non ha particolari colpe – se non quella di fidarsi troppo del suo capitano – perché deve badare a Moncini assieme a Dossena. L’uruguaiano rimane sorpreso dal movimento del suo diretto avversario, probabilmente perché si aspettava un attacco alle spalle e non il taglio frontale.

IL SECONDO TEMPO
Ranieri e De Rossi effettuano una sostituzione a testa all’intervallo: dentro Zappa per Lella per riportare Nandez alla posizione preferita di mezzala destra, dentro La Mantia per Rauti per dare una forma più concreta al 3-5-2 biancoceleste. Il cambio di De Rossi non si rivela particolarmente efficace, tutt’altro. La Mantia è un centravanti vecchio stile, forte fisicamente e piuttosto statico; Rauti invece è un giocatore molto più mobile in grado sia allargarsi per dare una mano a Celia che venire incontro per creare superiorità numerica centralmente. Con l’ingresso del numero 19, la Spal ha quindi perso la fluidità che l’ha contraddistinta nel primo tempo e ha permesso al Cagliari di avere superiorità numerica sia a centrocampo con l’abbassamento di Luvumbo (4 contro 3) che in difesa (3 contro 2).

Ciò che cambia nel secondo tempo è però lo spirito del Cagliari: più aggressivo, più intenso e più coraggioso. Se nei primi 45 minuti è stata la Spal ad avere il pallino del gioco, nella ripresa sono i rossoblu a controllare il ritmo della gara. In questo senso il contributo di Nandez nel suo ruolo è stato sontuoso, e la chimica tra lui e Zappa – giocatore apparentemente ritrovato – sulla fascia destra è ottimale. La squadra di De Rossi ha trovato molte più difficoltà a costruire dal basso perché la pressione del Cagliari indirizzava il giro palla sull’esterno – soprattutto sulla destra – per poi attivare la pressione con Luvumbo, Nandez e Zappa, forzando spesso il lancio lungo, aspetto in cui Altare e Dossena sono quasi insuperabili.

Il gol di rapina di Lapadula che dà la vittoria alla squadra di Ranieri non è il frutto di una particolare scelta tattica vincente, bensì la logica conseguenza di un secondo tempo in cui i rossoblu hanno dettato il ritmo sia dal punto di vista mentale che dal punto di vista atletico.

Il quarto risultato utile consecutivo non deve distogliere l’attenzione da alcuni problemi già riscontrati nella brutta gara con il Cittadella. Le grosse difficoltà in costruzione rendono obbligatoria la soluzione lunga verso le punte, ma la mancanza di una vera alternativa a Pavoletti per vincere i duelli aerei porta a numerose palle perse. Il mercato è quasi chiuso, vedremo se arriverà qualche giocatore adatto a risolvere questi problemi.

Marco Lai

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